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 2014  agosto 08 Venerdì calendario

LA CRESCITA E IL CLUB DEI 13 STATI PIÙ VECCHI


Siamo un Paese per vecchi. E il tandem sanità-pensioni sarà la nostra zavorra allo sviluppo. Questo ci dice uno studio condotto da Moody’s. L’agenzia di rating ha messo in fila una cinquantina di Stati (32 economie mature e 22 mercati emergenti). Parametro di riferimento: la quota di over 65 sul totale della popolazione. La sentenza è nelle cose: i più vecchi cresceranno di meno perché dovranno destinare una maggiore quota della propria ricchezza a previdenza e cure mediche. L’Italia, insieme con Germania e Giappone — una sorta di riproposizione in chiave demografica dell’asse Tokio-Roma-Berlino — compone l’esclusivo trio di Paesi con una quota di ultrasessantacinquenni superiore al 20%. Il Giappone è il primo della lista, noi ci assestiamo al secondo posto tallonati dalla Germania. Piccola consolazione: già nel 2020 i Paesi dove più di un cittadino su cinque avrà superato i 65 anni saranno 13. Addirittura 34 al termine del decennio successivo, nel 2030. Per l’Italia, però, non cambierà molto: resteremo sul podio della classifica. Terzo posto con il 22,8% di anziani, dopo aver ceduto il passo alla Germania (23,1%). Mentre il Giappone conserverà il record con il 26,4% di cittadini anziani. Il problema è che l’Italia — in base alle simulazioni di Moody’s — dalla già non esaltante crescita media del Pil dell’1,5% nel periodo 1990-2005 dovrebbe
scendere sotto l’1% nel 2020-25. Tutta colpa dell’invecchiamento. «Il fenomeno non è nuovo — fa notare Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’università Milano Bicocca —. Il problema è prendere provvedimenti adeguati». Se sulle pensioni si può agire innalzando l’età del ritiro, molto più difficile è contenere l’aumento dei costi della sanità. Esempio. «Secondo una simulazione condotta su dati delle Nazioni unite nel 2030 avremo un milione di disabili in più», rende l’idea Blangiardo. Va anche messo in conto il fenomeno della cosiddetta vecchiaia importata: «Gli immigrati che arrivano giovani oggi presto saranno anziani e avranno anche loro bisogno di pensione e cure». Se ne potrebbe uscire aumentando il tasso di natalità (oggi 1,2 figli per donna tra gli italiani, 1,4 tra gli immigrati). Ma per invertire la tendenza sarà necessario andare controcorrente con politiche mirate. Più la popolazione invecchia, infatti, più la crescita si riduce. E con la crisi diminuisce anche la natalità.