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 2014  agosto 08 Venerdì calendario

COME LA CODA DEL MAIALE


Adesso che ho cinquantun anni credo di poter dire, con il poeta russo Osip Mandel’štam, che «Ho imparato la scienza degli addii, nel piangere notturno a testa nuda». E adesso che ho cinquantun anni, tutte le mattine, tra le sette e le otto, quando vado a correre, sulla stradina lungo la Certosa, il cimitero di Bologna, mi viene da chiedermi, con il poeta russo Osip Mandel’štam, «Mi è stato dato un corpo, cosa devo farne, così unico e così mio/Per la quieta gioia di vivere e respirare, chi, ditemi, devo ringraziare?». E adesso che ho cinquantun anni credo di essermi guadagnato il diritto, se mai ci sono dei diritti che si guadagnano, di avere paura, tutta la paura che mi sembra abbiamo diritto di avere, prima di uscire di casa, tutte le mattine. E adesso che ho cinquantun anni credo di poter dire, con la poetessa russa Anna Achmatova, che «Prima di primavera c’è dei giorni/che alita già sotto la neve il prato,/che sussurrano i rami disadorni, e c’è un vento tenero ed alato. Il tuo corpo si muove senza pena/la tua casa non ti par più quella/tu ricanti una vecchia cantilena/ti sembra ancora tanto bella». Credo di poterlo dire ancora, anche se siamo in agosto, perché mi sembra di sapere che sia così, adesso che ho cinquantun anni.
E credo di sapere, con il poeta russo Velimir Chlebnikov, che «La legge delle altalene prescrive che si abbiamo scarpe ora larghe, ora strette. Che sia ora notte, ora giorno. E che i signori della terra siano ora il rinoceronte, ora l’uomo». Queste son cose che mi son venute in mente mercoledì pomeriggio, mentre pensavo a quel che avrei detto il giorno dopo, giovedì, a Parma, al circolo Arci colombofili, alla presentazione di un libro che si intitola Mo mama, sottotitolo Da chi vogliamo essere governati, e che parla del governo di Parma, e del MoVimento 5 stelle, e del loro sindaco, e dei loro assessori, e ho pensato, mercoledì pomeriggio, che alla presentazione del circolo Arci colombofili non avrei parlato né del MoVimento 5 stelle né del loro sindaco né dei loro assessori ma di Mandel’ štam, di Chlebnikov, di Anna Achmatova e di Lev Tolstoj, che nel 1884, quando aveva 56 anni, e aveva già avuto tredici figli, e aveva già scritto Guerra e Pace, e Anna Karenina, ha scritto: «Se c’è qualcuno che dirige le cose della vita, vorrei rimproverarlo. È troppo difficile e spietata»; perché ho pensato, adesso che ho cinquantun anni, che parlando di Chlebnikov, e di Mandel’štam, e di Anna Achmatova, e di Lev Tolstoj, avrei parlato anche del MoVimento 5 stelle, e del loro sindaco, e dei loro assessori, e del governo di Parma, che per me è la città più bella del mondo, e dei parmigiani, che per me sono della gente che hanno un modo di parlare che, quando parlano, mi sembra che cantino, ma forse mi sbaglio.