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 2014  agosto 08 Venerdì calendario

LORENZIN: «SULL’ETEROLOGA SI PUO’ CAMBIARE MA NO ALLA DEREGULATION»

Il decreto sull’eterologa è già a Palazzo Chigi. Se poi verrà varato oggi dal Governo dipende da Renzi. «Magari si decide di rimandarlo a dopo la pausa estiva. Ma solo per non accorciare i tempi del dibattito parlamentare», ci tiene a precisare Beatrice Lorenzin. Che apre ai figli in provetta dello stesso colore della pelle dei genitori. Mentre sull’anonimato dei donatori si schiera per il diritto dei figli a conoscere i genitori biologici. «Ci arriveremo tra qualche anno, come nei paesi del nord Europa».
Ministro, come mai non ha seguito il parere del suo comitato di esperti che raccomandava figli dell’eterologa dello stesso colore dei genitori?
«A parte il fatto che quella indicazione viene dalle società scientifiche e non dal comitato, io mi sono rimessa al dibattito parlamentare. Questa cosa del divieto non è scritta da nessuna parte, ne’ nel decreto, né nelle linee guida che ancora non ci sono. E’ una questione che verrà affrontata entro 60 giorni, dopo aver ascoltato le indicazioni che verranno dal Parlamento».
E’ un’apertura?
«Una compatibilità sanguigna ad esempio potrà essere prevista. Su quella fisica, ho letto posizioni espresse soprattutto dai centri privati del tipo: se sono biondo lo voglio dello stesso colore, alto e con gli occhi azzurri. Ecco, quello che vorrei impedire è di fare cataloghi da selezione eugenetica della razza, che all’estero i centri privati offrono alle coppie a caro prezzo».
Ma la sua idea personale?
«Sono contraria perché così si fa discriminazione razziale, ma è una mia posizione personale. E’ giusto invece ne discuta il Parlamento».
Intanto c’è chi la accusa di aver voluto il decreto per procrastinare l’esecuzione della sentenza della Consulta…
«Chi lo dice è in malafede perché con il decreto avremo l’eterologa subito, con regole uniformi a livello nazionale per tutelare coppie e nascituri. Senza decreto non avremmo nemmeno recepito la direttiva europea sui test sanitari obbligatori per i donatori. Non vorrei che dietro questo “fate presto” ci sia voglia di deregulation».
Altro punto controverso è quello dell’anonimato dei donatori che nel decreto alla fine è entrato. E i diritti dei figli della provetta?
«La discussione parlamentare e le posizioni espresse dai centri privati hanno dimostrato che i tempi non sono ancora maturi per garantire ai nati dall’eterologa la possibilità di conoscere l’identità dei loro genitori biologici. Ma probabilmente ci arriveremo in futuro. In tutti i Paesi dove l’anonimato è stato introdotto si è poi dovuto fare marcia indietro sotto la spinta delle cause vinte da chi voleva conoscere le proprie origini. Fermo restando che questo non può mai implicare nessun obbligo ne’ per il donatore né per il nato da eterologa. Ma con il progresso della genomica e la diffusione dei test genetici sarà sempre più difficile nascondere la verità sulle proprie origini. E a questo bisogna prepararsi».
Intanto però si impone ai genitori di informare i figli dell’eterologa sulle modalità del loro concepimento…
«Lo faranno nei tempi e nei modi che riterranno più opportuno, non ci sarà lo Stato con il fucile spianato a controllare. Saranno i medici nel momento della richiesta del consenso informato a spiegare ai futuri genitori come e perché comunicare la verità ai propri ragazzi. E’ anche un fatto di sicurezza sanitaria. Se all’improvviso serve ricevere una donazione di tessuti o cellule per salvarti la vita devi poter ricorrere al donatore nel pieno anonimato e attraverso la struttura medica, fermo restando la possibilità del donatore di rifiutarsi».
Ma era necessario accollare i costi allo Stato?
«C’è un obbligo giuridico. La Corte Costituzionale ha abrogato il divieto di eterologa perché ritenuto discriminante da un punto di vista economico. Non potevamo dire: da ora si può fare ma solo per chi può pagare decine di migliaia di euro nei centri privati. E poi è una questione morale. I figli dell’eterologa hanno gli stessi diritti degli altri e i loro genitori quello di poter essere assistiti nella procreazione con la massima sicurezza. Che è poi il vero scopo del decreto».