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 2014  agosto 07 Giovedì calendario

IL SUPERSTIPENDIO RAI DEL MORALIZZATORE DEI MANAGER PUBBLICI

Sarà dunque Massimo Giannini a sostituire Giovanni Floris alla conduzione di Ballarò. Il contratto sarà biennale e la cifra di cui si parla è intorno ai 450 mila euro l’anno. Il vicedirettore di Repubblica, in onda dal 16 settembre, dovrà dimettersi dal quotidiano diretto da Ezio Mauro, che pare non abbia intenzione di concedere aspettative. Dunque, per Giannini sarà una scommessa doppia, visto che in tv finora ci era andato solo come ospite. La notizia ha fatto saltare sulla sedia il sindacato Usigrai, che ha accusato il direttore generale Gubitosi di buttare i soldi dalla finestra prendendo un esterno e non valorizzando le risorse interne. “Siamo alla spending review a giorni alterni. O più probabilmente agli spot personali quotidiani. L’ennesima chiamata di un cronista esterno è uno schiaffo ai 1700 in forza alla Rai. E anche alla tanto decantata revisione della spesa”, si legge in un comunicato del sindacato interno di Viale Mazzini.
Sulla questione, ma senza toccare il tema dei conti, risponde il direttore di Raitre, Andrea Vianello, dalle pagine del Corriere. “La Rai ha grande rispetto per le potenzialità interne, basti vedere la promozione di Gerardo Greco alla conduzione di Agorà. Ma occorre guardare anche alle professionalità esterne. Del resto, lo stesso Floris veniva da fuori”, spiega Vianello. Intanto a Viale Mazzini si traccia l’identikit del nuovo Ballarò: molta economia (a Repubblica Giannini è stato per anni capo dell’economico e ora è il direttore dell’inserto Affari e finanza), più inchieste e servizi di approfondimento sul campo e meno talk show politico. Anche se è stato proprio il dibattito in studio a fare la fortuna di Ballarò e a far conoscere Giannini al grande pubblico. Lo stesso Giannini, tra l’altro, nei suoi articoli e nelle partecipazioni televisive ha spesso puntato il dito contro gli sprechi delle aziende di Stato. Eni, Finmeccanica, Enel, Ferrovie dello Stato, Alitalia, Inps. E Rai. Sempre nel mirino. E sul banco degli imputati i super-manager pubblici pagati a peso d’oro. Nessun imbarazzo, però, adesso, da parte del giornalista, a scivolare verso l’azienda nazionale radiotelevisiva con tanto di mega contratto. Insomma, chi di spending review ferisce a colpi di articolesse, di spending non perisce, anzi il contrario. Resta da vedere chi vincerà la partita del martedì sera. Il bel vicedirettore che può vantare molte fan tra il pubblico femminile o l’accoppiata storica “usato sicuro” Floris-Crozza? Nel frattempo le malelingue si sprecano. I sussurri in arrivo dal quotidiano di largo Fochetti raccontano di un Ezio Mauro non troppo dispiaciuto per la dipartita del giornalista che, negli ultimi tempi, era molto più in sintonia con Carlo De Benedetti che con il suo direttore. Mentre il quotidiano Libero, con una certa perfidia, ricorda un paio di clamorose gaffe in cui è incorso Giannini. Come quando definì Smirne “una piccola città marinara avamposto di una Grecia in crescita”, mentre Smirne è in Turchia. O quando scrisse che B. è talmente matto che potrebbe “candidare il suo cavallo come fece Catilina”, mentre l’aneddoto è da attribuire a Caligola. Vabbè, i giornali si fanno in fretta e a tutti è capitato di sbagliare. La tv, da questo punto di vista, è molto più spietata.
g.l.r., il Fatto Quotidiano 7/8/2014