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 2014  agosto 07 Giovedì calendario

ETEROLOGA: C’È IL DECRETO, MANCANO I SOLDI

[Tre articoli] –
Un solo articolo e un allegato. Il decreto che regolamenta l’eterologa, oggi all’esame del governo, è tutto qui. Anche perché spetterà poi alle linee guida specificare i dettagli. Ma quel solo articoletto minaccia di creare nuove spaccature in Parlamento. Perché il provvedimento esclude che le coppie sterili possano conoscere il colore della pelle del donatore. Divieto che il fronte anti-decreto interpreta come una sorta di boicottaggio della sentenza della Corte costituzionale che ha riammesso l’eterologa in Italia e che di fatto ignora il parere degli esperti nominati dalla stessa Lorenzin, per i quali una certa compatibilità deve esserci per facilitare l’accettazione del nascituro. «Per me – taglia corto il ministro – è discriminazione razziale, se vuole se ne occupi il Parlamento». Al quale gira un’altra patata bollente: quella dell’anonimato del donatore, che il decreto garantisce, salvo consentire ai medici ospedalieri l’accesso alle informazioni sanitarie e del patrimonio genetico, in caso insorgano malattie nel nascituro che lo rendano necessario. Nei partiti c’è già una spaccatura trasversale tra i fautori dell’anonimato e quelli del diritto dei «ragazzi dell’eterologa» in crisi d’identità a conoscere il genitore biologico. E non mancherà di far discutere anche la rimborsabilità, pur dietro pagamento di ticket, dell’eterologa, richiesta per lo più da donne tra i 45 e i 50 anni. Un esborso che potrebbe arrivare a centinaia di milioni mentre il decreto per ora ne stanzia solo 10. Per il resto tutto confermato. La donazione dei gameti sarà sempre volontaria e gratuita ma saranno previsti dei rimborsi spese. Per evitare rischi di consanguineità da ogni donatore potranno nascere massimo 10 bambini. Più se appartengono alla stessa famiglia. Il limite di età per donare sarà di 35 anni per gli uomini e 40 per le donne. Nessun limite è previsto per chi riceve. All’eterologa potranno accedere anche le coppie con entrambi i partner sterili.
Paolo Russo, La Stampa 7/8/2014

CARATTERISTICHE GENETICHE: VIETATO OGNI TIPO DI SCELTA –
Niente possibilità di scegliere colore della pelle o degli occhi per i futuri figli dell’eterologa. Su questo punto il decreto Lorenzin ignora le raccomandazioni delle linee guida del gruppo di esperti di procreazione assistita presentate allo stesso ministero. In quel documento se da un lato si affermava che «non è possibile scegliere le caratteristiche del donatore», dall’altro si stabiliva che «il centro deve garantire il colore della pelle, gruppo sanguigno e colore di capelli ed occhi per la coppia che riceve». Questo, «anche per facilitare l’accettazione del nascituro da parte dei genitori e del contesto sociale in cui crescerà e vivrà, permettendo al bambino uno sviluppo psico-emotivo sereno ed equilibrato». Raccomandazioni bollate come «discriminazione razziale» dal ministro, che escludendo qualsiasi tipo di compatibilità con il donatore, di fatto apre la strada a figli in provetta di colore diverso da chi li ha generati. Per escludere qualsiasi tipo di scelta sulle caratteristiche genetiche dei donatori il provvedimento fa riferimento alle disposizioni vigenti in materia di donazione, approvvigionamento, controllo e lavorazione di tessuti e cellule umani.
pa.ru, La Stampa 7/8/2014


GARANTITO L’ANONIMATO, ACCESSO SOLO AI DATI SANITARI –
Uomini e donne che decideranno di donare liquido seminale ed ovociti a coppie sterili non rischiano di essere chiamati un giorno mamma o papà da uno stuolo di figli in provetta, desiderosi di conoscere il proprio genitore biologico. Una eventualità che secondo più di un esperto a capo dei centri di procreazione assistita avrebbe finito per provocare la fuga dei donatori e ,di fatto, l’affossamento dell’eterologa in Italia. Nel decreto si è scelta invece la strada dell’anonimato. E’ consentito l’accesso alle informazioni sanitarie e del patrimonio genetico del donatore esclusivamente nei casi in cui sussistano gravi e comprovati motivi attinenti la salute dell’embrione o del nato da eterologa. Ma mai i figli dell’eterologa potranno risalire a nome e cognome di chi ha donato ovuli e gameti. Scelta anche questa contestata, perché da più parti si è invece sostenuta la necessità di garantire ai nati in provetta il diritto a conoscere il genitore biologico, soprattutto quando con la crescita subentrino vere e proprie crisi di identità. E su questo c’è tutta una casistica nei Paesi dove le normativa sull’eterologa impone l’anonimato del donatore. Il decreto specifica però che il nato è informato dai genitori delle modalità del suo concepimento.
pa.ru, La Stampa 7/8/2014