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 2014  agosto 07 Giovedì calendario

I FIGLI DELL’ETEROLOGA E IL DIRITTO ALLA VERITÀ “DECIDANO I GENITORI”

ROMA.
Dieci milioni di euro. Sono già pronti, stanziati dallo Stato per chi vuole fare l’eterologa entro l’anno, con la sicurezza dell’anonimato totale per i donatori che verranno iscritti in un registro nazionale ma con codici criptati. E ai futuri genitori, come per chi adotta, toccherà in seguito il compito di informare «nelle forme e nei tempi che riterranno più opportuni » il loro bambino del modo in cui è venuto al mondo. Nessun obbligo quindi né sanzioni come aveva proposto qualcuno, nessun codicillo sulla necessità di un’affinità o meno tra donatori di gameti e futuri padri e madri in quelle righe. Almeno per ora.
Dopo settimane di polemiche la bozza del decreto legge sull’eterologa annunciata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è stata presentata e verrà discussa oggi in consiglio dei ministri. Tre articoli, tredici punti più gli allegati, soprattutto tecnici che regolano la materia con l’elenco degli esami da fare, l’età dei donatori, limiti, fondi.
«Dobbiamo colmare un ritardo di dieci anni per riuscire a partire a settembre. Tra nove, dieci, undici mesi nasceranno migliaia di bambini e abbiamo la responsabilità di fare le cose fatte bene», ha detto ieri in commissione Sanità il ministro.
Il decreto prevede in primo luogo l’istituzione di un registro nazionale dei donatori di cellule riproduttive, che garantirà l’anonimato con codici criptati. Chi cede i gameti lo farà gratuitamente ricevendo rimborsi come quelli previsti per chi dona sangue. Gli uomini dovranno avere tra i 18 e i 40 anni, le donne tra i 20 e i 35. E visto che il vero problema sono le donazioni di gameti femminili (l’80% delle richieste) il ministro ha inserito nel decreto il dovere di informare le donne che fanno le fecondazione assistita e la stimolazione ovarica della possibilità di donare gli ovuli in sovrannumero ad altre aspiranti madri. “Io sono favorevole — ha sottolineato più volte — all’egg sharing, vorrei che ogni aspirante genitore portasse un donatore, vorrei fare una grande campagna per invitare a regalare gameti. Gli italiani sono un popolo generoso».
Non potranno nascere più di dieci bambini per donatore, limite superabile solo per dare un fratellino o una sorellina ad un bambino nato con l’eterologa. In questo modo i due piccoli potranno praticamente condividere lo stesso patrimonio genetico.
E veniamo alla salute del neonato. Si potrà accedere alle informazioni sanitarie e genetiche del donatore solo nel caso in cui ci siano problemi di salute del bimbo nato dall’eterologa. Ma queste informazioni passeranno solo tra medici, nessun contatto o nominativo arriverà al bambino o ai suoi genitori, come avviene per i trapianti.
Nel decreto legge fondamentale è il punto in cui l’eterologa viene inserita nei livelli essenziali di assistenza, con l’obbligo quindi per tutte le regioni di garantirla. La sentenza della Consulta infatti aveva bocciato il divieto di fecondazione eterologa perché discriminatorio dal punto di vista economico, visto che costringeva gli aspiranti genitori a costosi viaggi della speranza all’estero. Fino a quando l’eterologa non sarà nei lea, il decreto legge autorizza per il 2014 la spesa di circa 10milioni di euro per garantirne l’attuazione in tutto il paese.
Fin qui il decreto, sull’anonimato il ministro aveva già detto di voler rimandare la discussione al Parlamento. Forse anche la questione dell’affinità genetica tra donatori e genitori verrà ridiscussa. Certo è che provoca polemiche durissime. I tecnici che hanno partecipato al tavolo del ministro hanno infatti consigliato la compatibilità. Ricordando che in tutti i protocolli medici internazionali «è espressamente prevista la corrispondenza tra caratteri fenotipici essenziali (razza e gruppo sanguigno) tra donatore e ricevente».
E nel giorno in cui arriva il decreto, il ginecologo Antinori annuncia lo sciopero della fame per protesta dopo il blitz dei Nas nel suo studio dove praticava l’eterologa. «Non ho fatto compravendita di gameti, sono tracciabili e per di più i carabinieri hanno portato via embrioni ora a rischio di sopravvivenza».
Michele Bocci e Caterina Pasolini, la Repubblica 7/8/2014