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 2014  agosto 07 Giovedì calendario

LE RELAZIONI PERICOLOSE


Tu non puoi sapere quanto ho voglia di toccarti di guardarti di mangiarti con gli occhi senza perdere niente di te». Edith Piaf non lesina lodi, invocazioni, inni al suo «bell’angelo biondo e azzurro». È una dedizione assoluta, persino imbarazzante. Tanto più che Louis Gérardin, detto Totò, sembra non reagire: e non solo perché rimangono soltanto le lettere di lei, ma perché l’abnegazione della cantante francese, la più grande del momento e forse di sempre, la voce magnetica che incanterà anche l’America, è un monologo con un interlocutore che non sa assecondare slanci e romanticismi eccessivi. Lei è uscita piena di cicatrici dal rapporto travolgente con il boxeur Marcel Cerdan, morto in uno schianto aereo, sull’arcipelago delle Azzorre, una notte dell’ottobre 1949. Era stata Edith a chiedergli: «Prendi l’aereo, il mio corpo ti aspetta». Ora, dopo quasi due anni, ha trovato sulla sua strada un altro campione, un ciclista, lo sprinter più acclamato di Parigi, il dandy bellissimo, elegante, mondano, biondo e con gli occhi azzurri, ai cui piedi vorrebbero cadere molte donne di Parigi. L’ha conosciuto al Vélodrome d’Hiver, grazie a un amico comune e sarà un amore travolgente. Qualche anno fa Christie’s mise all’asta, nella meraviglia generale, una cinquantina di lettere (uscite in Italia per Archinto) che la Piaf inviò tra il novembre 1951 e il settembre dell’anno dopo al suo «grande tesoro», «uomo adorato», «tu!», «tenero amore», «piccolo angelo», «Re tanto amato»... Un flusso emotivo straripante e quasi privo di punteggiatura, segnato da numerosi errori di ortografia, da sottolineature, da punti esclamativi. Louis è stato per tredici volte campione della velocità su pista, ha quasi quarant’anni e una moglie, Bichette, con cui è sposato da un decennio. Edith è più giovane, 37 anni, ma il suo corpo minuto (un metro e 45) è consumato dall’alcol e dalla morfina. È la môme Piaf, un passato di abbandoni, malattie, povertà, prostituzione, finché con il successo arrivano cascate di denaro e una sequela infinita di amori per lo più disastrosi: quando incrocia lo sguardo azzurro del pistard più famoso di Francia si è già esibita al Carnegie Hall di New York e ha già nel suo repertorio «La vie en rose» e «Milord». Sono canzoni che canta in giro per la Francia dedicandole segretamente al suo Totò.
A mezzanotte e mezza del 15 febbraio, gli confessa che ha cantato il suo inno: «Plus bleu que tes yeux». Perché ogni notte, appena finisce il concerto, a Lione o a Marsiglia, la piccola Edith torna in albergo, strappa un foglio, due, tre, quattro fogli da un quaderno e comincia a rovesciare sulla carta la sua passione bruciante, senza pudore: «Sai, con il pensiero ti faccio una quantità di cose, non sono per niente timida», «Schiacciami contro di te!»; «Vorrei metterti tutto nudo sul letto, prima sulla schiena e baciarti dappertutto (...) ti avverto onestamente che nessun punto sarà risparmiato». Lo rimprovera con delicatezza dopo un incontro clandestino macchiato da un litigio: «Sei stato duro ieri, non ti avevo mai visto così con me, mi hai parlato con durezza perché avevo lasciato della cipria sulla tua cravatta...».
Gli scrive anche due o tre volte al giorno. Gli promette di essere docile, gli racconta che ha acceso un cero a suor Teresa perché protegga il loro amore, gli comunica di aver giurato in Chiesa che non toccherà mai più un bicchiere di alcol, gli assicura miracoli che neanche Giovanna d’Arco, gli garantisce che avrà tutti i diritti su di lei e che smetterà di cantare se lui glielo chiederà; potrebbero anche avviare un’attività insieme, ma lo supplica di «fare qualcosa di definitivo», di divorziare, di entrare in pianta stabile nella sua vita, compreranno una casa, lei acquisterà un terreno a Boulogne, condivideranno la sua fortuna, magari faranno un figlio...
Lui si dà da fare per cercare una casa, in primavera lascia provvisoriamente sua moglie, raccomanda al «Passerotto» di tenere i piedi per terra, ma lei è pazza, continua a fare progetti. E se Totò non le risponde, lei, che si firma «la donnina», invia telegrammi ansiosi ai suoi genitori. Finché a un certo punto la Piaf gli scrive impaurita: «Non lasciare Bichette, ferma la pratica di divorzio e la querela». La signora Gérardin li ha fatti pedinare da un detective, ha scoperto il tradimento e minaccia lo scandalo, prendendosela soprattutto con il «piccolo mostro». E allora Edith ribadisce: «Non fare nulla per il momento, smetti di tormentarti, resta con Bichette e io mi accontenterò...». Il 19 giugno sa di malinconia: «Anche se parto per l’America senza rivederti (...) so e sono certa che ti amerò con la stessa violenza». Tre mesi dopo, da New York l’ultima lettera: «Totò, quando riceverai questa lettera sarò sposata, e devo essere onesta nei confronti di Jacques e tuoi, lo faccio con tutto il cuore e sono felice di farlo, ti ho avvertito mille volte che mi avresti perduta ma tu non hai reagito». Jacques è il cantante Jacques Pills. Il matrimonio era stato celebrato il 29 luglio, testimone Marlene Dietrich.