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 2014  luglio 25 Venerdì calendario

CI MANCAVA ANTONIO PERCASSI, IL PRESIDENTE BOMBARDIERE

È stata davvero una bella idea quella di Antonio Percassi. Il presidente dell’Atalanta, per la tredicesima festa della “Dea”, ha sfilato a bordo di un Mig, il caccia militare vanto dell’aviazione militare sovietica e russa. Non troppo criptico il sottotesto metaforico della trovata, ribadito del resto dal nome della coreografia: “Bombardiamo la serie A”. Un’idea gioiosa e sbarazzina, per nulla fuoriluogo e nient’affatto macabra tenendo conto del contesto storico. Se le guerre si intensificano e il calcio italiano è pure lui troppo spesso una guerriglia livida, nulla di meglio che esplicitare le derive della contemporaneità sfilando – all’interno di una festa sportiva – con un rutilante strumento di morte. L’idea, oltretutto, pare essere piaciuta ai 12 mila e più presenti, che hanno plaudito il Condottiero Antonio tributandogli scatti, selfie e cori affettuosamente estatici: “Portaci in Europa, o Per-cassi portaci in Europa”.
L’ATALANTA È STATA UNA DELLE SORPRESE POSITIVE DELL’ULTIMA STAGIONE DI SERIE
A. Percassi, tornato alla presidenza nel 2010 dopo la retrocessione del 1994 e le dimissioni, conosce bene la città e non sta certo operando male. Nato a Clusone nel 1953, difensore rustico ma solido, nell’Atalanta è cresciuto e ci ha giocato lungo quasi tutto l’arco dei Settanta. Centodieci presenze in prima squadra e nessun gol. Calciatore con la vocazione all’imprenditoria, abbandonò la carriera a 25 anni per aprire a Bergamo i monomarca Benetton. Poi la joint venture con Amancio Ortega e i primi negozi Zara in Italia. Oggi ha un volume d’affari stimato sui 400 milioni di euro. Detiene il 3.9% di Alitalia e la sua holding Odissea contiene tra gli altri i marchi di cosmetica Kiko e il centro commerciale Orio Center. Percassi ha il fiuto per gli affari e la propensione alla teatralità con (apparente) retrogusto guerrafondaio. Basta guardare la fiera escalation coreografica delle festa della Dea.
Due anni fa, si presume ancora un po’ timido, arrivò in mongolfiera. Lo scorso anno il protagonista dell’assise fu un carro armato, che chiuse il suo allegro incedere demolendo due auto dismesse con i colori di Brescia e Roma, le tifoserie più odiate dagli atalantini. Attenzione però a criticare Percassi facendo leva su noiosi moralismi: la sua non è mera provocazione quanto piuttosto un’inclinazione spiccatamente gandhiana, che intende esorcizzare gli istinti bellicosi ostentandoli. Da qui la presenza del Mig, chiaro simbolo di amore e fratellanza. È dunque auspicabile, negli anni a venire, che Percassi continui su questa strada. Nel 2015, per esempio, potrebbe simpaticamente bombardare la Franciacorta con il napalm. Nel 2016 potrebbe donare a ogni abbonato un’ampolla tascabile di antrace. E nel 2017 sarebbe verosimilmente elettrizzante invadere Zagarolo in un parossismo di elicotteri nerazzurri: sulle note della Cavalcata delle Valchirie, ovviamente.
Andrea Scanzi, il Fatto Quotidiano 25/7/2014