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 2014  giugno 23 Lunedì calendario

MINISTRI, CSM E MEDICI BASTA SILENZI SU STAMINA


Un altro giudice, di Venezia questa volta , e un’altra ingiunzione a continuare le infusioni. L’Asl di Brescia dovrebbe individuare nel giro di due settimane un anestesista e un medico in Italia per riprendere il trattamento con le cellule di Stamina. Quello per cui altri medici dovranno rispondere di associazione a delinquere e truffa, per via delle indagini del procuratore Guariniello, in quanto quei preparati non rispondono ai requisiti di legge. Non solo: «Iniettare quei preparati non è solo inutile, è pericoloso», scrivono gli esperti della commissione del ministero.
Ma quel parere non vale, sentenzia il Tar del Lazio, perché quegli esperti si erano già espressi contro Stamina.
Chi la sbroglia, una matassa così? Il ministro della Giustizia tace. Quello della Sanità anche. Il Csm non interviene. Gli Ordini dei medici aspettano. Domandiamoci se tutto questo potrebbe accadere un giorno anche in Germania, in Francia o in Inghilterra? No, non può succedere. Se cerchiamo di capire perché, forse troviamo anche il modo di uscirne. In nessun altro Paese dell’Europa, un professore di psicologia si sognerebbe di mettere a punto una trattamento che comporti l’impiego di cellule staminali e, se lo facesse, non si troverebbe un solo medico disposto ad assecondarlo. Da noi quelli di Stamina medici ne hanno trovati e anche più di uno, ma bastava che l’Ordine dicesse «no» in base al Codice deontologico (nessuno di noi può praticare terapie segrete e non approvate dall’autorità regolatoria ) perché finisse tutto subito. Per praticare quelle infusioni, serve il parere di un comitato etico che in qualunque altro Paese avrebbe detto «no» perché non c’era nessuna ipotesi scientifica a sostegno di quel trattamento e nessuna prova di efficacia. E la Turco-Fazio, quella delle cure compassionevoli? Quella legge prevede che in casi davvero eccezionali si possa fare terapia cellulare anche senza l’avallo delle autorità regolatorie, purché ci siano dati che ne giustifichino l’uso pubblicati su accreditate riviste internazionali e a condizione che, quel che s’infonde, sia allestito in laboratori autorizzati nel rispetto dei requisiti di qualità previsti dalla legge. Stamina non risponde a nessuno di questi requisiti. Vuol dire che il comitato etico ha violato la legge ? Proprio così (anche perché, per legge, serve il consenso degli ammalati dopo che sono stati informati sul «rapporto favorevole fra i benefici ipotizzabili e i rischi prevedibili del trattamento»: chi può dirlo, nel caso di Stamina?). Meglio del comitato etico ha fatto il giudice Ciocchetti del tribunale di Torino, che ha respinto la domanda dei genitori di un bambino con una grave malattia del sistema nervoso perché «i preparati di Stamina non risultano conformi alle norme europee di fabbricazione dei medicinali e nemmeno alle disposizioni del decreto del ministero della Salute del 2006». Impeccabile e soprattutto coerente con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 28 maggio, «non è un diritto dei pazienti quello di ricevere terapie che non hanno prove scientifiche». Ma tutto questo, ai giudici che invece continuano a ordinare che a Brescia si proseguano le infusioni di Stamina, dev’essere sfuggito. Certo, in un altro Paese nessun giudice prescriverebbe una cura, tanto che il Lancet a proposito di Di Bella scrisse dell’Italia prendendo un po’ in giro medici e giudici: «Più giudizio clinico, meno giudici clinici». Loro, i giudici del lavoro , dicono che non prescrivono, dispongono solo che si dia seguito alla prescrizione di un medico; però dovrebbero poter giudicare che quel che il medico prescrive sia «prescrivibile», se no che giudici sono? Ma possibile che nessuno abbia fatto il suo lavoro con competenza e responsabilità, in questa storia ? L’hanno fatto i Nas e l’Aifa con l’ordinanza di blocco , e in qualunque altro Paese dell’Europa sarebbe bastato a fermare tutto . Come uscirne adesso? E cosa possono fare il ministro della Salute e quello della Giustizia? È vero che si dovrebbe cambiare la legge sulle cure compassionevoli? No, basta farla rispettare (aggiungendo se mai che non si può fare mai, per nessuna ragione, nessun trattamento di cellule che non sia autorizzato da Aifa e Istituto superiore di sanità). E la nuova commissione? Serve solo per stabilire se dar corso al decreto Balduzzi che però ha chiesto che si sperimentasse qualcosa che per legge non si può sperimentare; questo in Francia o in Inghilterra non succede mai. Una cosa potrebbero fare subito il ministro della Salute e quello della Giustizia: una lettera rispettivamente ai presidenti degli Ordini dei medici e ai giudici del lavoro, in cui richiamano i dispositivi di legge in casi come quello di Stamina, chiedendo di rispettarli e di sanzionare chi non lo fa. Alla lettera ai giudici del lavoro si potrebbe allegare l’ordinanza, documentatissima, del loro collega Vincenzo Ciocchetti; chi non avesse avuto tempo o voglia di approfondire la materia, troverebbe lì tutti i riferimenti per deliberare in sintonia con le disposizioni vigenti, le norme europee e le ragioni della scienza. Che ha un obiettivo solo, quello di proteggere gli ammalati.