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 2014  maggio 30 Venerdì calendario

QUANDO FANFANI GRIDÒ: «DIVENTEREMO TUTTI SCIMUNITI»


LA STORIA
ROMA Proprio ora il divorzio, non quello breve, compie 40 anni. O almeno, li compie il referendum sul divorzio dei 12 e 13 maggio del 1974. Quando oltre 19 milioni di italiani dissero «No» all’abrogazione della legge Fortuna-Baslini che aveva introdotto l’istituto del divorzio nel 1970. Una delle immagini di quella battaglia civile - in cui Il Messaggero giocò un ruolo di traino e di primaria importanza - che restano di più nella memoria italiana è contenuta nello spot che il Pci commissionò a Gigi Proietti. Indimenticabile quel mini-filmato.
LE FACCE
Proietti guarda la cinepresa e, con tutte le varie intonazioni e con ogni possibile smorfia, decine di volta in sequenza ma cambiando espressione, dice: «No», «No», «No», «No», «No»...
Il «No» avrebbe vinto e quello fu il primo referendum abrogativo della storia della Repubblica, mai più eguagliato - quanto a partecipazione - da tutti quelli successivi: 87,72 per cento di votanti. Il grande sconfitto di quella battaglia fu Amintore Fanfani, segretario della Dc, colui che più di tutti aveva voluto quella consultazione. E colui che assai avrebbe pagato questa sconfitta clamorosa. Ma nella sua campagna veemente, preso continuamente in giro dai vignettisti e da Fortebraccio sull’Unità, seppe essere anche profetico: «Volete il divorzio?», gridava, «e allora sappiate che dopo il divorzio verrà l’aborto e poi il matrimonio tra omosessuali».
PANNELLA

Ma la forza trascinante, nell’opinione pubblica e negli altri partiti, dei Radicali di Marco Pannella ebbe la meglio e rappresentò l’inaugurazione di una stagione di lotta per i diritti civili che vide i libertari pannelliani in posizione d’avanguardia nel rinnovamento dei temi, dei problemi, dei bisogni e dei linguaggi della politica. L’Italia laica e liberale si scoprì più forte dell’altra Italia. Anche se Paolo VI, pur evitando appelli in contrasto con l’obbligo del silenzio elettorale, disse domenica 12 maggio ’74 di sperare nella «sapienza» e nella «giusta riflessione» degli italiani in cabina. Poi, a scrutinio concluso, anche al Pontefice, a Fanfani e a tutto il mondo cattolico toccò ascoltare - da lontano - il comizio trionfale di Enrico Berlinguer. «Questa è una vittoria - disse il segretario del Pci - dell’Italia che è cambiata e che vuole e può andare avanti».
I «No» furono il 59,26 per cento. I «Sì», il 40,74. Nel Lazio, nonostante la presenza del Vaticano, gli anti-abrogazionisti vinsero con il 63,4 per cento. Gli avversari del divorzio si leccarono le ferite, dopo le grida di battaglia di Fanfani, come questo durante un comizio a Napoli: «Con il divorzio diventeremo scimuniti!». Il Pci, che sulle prime aveva considerato «una jattura» questa consultazione, la seppe cavalcare bene e da lì prese la spinta per i suoi successi degli anni di Berlinguer.