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 2014  aprile 24 Giovedì calendario

LA TROIKA ROVINA I CONTI DELL’ITALIA


Il Portogallo ha collocato ieri con successo il suo titolo di Stato decennale dopo tre anni di assenza dai mercati. Lisbona ha così raccolto 750 milioni di euro piazzando il bond con un tasso di interesse del 3,57%. Mentre la Grecia nel 2013 ha registrato un surplus di bilancio primario (al netto del pagamento degli interessi sul debito) di 1,5 miliardi di euro, un anno in anticipo rispetto alle aspettative.
La prova che la cura della Troika ha successo, a patto di dimenticarsi l’altissimo tasso di disoccupazione che affligge i due Paesi (in Portogallo è al 15,3, in Grecia al 27,5%). Peccato che la stessa cura stia mettendo nei guai l’Italia. A certificarlo sono i dati diffusi ieri da Eurostat, secondo cui l’anno scorso l’Italia ha speso 44,156 miliardi di euro per gli aiuti ai Paesi di Eurolandia sotto programma di assistenza internazionale, vale a dire Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro. Si tratta di una somma pari al 2,8% del pil italiano. Ma soprattutto è la quasi totalità del deficit annuale, ammontato nel 2013 a 47,345 miliardi e pari al 3% del pil, sempre secondo l’istituto di statistica dell’Ue. Se non avesse elargito gli aiuti per evitare la bancarotta di quei quattro Paesi, l’Italia avrebbe segni di invidia. Il deficit pubblico ammonterebbe infatti a soli 3,189 miliardi, pari allo 0,2% del pil. L’Italia sarebbe quindi a un soffio dal pareggio di bilancio e non avrebbe avuto bisogno di manovre correttive, con tutti i benefici che ne sarebbero derivati sull’andamento generale dell’economia.
A questo punto varrebbe la pena chiedersi se il gioco sia valso la candela. Anche perché, guardando agli altri Paesi di Eurolandia, l’unico che può davvero permettersi di aiutare gli altri è la Germania, che vanta un surplus di 190 milioni, nonostante il sostegno di 67 miliardi dato ai Paesi sotto le cure della Troika. L’Austria avrebbe un surplus sostanzioso senza i 6,863 miliardi di aiuti, che hanno invece provocato un deficit di 4,776 miliardi, pari all’1,5% del pil. E la Francia non chiederebbe in continuazione di rinviare di un altro anno il raggiungimento dell’obiettivo del deficit/pil al 3% perché sarebbe già ampiamente entro questi margini, all’1,9%: nel 2013 il deficit è infatti ammontato a 87,566 miliardi, pari al 4,3% del pil, a fronte di aiuti per 50,31 miliardi, il 2,4% del pil. Ora è difficile, se non impossibile, calcolare l’effetto sul pil dei tagli alla spesa pubblica fatti per mantenere i conti sotto controllo nonostante le forti somme elargite per finanziare gli aiuti a Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro. Ma è molto probabile che l’Italia l’anno scorso avrebbe accusato un calo del pil inferiore al -1,9% effettivamente realizzato. E comunque gli aiuti della Troika non sono riusciti ad abbassare il debito pubblico della Grecia, salito l’anno scorso al 175,1% del pil dal 157,2% del 2012. Debito pubblico aumentato in Italia dal 127% al 132,6%, il secondo più grande di Eurolandia. Di fronte a numeri del genere è difficile esultare per un’asta portoghese andata a buon fine.

Marcello Bussi, MilanoFinanza 24/4/2014