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 2014  aprile 24 Giovedì calendario

QUANDO LA FELTRINELLI CE L’AVEVA CON BIAGI


Sistemando la libreria (cosa si può fare di meglio, in una Pasquetta brumosa?) mi è arrivato in mano un libro che mi era piaciuto anche se lo avevo dimenticato perché era uscito nel 1977, quasi vent’anni prima che Berlusconi scendesse in campo, per dirla con le sue parole. L’autore è un giornalista di razza: Gigi Moncalvo. Il titolo è: Milano no, Edizioni Elle. Il libro raccoglie una lunga serie di interviste a personaggi milanesi famosi alla metà degli anni 70.
Fra questi, c’è anche Inge Feltrinelli che, con le sue parole, dimostra che il Paese era già stato da loro spaccato ben prima che Berlusconi scegliesse l’impegno politico. Già negli anni 70 infatti c’era un ceto, dotato di grandi mezzi, che demonizzava gli avversari e si proponeva di spaccare la società in due. Da una parte c’erano loro: gli intelligenti, i capaci, i puri, i disinteressati; la crème, insomma. Dall’altra invece: gli inclassificabili, gli impresentabili, gli ignobili. Gente da escludere, da gettare.
Enzo Biagi? Su di lui, Inge Feltrinelli è perentoria: «Lasciamolo perdere. Come fa Biagi a scrivere sul Corriere?». Stesse per lei, lo farebbe scomparire, raus! Anche se in fondo, la Feltrinelli, capisce questa debolezza dell’allora direttore del Corriere della Sera, Piero Ottone, perché, prosegue: «Biagi ha i suoi lettori, gente di provincia, che lo trovano interessante. Questo pressappochismo di Biagi, in fondo, piace». Anche se è da gettare. I radical chic infatti leggono ben altro e, quando sono stufi di leggere, mettono, come fece il marito Giangiacomo, delle bombe sotto i tralicci affinché anche i sordi (che sono tanti) intendano le loro ragioni. Pure Indro Montanelli, agli occhi della Feltrinelli, era un vitando, uno dal quale stare alla larga. «Rappresenta», spiegava la Feltrinelli, «una categoria che non mi interessa più. È un superstite. E poi il suo Giornale è un foglio per gente vecchia».
Perché le cose siano chiare, a proposito di quei due, la Feltrinelli precisava: «Le porte del mio salotto sono chiuse per Montanelli e Biagi. Non mi interessano nemmeno come persone, niente». Non contenta, la Feltrinelli si spiega meglio, per evitare che la sua concezione del mondo e delle persone sia travisata. Infatti aggiunge: «Tutta la vita è una scelta politica, certa gente non esiste per me» . Non esiste, capito?

Pierluigi Magnaschi, ItaliaOggi 24/4/2014