Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 24 Giovedì calendario

PORTOGALLO FUORI DALLA CRISI, VOLA L’EURO


Dopo tre anni di assenza il Portogallo torna sui mercati (senza l’assistenza della banche) e piazza 750 milioni di euro di titoli di Stato a 10 con tassi di interesse al 3,5752%, il livello più basso degli ultimi otto anni, e ben al di sotto del 5,112% del titolo collocato per via sindacato lo scorso febbraio. Il successo dell’asta fa ben sperare per un’uscita dal programma di salvataggio Ue-Bce-Fmi che ha imposto al paese rigide misure di austerity per risanare i conti pubblici. «È un buon risultato che ci dà fiducia per il futuro», ha commentato il premier Passos Coelho. In realtà si tratta della seconda emissione di titoli: Lisbona in precedenza aveva già messo all’asta bond a 5 anni o anche di durata inferiore, una sorta di «test» per verificare l’impatto sugli investitori in vista dell’uscita dal programma di aiuti attesa per metà maggio.
Va detto che la corsa agli acquisti dei bond portoghesi è iniziata a fine settembre 2013 quando sul mercato secondario i «vecchi titoli» avevano chiuso prezzando un rendimento dell’8,45%. Dopodiché è stata una discesa pressoché ininterrotta, escluso qualche strappo di volatilità, fin sotto il 3,6%.
Di strada ne ha fatta (ma in proporzione meno) anche il BTp italiano che lo scorso autunno viaggiava al 4,25% e che invece ieri a chiuso al 3,08%, sui minimi di sempre, con lo spread sul Bund tedesco a 156 punti, ai livelli di maggio 2011. Un buon segnale in vista delle aste in programma a fine mese per il Tesoro.
Oggi saranno offerti tra 3 e 3,5 miliardi di euro del nuovo CTz con scadenza aprile 2016 e una cifra complessiva compresa tra 750 milioni e 1,5 miliardi dei Btpei (indicizzato all’inflazione europea e non a quella italiana come invece il BTp Italia) con scadenza settembre 2024 e settembre 2026. Inoltre il Tesoro ha annunciato che in occasione dell’asta BoT di lunedì prossimo verranno offerti buoni a 6 mesi per 7 miliardi di euro, con un’offerta netta ancora negativa (in scadenza ne giungono 8,094 miliardi). Gli analisti di UniCredit considerano più attraente in questo momento la parte più lunga della curva del debito italiano e sono positivi in particolare sul titolo «settembre 2024».
Sul mercato azionario invece è stata una giornata da «orsi». Hanno prevalso le prese di beneficio e poi hanno pesato anche dati macro contrastanti provenienti dagli Stati Uniti. I listini hanno accelerato al ribasso dopo la pubblicazione dell’indice Usa sulla vendita di nuove case, risultato decisamente peggiore delle attese. Gli economisti si aspettavano a marzo vendite per 450mila unità a fronte delle 384mila realizzate, in calo del 14,5% dalle 449mila di febbraio. Dopo tre sedute di rialzi e un guadagno del 5%, Milano ha ceduto l’1,18%, peggio degli altri principali listini europei (Eurostoxx 50 -0,74%), in attesa di domani quando arriverà l’aggiornamento ufficiale sull’Italia da parte dell’agenzia di rating Fitch (BBB+ con outlook negativo). Moody’s, il 14 febbraio scorso - giorno della dimissioni di Enrico Letta - ha alzato le prospettive sul nostro paese da negative a stabili, confermando il giudizio Baa2. A Piazza Affari nel settore bancario è balzata ancora Mps (+3,3%), con Goldman Sachs che ha tolto il titolo dalla lista delle azioni europee da vendere.
Sul mercato valutario, euro tonico sopra quota 1,38 dollari, con il picco intraday (1,386) raggiunto dopo la pubblicazione del Pmi nell’area euro, in netto miglioramento. Gli investitori attendono nuove da Mario Draghi. Il presidente della Bce interverrà oggi ad Amsterdam in occasione dei 200 anni della banca centrale olandese e potrebbe dare qualche spunto di politica monetaria.

Vito Lops, Il Sole 24 Ore 24/4/2014