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 2014  aprile 23 Mercoledì calendario

L’85% DEI TEDESCHI È SODDISFATTO


Berlino.
Paradies Deutschland, è il titolo in copertina di Wirtschaftswoche, il più importante settimanale economico tedesco. Non occorre tradurre. Il sottotitolo aggiunge «Träumt weiter!» continuate a sognare, che è un invito poco rassicurante. Alla Germania non è mai andata così bene, ma la notizia non è questa: sorprende che i tedeschi se ne rendano conto.
Sono pessimisti per natura e per tradizione, magari con qualche ragione, a ricordare quanto è avvenuto nel Ventesimo secolo. Sono abituati a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, e sono sicuri che domani andrà peggio.
Cominciano a cambiare? La borsa regge, quasi al suo massimo storico, nonostante i timori di una guerra civile in Ucraina, alle porte di casa. E nonostante le sanzioni volute da Obama che, come un boomerang, minaccerebbero più noi europei occidentali, e più di tutti i tedeschi. Il che non dispiacerebbe agli Stati Uniti. «Non esageriamo, adesso», ha ammonito il ministro degli esteri, il socialdemocratico Steinmaier. Vedere che i loro politici si dimostrano sicuri e indipendenti, almeno nel limite del possibile, inorgoglisce i loro elettori. La Cina rallenta, ma anche nell’anno in corso si continuerà ad esportare e il pil crescerà dell’1,7, contro lo 0,3 del 2013. Un boom che fa bene anche ai partner, nonostante le critiche di Parigi e di Londra: le industrie tedesche garantiscono in Italia almeno 300 mila posti di lavoro. «Il mondo intero ci ammira», scrive la rivista: in un recente sondaggio della Bbc condotto in 25 paesi, alla domanda, chi abbia più influsso sullo sviluppo mondiale, la Germania si è piazzata al primo posto.
I disoccupati sono sotto i 3 milioni, mai così pochi, gli occupati oltre 42 milioni, mai così tanti, e il ministro delle finanze, Schaüble, promette che l’anno venturo il bilancio tornerà in pareggio per la prima volta dal ’69 (per inciso, perché mai noi italiani ce lo siamo imposto come dovere costituzionale, se perfino i tedeschi ci riescono una volta ogni mezzo secolo? Forse il professor Monti voleva farsi bello davanti alla Merkel).
Al Wirtschaftswoche si aggiunge Der Spiegel. La maggioranza dei tedeschi è soddisfatto dalla situazione del paese, informa, e la percentuale è identica tra i giovani (fino ai 29 anni), e i più maturi, oltre i 60: l’85% è contento. Gli insoddisfatti sono il 15% tra i giovani, e il 13 tra gli anziani. «Nessun governo nella storia è stato così amato a sei mesi dalle elezioni», ricorda la rivista di Amburgo. Non tutto è merito di Angela, si osserva, e neanche dei provvedimenti sociali del governo, perché i tedeschi sono tuttavia consapevoli dei rischi presenti.
Eppure cresce la fiducia nella politica. Come mai? Si stupisce Der Spiegel. La Grosse Koalition, in passato, era sempre stata considerata un compromesso necessario, comunque una resa. Ma quattro tedeschi su cinque l’avevano indicata come la scelta più ragionevole, e oggi non se ne pentono. I moniti sono scontati. «Ci va troppo bene?» Il successo rende presuntuosi e arroganti, si preoccupa Roland Tichy nell’editoriale di «Wirtschaftswoche». Il bilancio è in pareggio solo grazie ai tassi molto bassi decisi della Bce. Cosa accadrà un domani? Le nascite continuano a diminuire, mancano i lavoratori specializzati, che cosa succederà con l’euro? Anche per i giovani, si riconosce, le chance non sono mai state così tante, ma il «modello tedesco» sembra invecchiato.
Però continua a funzionare a meraviglia, e i cittadini non si preoccupano, né si lasciano inquietare dai moniti delle cassandre. In media ogni dipendente gode di sei settimane di vacanze all’anno, e i giorni si moltiplicano grazie ai ponti di cui i tedeschi sono diventati maestri: hanno il record dei turisti che viaggiano all’estero, e ora per la prima volta si va anche da loro. Berlino a Pasqua ha ricevuto 2 milioni di visitatori, e supera Roma, che gode del vantaggio di ospitare il papa, e del sole mediterraneo.

Roberto Giardina, ItaliaOggi 23/4/2014