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 2014  aprile 23 Mercoledì calendario

EUROSPRECHI, AI PORTABORSE D’ORO STIPENDI PIÙ ALTI CHE AI DEPUTATI


L’INCHIESTA
BRUXELLES La lunga lotta sindacale per conquistarsi uno spazio nella grande casta europea, anche se meno privilegiato di altri, ha portato i suoi frutti cinque anni fa, quando una riforma dello Statuto dei funzionari ha sancito la loro regolarizzazione. Gli assistenti degli Europarlamentari, un tempo vittime di un sistema che non prevedeva garanzie e dava luogo ad abusi di vario tipo, oggi godono di benefici per molti aspetti analoghi a quelli dei funzionari europei. Certo, lo stipendio è più basso di quello dei cosiddetti eurocrati: dai 1.680 euro al mese lordi per il grado più basso ai 7.740 euro per quello più alto.
INDENNITÀ DI ESPATRIO
Ma se si aggiungono assegni familiari e il 16% di stipendio in più grazie all’indennità di espatrio, garantita a chi dimostra di essere arrivato a Bruxelles negli ultimi cinque anni, i portaborse con il grado più alto possono guadagnare più del loro parlamentare, la cui retribuzione lorda si ferma a 7.957 euro. «In alcuni casi siamo noi a fare tutto il lavoro dei deputati: interrogazioni, emendamenti, liste di voto», spiega uno dei circa 1.500 assistenti accreditati. «Se prendessimo la parola e votassimo in Aula meriteremmo anche la diaria», che per gli europarlamentari vale 304 euro per ogni giorno di presenza. Alla qualifica di «assistente», loro, preferiscono quella di «consigliere politico», che sul curriculum fa più professionale. Ma, quando il lunedì pomeriggio accolgono il loro deputato sulla soglia del palazzo dell’Europarlamento o il giovedì gli portano la valigia fino all’ingresso dell’Aula prima della corsa verso l’aereo, ricordano soprattutto la figura tipica del portaborse. In realtà, gli assistenti sono di diverso tipo. C’è chi si limita a rispondere al telefono e preparare l’agenda del deputato. C’è chi si trasforma in vera e propria balia, accompagnando il parlamentare ovunque perché in cinque anni non ha ancora imparato come muoversi tra i vari palazzi. C’è chi fa l’interprete simultaneo a causa della scarsa conoscenza dell’inglese e del francese, in particolare tra gli eletti italiani. Infine c’è chi meriterebbe davvero di fare l’europarlamentare. Del resto, in alcuni paesi europei può essere un trampolino di lancio per la carriera politica: l’attuale segretario generale del PPE, Antonio Lopez-Isturiz, dal 1997 al 1999 era stato assistente all’Europarlamento.
I fondi mensili da destinare agli assistenti ammontano a 21.209 per ciascun deputato, che sceglie liberamente quale grado – e dunque stipendio – attribuire, per un massimo di 3 collaboratori accreditati, più un numero indefinito nel suo paese. Fino ad una decina di anni fa, la somma finiva all’europarlamentare, che pagava poco e spesso in nero.
3 ANNI DI SUSSIDIO
Ora, grazie alla riforma introdotta nel 2009, è l’Europarlamento che gestisce i fondi, garantendo una liquidazione e un sussidio di disoccupazione che non può essere inferiore agli 882 euro e superiore ai 2.076 per un periodo massimo di 3 anni. Le regole prevedono 42 ore di lavoro settimanale, gli straordinari non sono pagati, ma il lunedì mattina e il venerdì l’attività è a rilento. I momenti di svago mondano non mancano. Il giovedì pomeriggio, quando gran parte dei deputati sono rientrati, la piazza antistante all’Europarlamento a Bruxelles – Place Luxembourg – si riempie per un aperitivo di massa che dura fino a notte fonda. Durante le sessioni della plenaria a Strasburgo, l’appuntamento fisso è il dopocena al bar Les Aviateurs, aperto fino alle 4 del mattino.