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 2014  marzo 29 Sabato calendario

IL SENATORE IN FERRARI ENTRATO NEL CUORE DEL CERCHIO MAGICO


Gibiino chi è costui? Risposta: l’ultimo, prezioso anello della catena magica che imprigiona Silvio Berlusconi. Di nome fa Vincenzo ed è siciliano, di Catania. Oscuro peone parlamentare fino a qualche mese fa, noto unicamente per la sua costosa passione ferrarista, Vincenzo Gibiino è stato d’improvviso illuminato dal sole che affianca e sorveglia il Condannato: Francesca Pascale, aspirante Evita Peron del berlusconismo. È stata infatti “Francesca” a volerlo coordinatore di Forza Italia in Sicilia e poi a convincere “Silvio” a inserirlo in coda alla prima cerchia, quella che conta, del nuovo comitato di presidenza di Forza Italia. Agli occhi della Fidanzata, nonché della Badante Maria Rosaria Rossi, senatrice tuttofare di B., l’aitante Gibiino, avvocato civilista, ha un merito su cui non è concessa mediazione: è entrato nel cuore di una delle migliori amiche della Pascale. Di qui la folgorante ascesa, che ha fatto infuriare, e non di poco, una corregionale più famosa di Gibiino. Quella Stefania Prestigiacomo, siracusana, che con la scissione degli odiati Alfano (Agrigento) e Schifani (provincia di Palermo) sperava di riprendersi il partito siciliano.
Furia Prestigiacomo
che diserta per colpa sua
Invece no. Il rampante Vincenzo, come il cavallino delle sue amate Ferrari, ha scavalcato tutto e tutti. E così la nomina nella “serie A” del comitato di presidenza ha esplodere la rabbia e l’invidia contro di lui. La Prestigiacomo, offesa e incazzata, l’altro giorno ha disertato la prima riunione dell’organismo a Palazzo Grazioli. Mai successo. Per il cerchio magico questi sono i giorni della gloria e delle vendette contro i falchi berlusconiani. “Francesca” piazza i suoi, e anche “Maria Rosaria”. Maligna un falco: “La Rossi che è segretaria di Berlusconi ha messo nel comitato Fazzone che ormai le fa da segretario”. La corte berlusconiana assomiglia davvero, in senso farsesco non tragico, alla Salò di Mussolini.
Fuoriserie abbandonata
nel garage di Fiumicino
Gibiino è l’ultimo promosso in questa corte. Sul finire della legislatura precedente, l’avvocato catanese era deputato e pensò bene, in tempi di crisi e lotta alla Casta, di abbandonare una Ferrari nel parcheggio dei vip a Fiumicino. Un modello 430, acquistato per circa 200mila euro. A dire il vero, Gibiino ne ha altre due. Una mania che gli è valsa la presidenza del Ferrari Club Italia. Carica che non gli ha impedito recentemente di vergare alti lai “contro la povertà che dilaga”. La sua fedeltà al Condannato è barocca, ostentata, sembra copiata da un Razzi o uno Scilipoti qualunque: “Se Berlusconi fosse arrestato, cercherei di impedirlo col mio corpo, mettendomi tra le guardie e il presidente. Certo che lo farei. Ma lo farebbero anche tantissimi che sono vicini al presidente”. Per Gibiino, l’ex Cavaliere è una divinità terrena: “Berlusconi è una delle frequentazioni che mi hanno fatto più crescere, che mi hanno riempito di più il cuore e la mente. È una persona veramente eccezionale. Chi lo conosce ne trae fortuna e forza nello spirito. Berlusconi emana una grande forza, ha un grande carisma. Ed è un grande uomo”.
Trasferte in Ucraina
per esportare il sistema Iacp
Adesso lo spirito di Gibiino è ancora più solido grazie a un’amica di “Francesca” e questo lo rende intoccabile nella nuova Forza Italia concepita dal cerchio magico del Condannato. Attualmente senatore, a Catania “Vincenzo” è stato un pezzo importante del potere del Pdl. Al punto da essere stato a capo dello Iacp, l’Istituto autonomo case popolari. Quando la Corte dei conti contestò spese e assuzioni dell’ente, vennero fuori le trasferte di Gibiino in Brasile, Ucraina e Romania. Motivo, dalle cronache di allora: “p r o-getti sperimentali di edifici da costruire nelle favelas brasiliane, realizzazione di alloggi per le forze armate rumene, creare le condizioni di cooperazione per esportare il ‘sistema Iacp’ in Ucraina”.
Il disprezzo di Firrarello:
“Che pulitu stu caiordu”
A Catania, le sue fortune Gibiino le ha costruite a rimorchio della potente coppia familiare formata da Firrarello e Castiglione, il secondo genero del primo. I due, con relative vicissitudini giudiziarie, sono poi andati con Alfano nel Nuovo Centrodestra. Gibiino, al contrario è rimasto con Berlusconi. Al momento della rottura, Firrarello, condannato a due anni per corruzione (ma adesso la Cassazione ha sancito che il reato era prescritto), trattò con disprezzo estremo Gibiino: “Che pulitu stu caiordu”. Che tradotto dal siciliano vuol dire: uno sporco che si presenta pulito . Ancora: “Non c’è peggio di quando le persone si ubriacano. Gibiino peraltro non è abituato a bere e qualche goccio in più gli avrà fatto male. È stato sufficiente che la Santanché lo invitasse una sera a cena per pensare che la sua vita fosse cambiata”. Dalla Santanchè alla Pascale, di cerchio in cerchio, Gibiino è andato veloce come una Ferrari.