Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 28 Venerdì calendario

“Siete contenti? Avete visto?” E la 13enne si impicca in casa Fabio Albanese «Siete contenti? Avete visto?»

“Siete contenti? Avete visto?” E la 13enne si impicca in casa Fabio Albanese «Siete contenti? Avete visto?». Nei due biglietti trovati nella stanzetta di una ragazzina di 13 anni, parenti e investigatori cercano da ieri pomeriggio i perché di un gesto terribile e inspiegabile: il suicidio di una adolescente senza apparenti problemi se non quelli, normali, dei ragazzini di questa età. A trovare il cadavere è stato, ieri pomeriggio nella loro casa di un quartiere popolare di Gela, il padre. Ha aperto la porta della camera della figlia e l’ha trovata impiccata con una corda appesa tra l’armadio e la porta. Ha provato a soccorrerla, a rianimarla, ci hanno provato pure i medici dell’ospedale di Gela dove è stata subito portata, ma non c’era più nulla da fare. La procura ha aperto un’inchiesta. Pare che poco prima di morire la ragazzina, che frequentava la terza media e aveva due fratelli più grandi, di 17 e 22 anni, fosse stata pesantemente sgridata dal padre e dunque la prima ipotesi è che si sia trattato di una reazione esagerata o, anche, di un gesto dimostrativo che però non ha saputo più controllare. Ma poi ci sono quei due bigliettini senza intestazione, quella frase non si sa a chi rivolta, e ci sono le voci che dicono che a scuola non andasse d’accordo con alcuni compagni. E, forse, un disagio tra i banchi può esserci stato davvero visto che, dopo i primi due anni in una scuola, aveva deciso di cambiare istituto. Ma per ora restano solo domande sospese con la possibile ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Si cercano risposte sul telefonino e sul pc della ragazza, che avrebbe compiuto 14 anni a giugno; e si cerca un fidanzatino, visto che sul profilo Facebook lei si definiva «impegnata».