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 2014  marzo 28 Venerdì calendario

LO SFOGO DI COTTARELLI: COSTO 2 MILA EURO AL MESE


ROMA — «Chi scrive a proposito del costo del Commissario per lo Stato, dovrebbe stimare che il mio lavoro costa alla Repubblica Italiana circa 28.500 euro l’anno». Firmato Carlo Cottarelli.
È uno sfogo in piena regola quello che l’ex direttore del Fondo monetario internazionale ha affidato al proprio blog, ignorando gli inviti alla prudenza dei suoi consiglieri. Una ricostruzione completa della propria posizione reddituale e patrimoniale, per rispondere alle polemiche sui suoi presunti compensi, che termina con una rivelazione: al netto delle tasse pagate in Italia, il favoleggiato compenso si riduce a poco più di duemila euro netti al mese. Come sia possibile lo spiega lui stesso: «Avevo in passato indicato pubblicamente che la mia retribuzione annua lorda è stata determinata in 258 mila euro (inferiore al tetto di 301 mila euro per i dipendenti pubblici nel 2013). Mi è stato fatto notare che questa informazione non era però stata inserita» sul sito. Perciò, «sebbene non esista alcuna norma che imponga né inviti il Commissario Straordinario a pubblicare informazioni personali, pubblico sul sito tutte le informazioni riguardanti il mio stato patrimoniale e il mio reddito, scegliendo come riferimento le norme rigorose che riguardano i componenti degli organi di indirizzo politico, pur non essendo annoverabile nella categoria.
Ed ecco spuntare la casa di Washington del valore di 850 mila dollari in comproprietà con la moglie, come quella di Cremona, da 250 mila euro. E le attività finanziarie: investimenti nel Fondo Azimut per un milione e 800 mila euro. Poi la pensione percepita dal Fmi: 220 mila euro. E il compenso da commissario: 258 mila euro, circa 140 mila netti: «380 euro al giorno», precisa in parentesi.
Come si arriva a 2 mila e rotti euro? Cottarelli spiega di aver scelto di tornare a lavorare in Italia e quindi di percepire qui la pensione del Fmi per la quale ha versato i contributi negli Usa, assoggettandola così al prelievo fiscale italiano. Tutto ciò anche se negli Stati Uniti la pensione «sarebbe stata tassata solo parzialmente e con un’aliquota molto più bassa» del 46,23% italiano. Ed ecco il punto: «Le tasse che pago in Italia sulla pensione del Fmi coprono più dell’80% del compenso che ricevo per il lavoro di commissario (115 mila euro di tasse contro 140 mila di retribuzione netta)». In altre parole «il mio lavoro di Commissario costa alla Repubblica Italiana circa 28.500 euro l’anno». Circa 2.300 euro al mese.
Infine una promessa: «Se, come da me proposto, si riducessero i compensi per i dirigenti pubblici, troverei giusto che la stessa riduzione si applicasse alla mia retribuzione, anche se, formalmente, il ruolo di Commissario non è equiparato a quello di un dirigente pubblico».
Fine delle polemiche?