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 2014  marzo 27 Giovedì calendario

REDDITI DEGLI ITALIANI: -1,7% «REALE» NEL 2012 LA MEDIA È 19.750 EURO


Pochi ricchi, ma tanto, e guadagni effettivi ancora in discesa (-1,7%) perché l’aumento nominale dello 0,5% scompare di fronte all’inflazione. Dal quadro delle dichiarazioni dei redditi 2012 (i modelli che i contribuenti hanno presentato lo scorso anno) diffusi ieri dal dipartimento delle Finanze con la nuova modalità «open data» emergono due dati chiave: il 5% dei contribuenti dichiara il 23% dei redditi, e il guadagno medio degli italiani scende in termini effettivi. Rispetto al 2008, ultimo anno "normale" prima della crisi, la flessione è ancora più evidente e segna un -6,1% se si considera l’inflazione del periodo. Il segno meno accompagna le dichiarazioni in tutto il Paese, ma dietro al record negativo della Sardegna (16.840 euro di media; -7,3% reale rispetto al 2008) si segnala la frenata della Lombardia, che rimane la Regione più forte per guadagno medio lordo (23.320 euro) ma vede il potere d’acquisto dei redditi dichiarati scendere del 7,2% in quattro anni.
La crisi colpisce duro dalle parti dei lavoratori dipendenti. Nonostante in media guadagnino più degli «imprenditori individuali» (20.280 euro contro i 16.380 di chi è in contabilità semplificata), perché le dichiarazioni non tengono conto del reddito delle società, i lavoratori dipendenti presenti nelle dichiarazioni sono 160mila in meno rispetto all’anno prima, mentre il numero di persone che hanno inserito redditi da pensione è cresciuto di sole 66mila unità: all’appello mancano quindi almeno 100mila contribuenti, che hanno ingrossato le file dei disoccupati o hanno tentato la strada del lavoro autonomo. Chi rimane in campo vede invece una sostanziale tenuta del proprio reddito: nel 2012 è stato registrato un piccolo aumento, circa 21 euro lordi al mese, che di fatto rappresenta poco meno dell’inflazione registrata nel 2012. Non accade lo stesso ai redditi da lavoro autonomo, che nel 2012 crollano in media del 15% sul 2011, senza nemmeno considerare l’inflazione. Giù anche i redditi dominicali (che gravano sui terreni) e quelli da fabbricati, ma qui la ragione è facile da trovare: nel 2012 questi immobili erano stati assoggettati a Imu e quindi erano stati esentati da Irpef (nel frattempo la situazione è ancora cambiata).
Male anche i redditi d’impresa, che per chi è in contabilità ordinaria sono passati da 5,76 ai 5,06 miliardi: crescono i guadagni complessivi dichiarati da chi è in contabilità semplificata (da 26,1 ai 28,2 miliardi), ma la platea è cresciuta di 230mila unità e quindi il reddito medio è sceso da 17.480 euro a 16.380 euro lordi annui.
Guadagna spazio la cedolare secca sugli affitti: nel 2012 l’imposta leggera (aliquote fisse dal 19% al 21% a seconda del contratto) è stata scelta da oltre 764mila contribuenti, che hanno dichiarato 1,23 miliardi di base imponibile.
La media italiana si attesta sui 19.750 euro di reddito dichiarato, con un calo del 6,1% sul 2008 e dell’1,7% rispetto al 2011. Stando poi alle divisioni in "ventili" di reddito, il Mef segnala che il 5% più ricco dei contribuenti dichiara il 22,7% del totale. Che corrisponde poi addirittura a più di quanto dichiara la metà dei contribuenti, quella con i redditi più bassi. Insomma, chi appartiene a quel 5% guadagna in media dieci volte tanto degli italiani più poveri. Non solo: a superare il tetto dei 300mila euro lordi annui sono solo lo 0,1% del totale.