Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 24 Lunedì calendario

IL RITORNO DEL DEMONIO

Da quando ho cominciato a informarmi su Satana ed esorcismi, il mio Mac, che non ha mai perso un colpo, ha cominciato a spegnersi, e i tecnici non si spiegavano la ragione. Anche Word, comune e ben rodato programma di scrittura, soffriva della sindrome dei margini impazziti. Avendo condotto ricerche in Rete, l’algoritmo di Google ha cominciato a propormi maghi, occultisti, esorcisti on line, amuleti ma anche demonietti con le corna. Quando mi è arrivato a casa un pacco anonimo con libri inquietanti sono corsa ai ripari. Ora sul mio desk campeggia una grande immagine dell’Arcangelo Michele, supremo nemico di Lucifero. Per sicurezza ho anche asperso lo studio con l’acqua di Lourdes, e tutto ha ricominciato a funzionare. Sono in grado di rendere noto che per effetto collaterale della crisi o per un contraccolpo della grande ondata di spiritualità ispirata dal pontificato di Bergoglio – in questi giorni celebra il primo anno – è in corso un grande ritorno del Demonio. Sulle insidie del Principe del Male il pontefice argentino ha messo in guardia fin dalle prime omelie. Celebrando la messa a Santa Marta, l’11 ottobre 2013, ha ricordato che “la presenza del Demonio è nella prima pagina della Bibbia, e la Bibbia finisce anche con la presenza del Demonio, con la vittoria di Dio sul Demonio”. Per lui Belzebù non è una metafora, lo chiama per nome per indicare che non si tratta di un mito o di una proiezione di fantasmi e angosce interiori. Una delle prime volte che il nuovo Papa si è mescolato alla folla è parso compiere proprio un esorcismo. E, benché l’ipotesi sia stata smentita dal direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, il filmato – mandato in onda su Tv2000 nell’ambito di una rubrica dal suggestivo titolo Vade Retro – spopola su YouTube. Mostra Francesco a colloquio con un disabile, trattenuto per le spalle da un sacerdote che apre la mano destra in un gesto che indica il numero cinque, quello del pentacolo infernale. Il Santo Padre traccia una croce sulla fronte dell’ammalato e gli impone le mani sul capo. Padre Gabriele Amorth, decano degli esorcisti, spiega che anche papa Ratzinger metteva in guardia dalle insidie del Demonio: “Dapprima come Arcivescovo e poi come Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, non si è mai stancato di sottolineare la reale esistenza del Maligno e dell’Inferno”.

Sulla base dell’esperienza di Padre Amorth, quindi, Belzebù “soffre molto” anche solo a sentire nominare Benedetto XVI, e si contorce di paura e orrore al suono del nome di papa Wojtyla “invocato nei riti di liberazione”. Il sacerdote, quasi novantenne, ha consacrato la lunga vita a combattere il Principe delle Tenebre. Secondo lui “la maggiore insidia di Satana è farci credere che non esiste”. Lucifero infesta luoghi e persone tanto che nel 1999 è stato riformulato il rituale (basato sul prologo di San Giovanni sulla cacciata dei demoni). Padre Amorth, presidente dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, racconta: “La mia grande battaglia è stata convincere i vescovi che il Diavolo non solo esiste, ma crea fenomeni. Molti non avevano mai visto né sentito parlare di questa pratica quasi abbandonata da 300 anni”. L’Associazione fondata nel 1990 con 12 membri, tre anni dopo è diventata internazionale e oggi ha centinaia d’iscritti: “Impossibile sapere quanti. In Italia più di 300, pochi a tempo pieno come me: molti dedicano all’attività uno o due giorni la settimana”. Nominato esorcista diocesano a Roma nel 1986 (per affiancare padre Candido Amantini, sacerdote passionista per il quale è aperta la causa di beatificazione e canonizzazione), Amorth ha al suo attivo da allora oltre 50mila liberazioni. Per ottenere questo incarico è necessario pregare e studiare, essere dotati di pietà, scienza e prudenza, seguire regole di discernimento consolidate in secoli di pratica, distinguere le autentiche possessioni dalle malattie psichiche o dalla disperazione. Padre Vincenzo Taraborelli, 76 anni, esorcista carmelitano a Roma, ogni mattina trova davanti alla porta della sua chiesa in via della Conciliazione, a due passi dal Cupolone, una cinquantina di persone che chiedono aiuto. Tutte indemoniate? No, ha spiegato di recente a La Repubblica: “La maggior parte è gente normale, che soffre in famiglia, al lavoro, persone ferite nel campo di battaglia che è divenuta l’esistenza dei più”. Il 90 per cento è afflitto da turbamenti umani: incomprensioni, scuole frequentate controvoglia, senso d’inferiorità, incertezze, amarezze, sconfitte. In questi casi il sacerdote offre consiglio e benedizioni. Talvolta, invece, salta fuori un disturbo di natura psicotica. A Genova la curia, per vagliare i casi di presunta possessione, ha istituito una task force di sei membri: tre esorcisti, un neurologo, uno psichiatra, uno psicologo, i cui nomi sono segreti. A Milano dal lunedì al venerdì è attivo un call center (028556457) per cercare un esorcista, ottenere informazioni o essere indirizzati. Nelle prime tre settimane hanno avuto 60 telefonate. La maggior parte dalla città, dove più forte è il disagio sociale, ma anche dove “operano maghi, cartomanti, occultisti, falsi profeti che ingannano la gente e aprono le porte al male”. Chiamano persone di ogni età, maschi e femmine, di ogni ceto sociale e livello di studi. Così, il cardinale Angelo Scola ha ampliato il collegio degli esorcisti, portandoli da sei a 12. Nel 2010 la diocesi di Napoli ne ha nominati tre nuovi. A Cagliari lo stesso. Il fenomeno non è solo italiano. L’arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela, ne ha appena scelti otto. Secondo il quotidiano Le Monde “tutte le diocesi della Francia sono provviste di almeno un esorcista. Trent’anni fa nel Paese se ne contavano una trentina, oggi sono più di 120”. (Quello di Parigi precisa che “i veri casi di possessione sono molto rari”, una decina su 2.400 telefonate ricevute solo nel 2013 dal suo servizio. In Polonia esce addirittura Egzorcysta, prima rivista dedicata. La crescita degli esorcisti, da quattro a più di 120 negli ultimi 15 anni, va di pari passo a quella dei casi di possessione e di “fastidio diabolico”, che la Chiesa a Varsavia attribuisce al fiorire dell’occultismo. C’è una lista di attesa di tre mesi per avere un consulto e l’anno scorso 60mila persone si sono radunate nello stadio di Varsavia, per assistere a un rito di massa praticato da un prete ugandese davanti a una croce alta 15 metri.

Nel 2010 alla diocesi di Chicago si registrò un grande stupore di fronte al successo di un seminario di formazione per aspiranti esorcisti. Secondo un’indagine YouGov del settembre 2013, il 50 per cento degli americani crede alla possessione diabolica, indipendentemente dalla fede che professa. Non si contano, negli Usa, officianti improvvisati, che offrono consulti e riti via Skype (prezzo medio 300 dollari), on line, per telefono e persino per corrispondenza (si debbono spedire a caselle postali anonime foto, ciocche di capelli o unghie dell’indemoniato). Il rituale vero e proprio rimane comunque un’avventura sconvolgente. Il soggetto dovrebbe acconsentire a renderla pubblica ma, essendo posseduto da un’entità malvagia, non è considerato in sé. Urla alla sola vista dell’acqua santa. Dentro di lui, il Diavolo resiste con tutte le sue (considerevoli) forze. I segni certi della presenza, secondo la dottrina, sono quattro: l’avversione al sacro, parlare lingue antiche o sconosciute, avere forza superiore al normale, e, naturalmente, adorare il male. La pratica è una lotta anche fisica. Sulla Rete si trovano video impressionanti: indemoniati trattenuti da parenti o amici e incalzati da un sacerdote che minaccia e interroga Satana senza tregua, fino alla resa. Quando cessano i sintomi fisici e psichici che lo torturavano, il posseduto si rilassa e rinasce a nuova vita. Secondo il rito ufficiale si comincia con una lunga preghiera, poi si chiede a Satana di rivelarsi e di pronunciare il suo nome. Spesso, racconta Padre Amorth nel libro L’ultimo esorcista (Piemme), scritto insieme a Paolo Rodari, può capitare che i demoni siano molti. “Lucifero, sei solo?”, chiede l’esorcista. E possono manifestarsi intere legioni di diavoli, alcuni mai visti né sentiti. Durante una seduta, il Demonio fu costretto a confessare a padre Amorth che i cinque demoni più potenti degli Inferi sono Satana, Lucifero, Belzebù, Belial e Meridiano. Ma le parole del Demonio vanno prese con le molle, mente, prende in giro, dice parolacce o fa profferte oscene. Detesta il latino e non può nulla contro la Madonna. L’esorcista don Paolo Ciccotti ha raccontato che un demone, per bocca del posseduto, ha detto: “Se non fosse per lei, ti avrei già fatto a pezzi, ma lei ha pietà di tutti, anche di me”. Lei, la Vergine, di cui il sacerdote reggeva un’immagine: molte liberazioni, infatti, avverrebbero nei luoghi delle apparizioni e venerazioni mariane. Perché i demoni infestano gli umani (anima e corpo) e le loro case? Da quello che ho capito, con approssimazioni e difficoltà, consente di rallentare il precipizio verso l’Inferno con la ghiotta occasione di trascinare altre vittime. Tutti, comunque, sono in definitiva destinati alla Geenna, un luogo – o uno stato – di supplizio e di pena talmente orribile che non piace neppure alle legioni infernali, figuriamoci agli uomini. Resta da capire, allora, come mai in secoli di esorcismo ci siano ancora tanti spiritacci in giro.