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 2014  marzo 12 Mercoledì calendario

MICHELLE HUNZIKER – DIAMO UNO STIPENDIO ALLE CASALINGHE


Michelle Hunziker ci attende sul set fotografico. Sorseggia un caffè, mentre dalle finestre filtra un anticipo di primavera. Dobbiamo parlare di donne. L’8 marzo è stato ricordato il loro ruolo nella società, si è parlato di leggi contro lo stalking e il femminicidio e di parità in politica. Proprio sulla battaglia per le “quote rosa”, cioè per inserire una rappresentanza fissa di donne nella legge elettorale, Michelle ci dice: «Penso che sia un principio giusto, abbiamo capito in tutti questi anni che la parità dei diritti deve passare attraverso la legge».
Ma la showgirl vuole andare oltre, e lanciare una proposta che riguarda le donne immerse nella vita di tutti i giorni: le casalinghe. «In Italia sono 5 milioni e forse di più, noi chiediamo che il loro impegno venga considerato un lavoro a tutti gli effetti e venga, quindi, retribuito. È giusto che chi fa la scelta nobile di occuparsi dei figli e della casa abbia un proprio ruolo, un riconoscimento, e non debba dipendere economicamente dal marito. Questa è la nostra proposta (la trovate nei dettagli sul sito www.doppiadifesa.it, ndr) e ognuno può contribuire a migliorarla, in attesa che la politica se ne interessi e la trasformi in legge».
Domanda. Perché ha deciso di concentrarsi sulle casalinghe?
Risposta. «Mi sono occupata nello specifico di violenza domestica, un fenomeno diffuso tristemente in tutta Europa, che credo dipenda anche dal mancato riconoscimento del ruolo della donna in casa. In Italia c’è un modello famigliare radicato nella tradizione, dove è scontato che la “femmina” curi la casa e i figli, in una condizione di subalternità rispetto al marito. Quando la donna prende coscienza del ruolo e reclama più considerazione e collaborazione, l’uomo non lo accetta, lo vede come una forma di ribellione».
D. E il fattore economico?
R. «La casalinga, non essendo pagata per il lavoro che svolge in casa, deve quasi “elemosinare” i soldi al marito per le proprie necessità e, se cerca di emanciparsi, nascono ulteriori conflitti. Ma c’è di più. Se una donna non ha reddito, non avrà il coraggio di ribellarsi a un eventuale comportamento violento del marito, perché finirebbe in mezzo a una strada o in una casa famiglia per anni, in attesa di una sentenza».
D. Quanto vale il lavoro di una donna o di un uomo in casa?
R. «Il sito americano Salary.com ha stimato il valore economico del lavoro in casa, in base alle ore svolte, e sa a quale cifra è arrivato? 7 mila euro al mese! (ride, ndr). Noi ci accontentiamo di molto meno, ma condividiamo la sostanza del ragionamento. Per questo chiediamo a tutti di intervenire sulla nostra proposta e aiutarci a definirla anche in questi termini».
D. Giulia Innocenzi, giornalista di Servizio pubblico di Michele Santoro, ha scritto a proposito di voi su Facebook: “Sono contrarissima, loro propongono lo stipendio alle casalinghe per diminuire la discriminazione. C’è un solo modo: il lavoro. Perché non spendere i soldi destinati a un ipotetico stipendio alle casalinghe per asili nido e incentivi all’occupazione femminile?”.
R. «Quelli come la Innocenzi pensano che dare uno stipendio alla casalinga voglia dire impedirle di lavorare, ma l’emancipazione è poter scegliere, ci dev’essere il diritto di lavorare e realizzarsi fuori casa e quello di dire “voglio occuparmi della casa e dei bambini”, che è una scelta nobile perché chi la compie rinuncia alla propria realizzazione in un mondo che ti dice che per affermarti devi occupare ruoli di prestigio. E sai perché? Perché la casalinga non è considerato un lavoro. Se diamo il sussidio ai disoccupati e non alle casalinghe, vuole dire che queste non esistono».
D. Chi dovrebbe pagare lo stipendio alle casalinghe?
R. «Fino a un certo reddito del marito dovrebbe occuparsene lo Stato, oltre una certa soglia è il marito stesso che corrisponde una cifra stabilita per legge. Almeno questa è la nostra proposta, ma è anche su questo che vogliamo aprire il dibattito».
D. Renzi vuole estendere il sussidio di disoccupazione a diverse categorie. Grillo parla di reddito di cittadinanza, vi rivolgerete a loro?
R. «Siamo aperti a ogni partito che voglia accogliere la nostra proposta».
D. Secondo lei le leggi a tutela della donna funzionano?
R. «Il fatto che sia passata la legge sullo stalking è un piccolo passo, un deterrente importante, ma da lì a dire che abbiamo risolto il problema non è vero. I processi sono interminabili e la vittima può subire ulteriori ritorsioni. Secondo noi il vero deterrente contro lo stalking e, peggio ancora, il femminicidio, è una pena forte: se uno sa che facendo una cosa non esce di galera, ci pensa tre volte».
D. Non c’è più il ministero per le Pari opportunità.
R. «Un segnale bruttissimo, noi siamo per i diritti uguali per tutti e togliere questo ministero è un peccato perché già prima in Parlamento, quando si parlava di violenza sulle donne, c’erano le sedute deserte. Facciamo un appello a Renzi, che sembra una persona sensibile e intelligente, affinché si interessi al tema della tutela della donna e della parità, al di là della nostra proposta di legge».
D. Si fida della politica?
R. «Mi fido della politica ma non dei politici, occorrono uomini e donne di buona volontà. Io spero che Renzi sia concreto, come sindaco è stato bravo».
D. Ci sono nuovi ministri donna, che sono stati oggetto di parodie e prese in giro, dal complimento pesante delle Iene alla caricatura di Virginia Raffaele.
R. «Ho costruito la mia carriera sul farmi prendere in giro, mi sono sempre posta in modo autoironico: chi si prende sul serio è perso. Il politico dev’essere concreto, ma va bene sorridere di se stessi, se uno ti dice “che bella gnocca” prendi e porta a casa (ride, ndr)».
D. Nella sua vita ha visto il meglio e il peggio degli uomini, crede ancora in loro?
R. «Ma certo, guarda che l’uomo è una categoria importantissima, dobbiamo procedere mano nella mano. Quello della violenza non è un problema solo dell’uomo, è un problema di tutti. Gli uomini nascono dalle donne e il comportamento dei genitori condiziona i figli: un padre violento educa un figlio violento, una mamma che non si ribella, che non denuncia, fa lo stesso. Per questo le donne devono spezzare la catena, denunciando gli abusi».
D. Parlando, invece, di principi azzurri, sta preparando le nozze con Tomaso?
R. «Desideravamo sposarci in estate, ma vogliamo fare un matrimonio talmente bello che posticiperemo la data».
D. Come vede Tomaso in tv a Project Runway?
R. «È bravissimo, ha la battuta pronta, è veloce. In tv funziona molto, è un imprenditore al servizio di una trasmissione, se la cava alla grande».
D. In Germania ha condotto gli Oscar tedeschi: com’è baciare Matthew McConaughey?
R. «Ma hai visto il mio Tomaso? Era seduto fra il pubblico e guardavo lui, mica Matthew!».
D. La rivedremo in tv a Striscia, cosa farà nel frattempo?
R. «Sto lavorando in Germania, mi godo la famiglia e sto scrivendo un progetto per la tv con Bibi Ballandi. Infine, ho progetti belli per ottobre-novembre su Mediaset».
D. Ultima domanda: ma la Hunziker si è fatta davvero la Ferrari come abbiamo mostrato su “Chi”?
R. «Tommy ha la passione delle macchine e dei motori, io no, chiariamolo! Però, per andare incontro alla sua passione, lo accompagno a vedere le macchine e siamo andati a provare questo bolide. Ma chiedete a lui, a me basta una 500, uso la macchina di mia figlia!».