Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 24 Lunedì calendario

IL PAPA AI CARDINALI: LA CHIESA NON È UNA CORTE SIATE SERVITORI E RIFUGGITE DA INTRIGHI E CORDATE


CITTÀ DEL VATICANO — Un pranzo fra i cardinali Maradiaga e Mueller ha sancito la pace fra i due porporati di recente avversari, per il bene di Papa Francesco. Forse anche a questo pensava ieri Jorge Mario Bergoglio, quando nella messa con le 19 nuove “berrette rosse” create nel Concistoro di sabato, ha lanciato un lungo, doppio monito ai nuovi membri del Sacro Collegio. «Il cardinale — ha scandito il pontefice — entra nella Chiesa di Roma, non in una corte. Evitiamo tutti abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze ».
Che cosa è successo per portare il Papa argentino a un avvertimento così chiaro nei confronti del Collegio cardinalizio? C’è chi teme che la stagione dei Vatileaks, il caso delle carte trafugate dall’Appartamento del suo predecessore Benedetto XVI e poi diffuse, non sia del tutto terminata. E a questo ha fatto pensare una recente dichiarazione dell’ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, il quale ha fatto capire di avere un archivio ben fornito. Ma forse Bergoglio intende anche fermare qualsiasi dissapore all’interno della sua compagine, visti i duri botta e risposta sulla comunione ai divorziati risposati che ha diviso Oscar Rodriguez Maradiaga, capo degli 8 cardinali chiamati a riformare la Curia, da Gerhard Ludwig Mueller, prefetto per la Dottrina della fede.
Nei giorni scorsi, i due alti porporati si sono così incontrati, firmando informalmente una tregua, che sarà sancita domani dalla presentazione che Maradiaga farà a Roma dell’ultimo libro di Muel-ler, con prefazione addirittura del Papa. Tutto si tiene, dunque. E vedremo come il prefetto dell’ex Sant’Uffizio riuscirà a smussare gli angoli dottrinali finora strenuamente difesi, che Bergoglio e Maradiaga vogliono forse toccare nel loro intento di disegnare una Chiesa più vicina ai fedeli.
A tutti le parole pronunciate da Francesco sono apparse molto ferme. Il Papa ha raccomandato al Sacro Collegio una «conversione nel cuore». Ribadendo la necessità di «lavorare per l’unità della Chiesa».
Un vero codice di comportamento, su cui ha insistito sia nella messa in San Pietro, davanti al nuovo segretario di Stato, Pietro Parolin, appena creato cardinale, sia nel successivo Angelus in piazza. Mentre ancora non si è attenuata la sorpresa per la presenza sabato in Basilica anche del Papa emerito Benedetto XVI, voluto accanto a sé da Francesco all’atto della creazione dei nuovi proporati.
Significative sono apparse così le parole del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, apparso di recente un po’ freddo verso l’astro nascente della Chiesa italiana, il neo cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia. «L’elevazione alla dignità cardinalizia dell’arcivescovo Gualtiero Bassetti — ha commentato ieri Bagnasco — è una gioia per tutta la Chiesa italiana. Sono contento di poter avere questo collaboratore, per servire meglio i nostri vescovi d’Italia».