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 2014  febbraio 23 Domenica calendario

BISOGNAVA BILANCIARE NOSTALGIA E NOVITÀ L’HO CAPITO GUARDANDO IL FLASHMOB


[Luciana Littizzetto]

Maxipull a righe, il parrucchiere che con la piastra scolpisce onde malandrine, Luciana Littizzetto, diva e donna, indica le occhiaie. «Eccoci qua. Sto una meraviglia, non si vede?». Ha ballato con le Kessler, sedotto il maestro Vessicchio, ha fatto comizi sulla bellezza.
Luciana, è tempo di bilanci. Cos’è mancato al festival?
«Quello che è successo la prima puntata ha inquietato lo show, una festa che parte così è già stonata. Per me le cose hanno funzionato: ho giocato con la Carrà, le gemelle Kessler, è stato un onore avere Franca Valeri. Silvan mi ha fatto fare le prove per ore, ho un principio di pubalgia. Pensavo solo: “Ora gli rovino la carriera”. Ma forse oltre alla celebrazione dei 60 anni di tv avremmo dovuto bilanciare la nostalgia con la novità. Quando ho visto la potenza del flashmob ho capito. Ma queste cose richiedono un grosso lavoro e un certo dispendio».
I flashmob non sono costosi, l’incursione era un’idea. Forse ce ne sarebbero volute di più.
«Per me i giornali sono partiti con la voglia di dire: “Non è il festival dell’anno scorso”. Forse il pubblico aspettava una novità non c’è stata. Non siamo nuovi, siamo gli stessi».
Non crederà davvero che la gente non abbia visto il festival perché ha letto le critiche...
«Bisognerebbe fare un’analisi più approfondita, hanno influito tante cose. Sanremo è una gara di cantanti e quest’anno è stata meno bella».
Non pensa che il tema della bellezza fosse un po’ presuntuoso?
«Volevamo dare profondità a qualcosa che di suo è un carrozzone, non era facile. A Che tempo che fa puoi fare tutto, a Sanremo forse no. Però l’anno scorso la musica classica ha funzionato... Il cambiamento che sta avvenendo in tv è forte».
Il Festival, per anni evento televisivo, oggi è percepito come un programma qualsiasi?
«I canali satellitari, il web, anche i giornali sembrano vecchi. Paradossalmente moriranno prima della televisione. Diventa tutto obsoleto. Sanremo, che è l’obsoleto per eccellenza, patisce doppiamente. Va ripensato il linguaggio: non so come».
Brit awards, X factor: sono show in cui c’è grande ritmo.
«Ci vogliono tanti soldi e se spendi rompono... Facciamo come possiamo con quello che abbiamo, che è tantissimo comunque. Ma non facciamo i fuochi artificiali. L’anno scorso c’era più gioia, è un momento di malessere fortissimo. Qualsiasi categoria tiri in ballo si offende».
Che vuol dire?
«La bellezza, come insegna la Valeri, sta nell’intelligenza della tenacia, nel ridere di sé. In Italia sono tutti pronti a dire: “Non va bene, è politicamente scorretto”. Mentre scrivevo il pezzo sulla bellezza della disabilità l’Associazione portatori di protesi si è offesa perché nello spot Fabio mi staccava il braccio, era uno scherzo. Se scherzi tutto diventa normalità».
Molti spettatori hanno protestato per le parolacce.
«Mi dispiace che del monologo sull’handicap — tanti genitori mi hanno ringraziato — rimarrà solo quel “vaffa” a chi fa finta di essere sempre giovane ».
Rifarebbe il Festival?
«Non me l’ha chiesto nessuno ».
La coppia Fazio-Litti che si punzecchia va ripensata?
«Siamo molto presenti: negli speciali, a Che tempo che fa, per due anni a Sanremo. È difficile stupire, essere un po’ meno presenti non guasta. Non come Mina, ma insomma... Poi è come se dovessi provare continuamente che sei bravo, non ti puoi rilassare mai».
Si è confrontata con Fazio?
«Fabio è tranquillo, ha lavorato tanto, ha fatto esattamente quello che voleva. Per lui la bellezza era questo, poi, certo, non è uguale per tutti. Ma mi creda, stare sul palco 4 ore e mezza è difficile, è una trasmissione molto grande, con un pubblico sterminato: come accontenti tutti? Mia madre per prima cosa mi ha detto: “Luciana, ma sono spariti i fiori dal palco?”».
Quest’anno ha sedotto il maestro Vessicchio.
«Che ridere, ho incontrato la moglie per chiederle se le desse fastidio la gag. Si è divertita. Mi ha detto che non le risponde neanche quando litigano, che uomo».