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 2014  gennaio 20 Lunedì calendario

«PRETI E GIORNALISTI TV COSÌ CRESCE LA MASSONERIA»


[Antonio Binni ]

«Tra i nostri iscritti ci sono giornalisti famosi, che vanno in video. Ma anche sacerdoti, imprenditori di altissimo livello e molti giovani. Chi entra nella massoneria ha mille finalità ma i veri massoni lo fanno soltanto per compiere una ricerca spirituale». Antonio Binni è il gran maestro della Gran Loggia d’Italia. È stato eletto un mese fa. Sta seduto su una poltrona del suo studio al terzo piano di Palazzo Vitelleschi, a Roma, dove ha sede la Gran Loggia. Bolognese, è avvocato civilista. Sorride, non evita una domanda.
Gran Maestro Binni, lei è potente?
«Se lo fossi mia figlia non sarebbe precaria».
È una leggenda che la massoneria aiuti a fare carriera?
«Sì. L’uomo, che per noi è la più grande meraviglia che esiste, deve costruire il proprio destino. La massoneria è un percorso iniziatico, di riflessione e conoscenza. Se qualcuno entrasse nella nostra associazione per aumentare i propri clienti sarebbe stupido. Non è un caso che ci sono fratelli che si iscrivono e poi escono dopo sei mesi. Nella massoneria si dà ma non si chiede».
Aumentano le iscrizioni?
«In modo notevole, perché viviamo in una società senza valori. Tantissimi giovani si sono iscritti anche grazie al fatto che il mio predecessore, il professor Pruneti, ha costruito la consulta dei giovani».
Che età hanno questi ragazzi?
«Generalmente dai 27 ai 35. Ma ci sono anche più giovani, di 23 anni. Noi li costruiamo come cittadini. Per questo uno dei nostri obiettivi è la reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole».
È una delle priorità anche del segretario Pd Renzi...
«Finalmente se ne sono accorti pure i politici, noi lo sosteniamo da sempre. Non è un caso che la massoneria sia parte integrante della cultura europea. Anche Renzi lo dice, ma non mi piace la rottamazione, non conta l’età anagrafica ma il cervello».
La vicenda della Loggia P2 vi ha rovinato?
«La P2 ha avuto un effetto deleterio sulla parola massoneria. In ogni caso in Italia ci sono 187 obbedienze e le differenze ci sono: nella Gran Loggia d’Italia, ad esempio, hanno spazio anche le donne, che io giudico fondamentali, soprattutto per la loro sensibilità e dolcezza. Invece nel Grande Oriente d’Italia, altra loggia importante, le donne non possono iscriversi».
Ma davvero la massoneria non è un potere forte?
«È così. La massoneria era potente nell’Ottocento perché era legata alla politica. Oggi i poteri forti sono le banche, i sindacati e i politici. Un’autorevolezza speciale compete pure alla magistratura: conta più un pm che un gran maestro. In ogni caso nella nostra associazione non discutiamo mai né di politica né di religione».
Ci sono massoni al governo o in Parlamento?
«La mia obbedienza non ha uomini in Parlamento».
E altri politici?
«Alcuni fratelli che fanno politica ci sono ma sempre a titolo personale. Se qualcuno dei nostri iscritti si candida alla Regione, tanto per fare un esempio, non ci chiede di votarlo».
Ci saranno però iscritti che puntano ad avere relazioni con persone importanti che fanno parte della Gran Loggia...
«No. Ci occupiamo di solidarietà. Abbiamo dato un contributo alla Sardegna dopo l’alluvione e siamo intervenuti in altri casi».
Ma i massoni sono ricchi?
«No. Ci sono avvocati, medici, in genere la media borghesia. Poi ci sono anche grandi imprenditori. E tantissimi altri. Il presidente degli Stati Uniti Truman presiedeva ancora la sua loggia quando andò da lui un ministro che voleva farne parte. Lui gli indicò il giardiniere: "Vai da lui, ne sa più di tutti". Io stesso sono stato inserito nella Gran Loggia da un tipografo».
Sono tanti gli imprenditori tra voi?
«Sì, alcuni di altissimo livello. Abbiamo anche giornalisti famosi, che compaiono in video. Ma non gli abbiamo mai chiesto di farci pubblicità. Poi nella nostra obbedienza ci sono anche alcuni sacerdoti».
La politica vi ha deluso?
«Una tragedia. L’Italia non ha una politica ma solo dei politicanti, degli approfittatori. C’è una lotta tra bande, tra corporazioni che agiscono per finalità personali».
Quali sono le priorità che indicherebbe al governo?
«Scuola, cultura, lavoro e mani pulite. Poi servirebbe anche una legge sulle associazioni ma nessuno la fa».
Perché?
«I sindacati e i partiti non vogliono. Noi dobbiamo dare gli elenchi alle autorità pubbliche, loro no. Servirebbero norme per stabilire come si può creare e gestire un’associazione e, soprattutto, chi controlla».
Ma per far ripartire il Paese cosa si dovrebbe fare?
«Rompere il circolo vizioso della partitocrazia».
Lo dicono anche Grillo e gli attivisti del MoVimento 5 Stelle. Ha simpatia per loro?
«No. Penso che sbaglino. Non si può basare la propria politica su quello che dice la Rete e, soprattutto, non si possono prendere tanti voti e poi metterli in frigorifero. Inoltre molti di loro sono impreparati».
Ci sono grillini tra i massoni?
«No, non ci sono. La nostra matrice è il vecchio partito d’azione».
Ha mai pensato di candidarsi alle elezioni con altri massoni?
«Mai».
Alberto Di Majo