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 2014  gennaio 19 Domenica calendario

IL RITROVATO TESORO DI GURLITT MERCANTE DELL’ARTE RUBATA


Mi è capitato di leggere una notizia importante, ma (per mia disinformazione) solo a distanza di un paio di mesi dall’accaduto. La scoperta ha dell’incredibile ed è anche una delle più importanti degli ultimi anni: dipinti di Picasso, Nolde, Chagall, Beckmann, Klee, Matisse e altri pittori famosi, che erano stati requisiti per volere di Adolf Hitler nel corso del Terzo Reich, sono stati rinvenuti a Monaco di Baviera, in un appartamento di Rolf Gurlitt, figlio del gallerista Hildebrand Gurlitt. Si tratta di un vero tesoro di opere d’arte, circa 1.500 quadri, che sembravano persi per sempre e che invece erano tenuti nascosti proprio in Germania. Tuttavia, pur se ritenute opere «degenerate» da parte dei nazisti, Gurlitt per decenni le ha tenute nascoste, vivendo di rendita con la vendita di alcune delle opere di quegli artisti Ebrei. Considerata l’importanza di tali artisti, come è stato possibile che dopo la scomparsa di Hitler e della conseguente caduta del nazismo, a nessuno sia venuto in mente di cercarle? Come mai quelle opere furono affidate proprio a Hildebrand Gurlitt? Infine, in che modo quelle opere ci danno la possibilità di ricostruire i crimini legati all’arte e perpetrati dai nazisti?
Salvatore D’Acri
salvatoredacri.dc6@
libero.it

Caro D’Acri,
La matassa è molto più imbrogliata di quanto risulti dalla sua lettera. Gurlitt apparteneva a una famiglia di intellettuali e fu per buona parte della sua vita mercante d’arte e collezionista. Sua madre era ebrea, ma questo non gli impedì d’essere inserito in un piccolo numero di mercanti che lavorarono per il regime nazista. Aveva due missioni. La prima consisteva nel vendere sui mercati internazionali, a profitto dello Stato, l’arte «degenerata», soprattutto espressionista, che il regime aveva messo al bando e confiscato nei musei tedeschi d’arte contemporanea sorti durante la Repubblica di Weimar. La seconda consisteva nel comperare o confiscare opere destinate al grande «museo del Führer» che sarebbe stato costruito a Linz dopo la fine della guerra. A Parigi, dove visse negli anni del conflitto, Gurlitt avrebbe fatto acquisti alle aste dell’Hotel Drouot (la maggiore casa d’aste parigina), ma si sarebbe valso dei suoi poteri anche per confiscare opere appartenenti a collezionisti ebrei fuggiti dalla Francia.
Fra le opere trovate nella casa del figlio di Gurlitt, nel corso di una indagine per presunta evasione fiscale, vi sarebbero quindi diversi gruppi di opere: quelle appartenenti ai musei tedeschi d’arte contemporanea, quelle comperate o estorte a prezzi di favore, quelle confiscate ai collezionisti ebrei e, infine, quelle che facevano parte della personale collezione di Hildebrand Gurlitt. Se visiterà la banca dati ufficiale della Repubblica federale sull’arte rapinata e trafugata (www.lostart.de), caro D’Acri, troverà la riproduzione di 441 opere. A un primo sguardo d’insieme il «tesoro» di Gurlitt appare molto eterogeneo. Vi sono opere di grande qualità, ma anche stampe, disegni, acquerelli e dipinti piuttosto mediocri. Dopo una prima reazione piuttosto reticente e maldestra, l’ufficio tedesco per l’arte perduta ha fornito alcuni dati interessanti. Un terzo delle opere non avrebbe alcun rapporto con l’arte degenerata o trafugata. Fra le altre, circa 380 cadrebbero nella categoria dell’«arte degenerata» e 580 in quella dell’arte confiscata e trafugata. Per queste ultime, in particolare, occorrerà stabilire l’autenticità, la provenienza, i titoli di proprietà. Vi sarà parecchio lavoro, nei prossimi anni, per molti avvocati europei e americani.