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 2014  gennaio 19 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASINO TARES IMU


UNA corsa contro il tempo e, soprattutto, contro la logica. Pasquale, 63 anni, è in coda da due ore al Caf di via Poliziano, a Roma. Abita vicino a piazza Vittorio in un alloggio popolare. In una cartella ha infilato un mucchio di scartoffie, il piccolo tesoretto che un gruppo assortito di enti pubblici, dallo Stato al Municipio, ha sputato nella sua buca delle lettere nelle ultime settimane. «Ho cercato di capirci qualcosa ma mi sono arreso. Spero che qui mi aiutino. Vedo che tanti fanno la coda per lo stesso motivo». In effetti Pasquale è uno dei tanti. La sua storia è esemplare.
L’alloggio dietro piazza Vittorio è tra quelli che il Comune di Roma ha deciso di passare al setaccio per rivalutare le rendite catastali. Succede nei centri storici di molte città. Quelli che un tempo erano appartamenti di ringhiera abitati dalla povera
gente sono stati ristrutturati e hanno accolto nuovi abitanti radical chic dal reddito non certo popolare. Per sanare l’ingiustizia ecco la rivalutazione. Pasquale continua ad avere un reddito basso e un’abitazione modesta ma il Comune non lo sa. Lui abita nel centro e risulta tra i ricchi. Dunque, a novembre, gli è arrivata la notifica che aumentava il valore catastale del suo alloggio che è anche la sua prima e unica casa. «Sono salito da 720 euro a 1.038», spiega Pasquale. E questo è solo l’inizio del rompicapo. La cartella è arrivata a dicembre ma la data della variazione è del 18 novembre. Così il calcolo della mini-Imu del signor Pasquale diventa un’avventura affascinante. «Dal 1 gennaio 2013 al 17 novembre 2013» spiegano al Caf, «il signor Pasquale dovrà calcolare la mini-Imu sulla base della vecchia Imu. Dal 18 novembre al 31 dicembre dovrà fare il calcolo sulla base di quella nuova». Semplice no? Al termine di una tortuosa operazione
aritmetica (720+5%x160: 1.000x1: 100x40: 365x321) che vale fino al 17 novembre cui si somma la stessa operazione fatta partendo da 1.038 per i 43 giorni che separano il 18 novembre dal 31 dicembre, il signor Pasquale scopre che deve pagare circa 50 euro. E questo perché a Roma l’aliquota è del 5 per mille. Ogni comune, come si sa, ha la sua perché il bello del federalismo è che ciascuno dà i numeri che preferisce.
Ma la tassa sulla prima casa non è l’unica scartoffia nella cartellina del signor Pasquale: «Mi sono arrivate anche quelle della Tares, due pratiche diverse, ma con la stessa scadenza,
venerdì prossimo, una data che per me è un incubo». Eh sì: nel grande marasma nessun ente si fida più dell’altro. Così, dopo aver pagato la tassa sui rifiuti, la vecchia Tari, è stata istituita la Tares, che naturalmente è più alta. Scatta così il conguaglio da pagare sia allo Stato che, nel caso di Roma, all’Ama, l’azienda locale della raccolta rifiuti. Due enti, due conguagli. Lo Stato si fa vivo con un modello F24, un nome da cacciabombardiere che colpisce con missili esattoriali. L’Ama invece invia un più banale bollettino postale. «Il problema — spiega Antonella Costantini, responsabile dei Caf Cgil di Roma
e Lazio — è che la società dei rifiuti ha mandato i bollettini a tutti, anche agli utenti che avevano l’esenzione». I malcapitati sono così costretti a fare una nuova coda agli uffici dell’Ama per dimostrare il loro diritto «Diversi — racconta Costantini — hanno preferito pagare perché il conguaglio vale meno della mezza giornata di lavoro che si perde per non pagarlo».
Quello dei mini pagamenti è un altro problema che sta allungando le code. «In questi giorni si è scatenato un vero e proprio assalto alla diligenza e noi siamo la diligenza», scherza amaramente Stefania Trombetti, responsabile nazionale dei Caf del sindacato di Susanna Camusso. «Non sempre — aggiunge — l’entità dei pagamenti giustifica la fatica di chi fa le code». Gli italiani interessati dalla mini-Imu sono 10 milioni e i Comuni che hanno aumentato le aliquote — e dunque devono chiedere ai cittadini il conguaglio del 40 per
cento della differenza tra l’aliquota stabilita a livello nazionale e quella decisa a livello locale — sono 2.377. «Diciamo la verità — confessa il sindaco di Cuneo Franco Borgna — qualche comune ha fatto il furbo aumentando le aliquote quando già si immaginava che lo Stato avrebbe rimborsato la differenza». Ora invece una parte della differenza la pagano i cittadini. A meno che il conto non sia sotto i 12 euro, dice la legge nazionale. Ma anche qui il federalismo fa il resto. Ci sono Comuni che hanno abbassato la soglia di esenzione a 2,5 euro come Moncalieri, 50 mila abitanti alla periferia di Torino. O Empoli che è a 10. Perché mettere un cittadino in coda per pagare 3 euro? «Effettivamente — ammettono al Comune di Moncalieri — è una cifra molto bassa. Abbiamo chiesto agli uffici di intervenire per capire quanto ci costa alzare l’esenzione a 12 euro». Nel-l’attesa, tutti in fila.

SECONDO PEZZO DI REPUBBLICA
ROMA
— Conti che non tornano. Bollettini che non arrivano. File agli sportelli. Centralini e siti dei Comuni in tilt. La scadenza del 24 gennaio, entro cui versare mini-Imu e Tares, si avvicina nel caos generale. Vediamo i punti principali.
Chi deve pagare la mini-Imu?
Circa 12 milioni e mezzo di italiani residenti nei 2.400 Comuni, di cui 46 città capoluogo, che hanno un’aliquota Imu 2013 sulla prima casa superiore a quella base del 4 per mille.
Come si calcola?
La mini-Imu è pari al 40% della differenza tra l’Imu con aliquota fissata dal sindaco e Imu base. Su molti siti dei Comuni ci sono i calcolatori digitali. Altrimenti, si va dal Caf o dal commercialista.
Dove si versa?
In banca o alle poste, tramite modello F24 semplificato, bollettino di conto corrente dedicato (esiste in alcuni Comuni come Roma) o con bollettino pre-compilato arrivato a casa (in pochi rari casi). Chi ha un conto online può pagare con l’F24, recuperando per tempo il codice della tassa e del Comune.
Esiste un minimo sotto il quale la mini-Imu non è dovuta?
Sì, è 4 euro e 80. Ovvero il 40% spettante al cittadino, su un totale di mini-Imu pari a 12 euro (il 60% è a carico dello Stato). In pratica, chi ha una mini-Imu da uno, due, tre euro e fino a 4 euro e 80 non deve pagarla.
Quali sono i Comuni che hanno spostato la scadenza?
Solo Ravenna, al 16 giugno prossimo.
Chi deve invece versare la Tares?
I cittadini di 800 Comuni, tra cui tre capoluogo:
Roma, Messina e Verona. Si tratta anche qui di una coda del 2013, tra saldo e parte
servizi (30 centesimi al metro quadro).
Il calcolo lo devono fare i cittadini?
No. In questo caso, a differenza della mini-Imu, il bollettino o l’F24 semplificato arrivano a casa.
Se non arriva cosa succede?
Bisogna ritirarlo presso l’ente che gestisce il servizio rifiuti.
La Tares si può pagare online?
Certo, per chi ha un conto Internet, tramite Mav o F24. In caso di F24 non è necessario inserire il “numero identificativo operazione”.
E se non si rispetta la scadenza del 24 gennaio?
Scattano sanzioni e interessi.