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 2013  dicembre 15 Domenica calendario

L’INSANGUINATA DERIVA DI GÉRICAULT


Misura quasi cinque metri per sette ed è rimasta al Louvre, La zattera della Medusa . Ci sono invece — nella mostra che Francoforte dedica al pittore francese — un paio di bozzetti (olio su tela: cm. 65x83 e 37,5x43) e una serie di studi che riguardano i personaggi (Il carpentiere , per esempio) immortalati nel capolavoro da Théodore Géricault (1791-1824). Inoltre, dipinti e disegni i cui soggetti sono teste tagliate; membra dilaniate e putrefatte (ormai da secoli gli artisti frequentavano mattatoi e obitori per studiare lacerazioni, piaghe, squarci, lesioni, frammenti anatomici e così via); soldati feriti, coperti di sangue e bende, con le uniformi fatte a pezzi che rientrano a Parigi dopo una disfatta; impiccagioni; ritratti di alienati, con espressioni ebeti o feroci, la cui tragedia è sintetizzata nello sguardo. Forse un corrispettivo, nella letteratura del tempo, si potrebbe trovare in Balzac o Stendhal.
La rassegna tedesca, curata da Gregor Wedekind, è intitolata Théodore Géricault. Immagini di vita e di morte . In realtà più di morte che di vita. Di vita ci sono ritratti di corazzieri, carabinieri e ufficiali della guardia imperiale, studi di cavalli (teste, animali visti dalla groppa, spaventati dai fulmini), la corsa dei barberi a Roma (15-20 cavalli arabi che, durante il Carnevale, venivano liberati e, senza briglie, correvano da piazza del Popolo a Palazzo Venezia).
Quando Géricault muore, non ha ancora compiuto 33 anni. Un anno in meno di Umberto Boccioni. La fine di entrambi è dovuta alla caduta dal cavallo imbizzarrito che stavano montando. Più lunga l’agonia dell’artista francese, durata alcuni mesi.
Anche se ha avuto una vita breve, Géricault ha probabilmente compiuto il ciclo che l’ha reso immortale. «Muore giovane chi è caro agli dei», si credeva nell’antichità. Certo il suo destino ha affascinato persino i contemporanei.
Théodore nasce a Rouen in una ricca famiglia borghese, che presto si trasferisce a Parigi. Non ha molta voglia di studiare. Già diciassettenne fa una vita da dandy . Una giovinezza dorata, letteralmente devastata, in seguito, dalla relazione che intrattiene con Alexandrine-Modeste de Saint-Martin, giovane donna sposata dallo zio (molto avanti negli anni), soprattutto quando questa — il 21 agosto 1818 — dà alla luce un bambino.
Scoppia lo scandalo. Uomo molto pratico, il padre dell’artista raggiunge un compromesso con il parente. Condicio sine qua non : la fine della relazione. Il nipotino — cui, appunto, egli provvederà vendendo alcune proprietà per fargli la dote — viene affidato ad una balia fuori Parigi. Solo 22 anni dopo gli verrà rivelata l’identità paterna. Ma Théodore è già morto da 16 anni. La passione per Alexandrine ha minato definitivamente la sua salute.
Studente al Collegio imperiale, dove ci sono molti figli di ufficiali caduti in battaglia, Géricault si applica solo al disegno (in cui è considerato un «talento naturale») e all’equitazione. Ha un carattere insofferente («mordeva il freno come i cavalli», ricorda un compagno di liceo). Nel 1808, con la scomparsa della madre, si dedica totalmente all’arte.
Al Museo del Luxembourg e al Louvre si entusiasma davanti a Rubens. Che copia assieme a Poussin e Lorraine. È attratto dagli episodi di cronaca. Traduce in disegni e dipinti a olio i bollettini di guerra delle campagne napoleoniche. Ritrae le uniformi delle armate alleate che sfilano a Parigi. Si arruola nei Moschettieri Grigi reali, un corpo comandato dal re in persona; più da parata che da combattimento. Nel 1817, l’assassinio di un magistrato gli suggerisce cinque disegni preparatori per un grande dipinto (mai realizzato). Ma l’episodio che più invade la sua fantasia è quello legato alla fregata Medusa .
Diretta in Senegal con 400 persone a bordo, compreso il governatore della colonia, la nave si sfascia sulla secca d’Arguin. Costruita una zattera, salgono 149 naufraghi. Viene rimorchiata da una scialuppa. Ma gli ufficiali imbarcati sui canotti decidono di tagliare i cavi e la lasciano andare alla deriva.
Dopo dodici giorni, la zattera viene incrociata dalla fregata Argus . I superstiti, in condizione disperate, sono solo 15. Vengono riferiti anche episodi di cannibalismo. La vicenda fa molto scalpore.
Due sopravvissuti hanno il compito di redigere un rapporto e Géricault viene incaricato di illustrarlo: disegni preparatori e un paio di bozzetti ad olio, prima del grande dipinto che, da solo, lo farà entrare prepotentemente nella storia dell’arte francese. Se l’opera non trova subito eco a Parigi, ci penseranno Londra e Dublino a valorizzarla.
Ciò che nasce come trasposizione d’un fatto di cronaca sic et simpliciter , nella tavolozza di Géricault si ammanta di un plasticismo scultoreo da grande tragedia greca.