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 2013  dicembre 15 Domenica calendario

PARTITI, TUTELA PER LA PRIVACY DI CHI VERSA IL DUE PER MILLE


ROMA — È tutto oro quello che c’è dentro il decreto sulla fine del finanziamento pubblico dei partiti? A scorrere il testo, saltano fuori pregi e difetti. Eccone alcuni che potrebbero anche essere corretti durante la discussione tra Senato e Camera.
Come si concilia la segretezza del voto con la sottoscrizione del 2x1000 che svela le simpatie politiche di chi sottoscrive?
Il problema si è posto nel dibattito alla Camera. Perché un fatto è certo: il 2x1000 a un partito può esporre il cittadino a una potenziale schedatura, soprattutto se utilizza un Caf aziendale. Per questo toccherà al ministro dell’Economia, entro 60 giorni, scrivere un «regolamento» che garantisca anche «la riservatezza delle scelte preferenziali ».
Non c’è il rischio, con il 2x1000, che a essere avvantaggiati siano i partiti dei “ricchi”, il cui 2x1000 è proporzionale alla loro ricchezza e imparagonabile con quello di un lavoratore?
È la questione per cui, con uno slogan — «dal consenso al censo» — si è battuto il tesoriere di Sel Boccadutri, il quale, durante il dibattito alla Camera, ha lamentato il rischio di una forte discriminazione economica tra i partiti appoggiati dalle classi meno abbienti e dai lavoratori. Per semplificare, un partito come Forza Italia, per il suo spirito conservatore, rischia di avere come sottoscrittori cittadini del ceto medioalto, rispetto a Sel.
Ma i soldi che il decreto stanzia per garantire il 2x1000 (7,75 milioni nel 2014, 9,6 nel 2015, 27,7 nel 2016, 45 dal 2017) sono comunque un finanziamento pubblico?
Qui le scuole di pensiero sono varie e il dibattito è aperto.
È previsto un limite alle fideiussioni bancarie? Che succederà con quelle in corso, tipo quella di Berlusconi per Forza Italia?
Le fideiussioni rientrano nelle stesse regole dei finanziamenti, quindi non potranno superare il valore di 300mila euro. Ma, come è scritto all’articolo 10, punto 10, «i divieti non si applicano alle fideiussioni o ad altre tipologie di garanzia reale o personale concessa prima dell’entrata in vigore del decreto». Quindi se Berlusconi avesse sottoscritto una fideiussione milionaria per Fi, essa resterebbe intatta fino alla sua naturale scadenza.
Che cosa succede con le fondazioni?
È un punto debole della legge. L’articolo 5 (comma 4) applica le stesse regole dei partiti solo a quelle «i cui organi direttivi siano determinati in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici». Tutte le altre, anche se assai vicine al partito, saranno esenti da regole e controlli.
Come dovrà comportarsi chi, non rivestendo il ruolo formale di tesoriere, di fatto controlla la vita economica del partito?
Qui il decreto è molto rigido (articolo 15). Sarà tenuto a rendere pubblica la sua situazione patrimoniale e reddituale anche chi svolge «funzioni analoghe » a quelle di tesoriere. Anche il padre- padrone di M5S Grillo dovrà produrre in Senato i dettagli della sua situazione finanziaria.
Chi finanzia i partiti e ha le detrazioni fiscali ha obblighi?
Molto rigidi. Lo “sconto” — 37% per importi tra 30 e 20mila euro annui, 26% tra 20 e 70mila, 75% per scuole di formazione politica — sarà possibile solo se il versamento è pienamente «tracciabile». Esclusi i contanti, ma soldi in nero per pagamenti in nero potranno emergere solo grazie a “gole profonde”.
In caso di morte è possibile lasciare il patrimonio a un partito anche se supera di gran lunga i tetti?
Assolutamente sì, le eredità esulano da qualsiasi obbligo.
Se un partito incassa più del dovuto che succede?
Scatta una sanzione amministrativa «pari al doppio delle erogazioni corrisposte o ricevute in eccedenza».
La legge Letta sul finanziamento privato della politica
passa per quella che rende obbligatoria la presenza delle donne nei partiti. Ma è davvero così?
È proprio così, perché qualora «uno dei due sessi sia rappresentato in misura inferiore al 40%» le risorse che spettano al singolo partito saranno «ridotte in misura percentuale pari allo 0,50 per ogni punto percentuale di differenza tra 40 e la percentuale dei candidati del sesso meno rappresentato, nel limite massimo del 10%». Con una legge come questa però, se un partito di sole donne discriminasse gli uomini sarebbe ugualmente penalizzato.
Che succede se un partito rinuncia al finanziamento per i prossimi tre anni ed è costretto ad affidarsi agli ammortizzatori sociali per i propri dipendenti?
L’articolo 16 fissa uno stanziamento economico (15 milioni nel 2014, 8,5 nel 2015, 11,25 nel 2016). Ma non prevede il caso che lo stesso partito rinunci alla tranche di finanziamento pubblico residuo. Questo potrebbe creare un problema.
La trasparenza via web è effettiva?
È un diktat della legge, siti chiari e che tutti possano leggere.