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 2013  dicembre 15 Domenica calendario

I SOGNI DI ZAZA

«Piacere, Simone. Scusa il ritardo!» Appuntamento alle 13, Zaza arriva alle 13.05. I ritardi sono altri. Forse come i gusti letterari di un ventiduenne qualsiasi. Lui sul comodino ha «Il cammino di Santiago» di Paulo Coelho. Proviamo a farci accompagnare da alcuni frammenti dell’opera dello scrittore brasiliano.
“Le persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi in cui sono attese”. Cinque gol finora: si sente pronto per la A e per lo Juventus Stadium?
«Sarà un’emozione particolare, ho molti amici juventini, ma non cambierò atteggiamento per questa partita».
Ovvero se segna, esulta?
«Nemmeno ci sto pensando. Se segno il gol decisivo, beh, sì... Esulterò e starò attento a non togliermi la maglia: sono diffidato...».
“Non è importante la meta, ma il cammino”. Nella sua breve carriera, non ha mai preso decisioni in base ai soldi.
«Ho sempre scelto in base alle persone, ascoltando e affidandomi a chi veramente mi voleva. L’estate scorsa potevo prendere strade più remunerative. Ma ho bisogno di sentire la fiducia di chi mi sta intorno. E qui a Sassuolo lo sento ogni giorno» .
“In un altro momento, questa immensità avrebbe suscitato in me una grande angoscia di essere troppo piccolo per quell’impresa”. Qualche anno fa disse no a Juve, Roma e Milan per scegliere l’Atalanta.
«Non mi sentivo pronto, pensavo di non essere all’altezza. Preferii l’Atalanta e non sbagliai».
“Il cammino ci insegna la maniera migliore di arrivare, ci arricchisce”. Sogna di giocare per la Juve grazie ai gol con il Sassuolo?
«So che anche segnando 30 gol in A col Sassuolo sarebbe difficile vestire quella maglia. Ma io lavoro ogni giorno per poterci provare. E qui mi sento in mezzo ad amici. Vivo in centro. Vengo a piedi all’allenamento. Se ho bisogno di qualcosa basta chiedere».
Non al telefono...
«Odio i telefoni, preferisco il contatto diretto con le persone».
Ha rimpianti o rimorsi?
«Rifarei quasi tutto. Forse non sarei andato subito in B nel 2011, avrei giocato un anno intero in Lega Pro».
Per la salvezza sarà volata fino alla fine?
«Ci si può salvare anche prima, stiamo acquisendo esperienza. Non ci sono fenomeni, siamo tutti uniti» .
È legato alla sua terra d’origine?
«Molto, sono di Metaponto e me la porto tatuata anche sulla gamba sinistra».
A chi deve dire grazie?
«Ai miei genitori. Mio padre ha paura dell’aereo: si fa 7 ore di auto per seguirmi».
Grazie anche al lavoro del suo agente Christian Maifredi lei è in comproprietà tra due club di A. Ma l’estate scorsa come l’ha trascorsa?
«Non bene, non capivo chi mi volesse davvero. Poi ho compreso che Juve e Sassuolo erano le scelte migliori che potessi fare».
Prova sempre la rovesciata?
«In allenamento sì, spesso in gara. Magari segnare allo Stadium così...».
Lei al Fantacalcio si comprerebbe?
«No, ci sono attaccanti che segnano di più come Balotelli. Uno dei miei preferiti, insieme con Ibrahimovic e Cavani».