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 2013  dicembre 14 Sabato calendario

A PYONGYANG L’EPURAZIONE È SOLO INIZIATA


«Un traditore tre volte maledetto». «Spregevole feccia umana». «Traditore per tutta l’eternità». Ieri, la propaganda nordcoreana si è sorpassata nel dare l’annuncio, e la giustificazione, di quanto fino a ieri appariva impensabile: la fucilazione di Jang Song Thaek, 67 anni, zio del leader nordcoreano Kim Jong Un.
Jang era considerato il «numero due» del regime, la sua eminenza grigia. Quando, due anni fa, la morte di Kim Jong Il portò al potere assoluto il figlio designato come erede, tutti gli osservatori guardarono allo zio, alto generale dell’esercito e membro di spicco del Partito dei Lavoratori, come a un reggente, in attesa che il dittatore-bambino accumulasse esperienza. Si scopre oggi che si trattava di un errore di analisi totale: il potere, in Corea del Nord, si muove lungo linee che non conosciamo, con dinamiche opache. Già da una settimana, dopo che i servizi della Corea del Sud avevano diffuso informazioni sul siluramento di Jang, si sapeva che qualcosa senza precedenti stava avvenendo a Pyongyang, ma nessuno si aspettava che la caduta dal potere di Jang potesse essere così pubblica. Anche perché quest’improvvisa rottura nell’immagine di perfetta unità all’apice del potere nordcoreano ha conseguenze che nessuno è in grado di prevedere. Stiamo per assistere a una «purga» sanguinosa, che andrà a colpire le più di 20.000 persone che prendevano ordini da Jang? Questa ammissione di screzi profondi all’interno del potere a Pyongyang è presagio di un consolidamento nelle mani di Kim Jong Un, o piuttosto l’inizio di uno sgretolamento incontrollabile? Nel comunicato con cui l’agenzia di stampa nordcoreana ha confermato l’uccisione di Jang, i suoi crimini sono elencati con un linguaggio d’altri tempi: un «traditore» che avrebbe «svenduto le ricchezze del Paese» alla Cina ¬ e che avrebbe perfino osato fare aperture all’arci-nemico assoluto, il Giappone. Rispetto alla sentenza, leggiamo che «ogni frase della decisione presa è stata una mazzata assestata con furia dal popolo sulla testa di Jang, spregevole ingannatore e carrierista politico». Jang avrebbe creato fazioni, ripete con insistenza il verdetto. Ora, Kim Jong Un è solo al comando. Che cosa succederà?