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 2013  dicembre 15 Domenica calendario

E DA UNA VICENDA D’AMORE NASCQUE LA SETTIMANA ROMPICAPO

Di quella progenie, Giorgio Si­sini poteva sembrare il più alieno alla cultura del fare. Il padre Francesco, imprendi­tore vecchio stampo con le radici ben piantate nella ruralità sarda, ma capace di staccare, da ingegnere, commerciante di aratri e pastifici, i dividendi del progresso, non ma­scherava il suo disappunto: «Nei bassifondi hai riposto le tue amici­zie – gli scrisse –, coi lestofanti ti sei sempre unito per le tue ragazzate». Vero è che se Giorgio non fosse sta­to un sognatore non avremmo mai avuto La Settimana Enigmistica: la sua genesi è raccontata da Giusep­pe Zichi in Sisini, imprenditori in Sardegna (Fiesta, pp. 368, euro 28). Pochi si aspetterebbero, infatti, che il primo (nonché il più imitato) gior­nale di rebus e cruciverba sia figlio di un nobile sardo, il conte di sant’Andrea Giorgio Sisini e che al­l’origine non vi sia stata una smo­data passione per le sciarade ma u­na tenera storia d’amore.
Qualche anno prima di dare alle stampe il primo numero della Set­timana Enigmistica, che uscì con il 23 gennaio 1932 al prezzo di 50 cen­tesimi, Giorgio si era infatti inna­morato di una bellissima viennese, Idell Breitenfeld. Zichi riferisce che la «sposerà e amerà per tutta la vi­ta e lei rimarrà al suo fianco anche nei momenti più difficili, condivi­dendone i problemi e le sofferen­ze ». Le quali non dovettero manca­re, tant’è che il giornale nacque in un appartamento davvero modesto di via Noe, a Milano. Naturalmen­te, scrive Zichi, «totale fu la disap­provazione paterna». Ma fatale fu l’amore per Idell, anche sul piano editoriale. Frequentando Vienna, il giovane sardo aveva potuto rendersi con­to che quel «settima­nale illustrato assolu­tamente nuovo per l’Italia» fatto «esclusi­vamente di giochi, di enigmi, parole crocia­te, sciarade, scacchi, dama, bridge, barzel­­lette, etc. etc.» altrove aveva avuto successo: «In Germania, Austria, Francia, etc. se ne stampano molti (la sola Vien­na ne conta oltre 15!) per cui non v’è ragione di credere che anche in Italia un giornale del genere (UNI­CO!) non incontri il favore del pub­blico » scriveva alla sorella Giorgina, scongiurandola di aiutarlo finan­ziariamente a coronare quel sogno. Le parole crociate erano nate negli Stati Uniti nel 1913 e nel nostro Paese il primo schema era comparso nel 1925 su La Domenica del Corriere. In quello stesso anno era usci­to Das Rätsel, setti­manale austriaco di parole incrociate. In copertina, un k­reuzworträtsel le cui caselle nere disegnavano il volto sti­lizzato di un omino col cappello: e­ra il layout della Settimana Enigmi­stica e sarebbe rimasto quello negli 80 anni successivi.
La famiglia Sisini comprese solo al­la fine il sogno di Giorgio, quando il «milanese» riuscì a costruire un centro stampa e una cartiera. A par­te qualche «sbandata» – allorché si cimentò col cinema a colori o inve­stì nella prima compagnia aerea sarda… – il «pioniere delle parole crociate» (così lo chiamerà il Corse­ra annunciandone la morte nel giu­gno 1972) rimase fedele tutta la vi­ta alla sua Idell e a quel giornale che era il figlio mai avuto dalla coppia. Negli archivi di famiglia Zi­chi ne ha ritrovato il primo nume­ro. Vergata sopra il volto dell’attri­ce messicana Lupe Vélez, una de­dica in tedesco alla moglie: «Das erster Heft zu meine liebe Ida» (« La prima copia al mio amore Ida »). Accanto, la risposta di lei, in ita­liano: «Ti amo tanto».