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 2013  dicembre 15 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL DISCORSO A MILANO DI RENZI


«Restiamo ribelli» e cambiamo l’Italia. «Ciascuno di noi ha il suo pantheon di ribelli. Ma l’essere ribelli è soprattutto una sfida con se stessi. Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l’Italia». Così Matteo Renzi, a Milano, durante l’Assemblea nazionale del Pd. Il nuovo segretario ha subito precisato che «la richiesta a Gianni Cuperlo di diventare il presidente del Pd, è tutto tranne che un “do ut des” il partito ha indicato qual è la direzione, ma insieme si è capaci di riconoscere meglio pregi e difetti uno dell’altro».
«GRILLO, NON FARE IL BUFFONE» - «In modo provocatorio Grillo dice rinuncia ai 40 milioni di rimborsi. Lo dico io `Beppe firma qua´: caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale”. Così Renzi a Grillo. E ha aggiunto: «Ci stai a giocare in modo pulito e trasparente senza accordi senza patti? Se sei disponibile, il Pd è davanti a te e non dietro». «Se ci stai, si fa . Se noi ci stai, sei per l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale per te».
LEGGE ELETTORALE - «Diamo per buono il Natale ma o entro fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la faccia”, ha detto Renzi sulla riforma elettorale, spiegando che serve una legge per cui «chi vince vince e le larghe intese sono l’eccezione non la regola», chiarendo che ci sono vari modelli per la stabilità. E parlando delle riforme istituzionali ha aggiunto: «Alla prossima legislatura noi non eleggiamo più 315 senatori», perché «il Senato non deve più avere una funzione elettiva». Se ne è detto convinto il segretario del Pd, Matteo Renzi, parlando delle riforme istituzionali.
PATTO ALLA TEDESCA - «Bisogna partire da un accordo alla tedesca, voce per voce, punto per punto e con i tempi stabiliti per i prossimi 12-15 mesi», ha detto Renzi alla presenza del premier Enrico Letta. «Il Pd deve tornare ad essere il partito del lavoro», ha detto il segretario del Pd. «I gruppi parlamentari ci diano una mano in un gigantesco piano sul lavoro». «Nell’arco di un mese serve un progetto di legge per semplificare le regole del lavoro e modificare le condizioni degli ammortizzatori sociali», osserva il sindaco di Firenze. Per Renzi il primo punto del programma è, quindi, il lavoro, perché - afferma tra l’altro Renzi - c’è un sistema delle regole incomprensibile” e «il sistema degli ammortizzatori assicura solo alcune categorie non tutte».
AL GOVERNO - «Entro un mese» un progetto di legge per semplificare le regole del lavoro: è l’impegno preso da Matteo Renzi all’assemblea del Pd, in cui ha detto che il primo punto dell’agenda di governo dovrà essere «un gigantesco piano» per il lavoro, con punto di partenza «la fine dell’era ideologica sul lavoro». «Piangere e fare grandi proclami dopo le stragi e poi dimenticarli è inaccettabile. Nel patto di coalizione serve l’impegno a modificare la Bossi-Fini e inserire lo jus soli». «Io sono fra quelli più prudenti» ma «il tema delle unioni civili lo metteremo nel patto di coalizione, che piaccia a Giovanardi o no: noi siamo il Pd».
«SOSTENERE IL GOVERNO» - Dobbiamo «avere la consapevolezza che il Pd è parte integrante di questo governo e contemporaneamente è il perno fondamentale su cui si regge», ha detto Renzi. « Questo si somma al bisogno di rispondere alla domanda: che Paese vogliamo per i nostri figli?». E sul governo ha aggiunto: «Se alle prossime europee si va con risultati di governo balbettanti la responsabilità non ce l’avranno né Grillo né Berlusconi, la responsabilità cadrà tutta in toto in testa al Pd», ha detto Matteo Renzi, annunciando «una agenda per il prossimo anno» di governo e «una visione per i prossimi 15 anni in Italia». L’Europa, ha detto ancora Renzi «non è il nostro salvatore, ma senza l’Italia l’Ue non va da nessuna parte e in questo tutti noi dobbiamo aiutare Enrico nel semestre europeo. La Merkel è diventata in passato un alibi per tutti ma mettere a posto i conti non si fa per la signora Merkel ma per una normale dignità verso i tuoi figli».
Pd, a Milano l’incoronazione di Renzi
«ULTIMO APPELLO PER CAMBIARE ITALIA» - «Il voto degli elettori delle primarie è l’ultimo appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l’Italia. Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma», ha detto Renzi. Che ha aggiunto: «Non si tratta di fare la pacificazione fra noi e Berlusconi ma si tratta di fare la pace con gli italiani, di fare la pace fra i politici e gli italiani».
RIVEDERE NOSTRA VISIONE BANCHE-POLITICA -«Dobbiamo avere un modo diverso di vedere il rapporto tra banche e politica», ha aggiunto il nuovo segretario, «ma possiamo anche chiedere alle banche di uscire dai settori che non gli competono, ad esempio l’editoria».
EPIFANI - «In una democrazia un po’ di competizione va bene» ma detto questo «penso che sapremo restare uniti». Così il segretario uscente del Pd, Guglielmo Epifani, ha risposto sulla competizione tra Enrico Letta e Matteo Renzi, arrivando all’assemblea nazionale di Milano.
LETTA - «Oggi, Matteo, dopo 8 mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi». Così il premier Enrico Letta all’assemblea Pd., che si è presentato in camicia, maglione blu e pantaloni sportivi verde militare. «Dalla forza e dalla centralità e dalla resilienza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà», facendo cose concrete «a partire dalle riforme istituzionali e dalla legge elettorale». «Sono convinto che l’Italia ce la farà se il Pd ce la farà. E soprattutto, uniti non ci batte nessuno».
SUI FORCONI - «A tutti quelli che stanno ”lisciando” queste proteste voglio ricordare chi sono i capi di queste proteste: è gente che sta da un’altra parte rispetto a tutti i valori» che stiamo celebrando qui». È quanto ha affermato Enrico Letta, intervenendo all’assemblea nazionale del Pd. Letta ha ricordato la «battaglia» dell’antisemitismo e citato Casa Pound, a questo proposito.