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 2013  dicembre 13 Venerdì calendario

GRILLO: NAPOLITANO SI DEVE DIMETTERE


Titola il suo blog con un durissimo «Napolitano e la spirale involutiva». Poi però, senza citare il vero autore, riprende pari pari un intervento vecchio di 25 anni proprio del capo dello Stato che all’epoca chiedeva le dimissioni dell’allora inquilino del Colle Francesco Cossiga (e già ripescato dagli archivi da qualche giornale). Beppe Grillo, scatenato nella campagna per l’impeachment del presidente della Repubblica, tenta la “beffa” usando le stesse parole del capo dello Stato in quel lontano e tempestoso 1991, riportando così nel blog che il «Quirinale ha totalmente perso il senso della misura» e che «bisogna sollevare la questione di incompatibilità del presidente della Repubblica». Risultato: chiedere le dimissioni di Napolitano attraverso le stesse parole del capo dello Stato contro Cossiga, ma ovviamente in un contesto storico e politico del tutto differente (le quotidiane picconate cossighiane sulle istituzioni, che spinsero Occhetto a chiederne invece proprio l’impeachment). Un’operazione «strumentale e indecente » quella di Grillo per il Pd, che fa muro in difesa di Giorgio Napolitano. «Qui se c’è uno che è incompatibile con la Costituzione è proprio il leader dei 5Stelle» s’indignano deputati e senatori. Forza Italia invece continua a far da spalla al leader dei 5Stelle nella guerra al Quirinale, tanto che il Mattinale di Fi curiosamente rilancia proprio lo stesso vecchio testo del ‘91, e con Sandro Bondi che non perde l’occasione: «Nessun presidente si è comportato così, Napolitano esercita una vera e propria supervisione politica dell’attività di governo».
La battaglia fra Grillo e il Pd si allarga anche alle carte bollate. L’ex comico finisce condannato per diffamazione nei confronti del tesoriere del Pd Antonio Misiani: il Tribunale di Genova gli infligge mille euro di multa e il risarcimento dei danni alle parti civili (lo stesso Misiani e il Pd) per 30 mila euro. Tutto a causa di un altro blog di Grillo (“I tesorieri”, 4 maggio 2012) con la fotografia di Misiani (tipo “segnaletica” della polizia) accanto a quella di Lusi e Belsito, i due effettivamente indagati per sottrazione di denaro pubblico e raggiunti da misure di custodia cautelare, ma quel montaggio «ha ingenerato nel lettore — dice la sentenza — il convincimento che anche Misiani fosse interessato da indagini dell’autorità giudiziaria». Il segretario dei giovani del Pd, Fausto Raciti, intanto presenta una denuncia dai carabinieri contro Grillo per aver «istigato» le forze di polizia a non difendere i palazzi della politica dall’assalto del movimento dei forconi.
Il capo dell’M5S dal suo blog (sempre citando dal vecchio discorso contro Cossiga) attacca «i comportamenti sempre più abnormi e inquietanti del presidente della Repubblica», incita a sollevare «una questione di incompatibilità tra l’aggressivo ruolo politico di parte assunto e la funzione attribuita dalla Costituzione al presidente della Repubblica, tra un esercizio esorbitante dei poteri presidenziali e la permanenza in quella carica». Il “trucco” grillino viene presto scoperto dal Pd, che insorge. «Grillo è ormai solo un piromane delle istituzioni - replica il capogruppo alla Camera Roberto Speranza - e i continui e scriteriati attacchi al capo dello Stato, cardine del nostro sistema democratico, fanno di lui un irresponsabile ». E a nome di tutti i senatori del partito, il vicepresidente Claudio Martini trova «miseri» questi tentativi, «arriva addirittura a decontestualizzare un discorso di Giorgio Napolitano di molti anni fa per cercare di costruire alibi alle sue farneticazioni ».