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 2013  dicembre 13 Venerdì calendario

IL REGOLAMENTO IL COPYRIGHT ARRIVA SUL WEB UN COLPO AI PIRATI DIGITALI


Il regolamento per la tutela del diritto d’autore su Internet è stato approvato. Si tratta di un testo che, di fatto, introduce per la prima volta in Italia un meccanismo di protezione del copyright on line per combattere il traffico illegale di file di natura culturale. Le nuove norme non incidono sulla libertà della rete.
Un duro colpo alla pirateria digitale. Lo ha sferrato ieri l’Agcom, non senza qualche strascico polemico, approvando all’unanimità il regolamento per la tutela del diritto d’autore su Internet. Un testo che, di fatto, introduce per la prima volta in Italia un meccanismo di protezione del copyright on line per combattere il traffico illegale di file di natura culturale. Film, giochi, musica, libri: una enorme materiale elettronico originale che naviga in rete senza controllo danneggiando gli autori e causando milioni di danni. «Il regolamento – si legge in una nota del garante – tiene conto delle osservazioni emerse nel corso di un’ampia consultazione dei soggetti interessati, assegna carattere prioritario alla lotta contro le violazioni massive e non riguarda gli utenti finali, per cui non incide in alcun modo sulla libertà della rete». L’autorità sulle comunicazioni guidata dal presidente Marcello Cardani ha già incassato il via libera della commissione europea e le disposizioni entreranno in vigore dal 31 marzo 2014.
IL CAMBIAMENTO
Ma cosa cambia rispetto ad oggi? Il regolamento assegna all’Agcom una funzione di arbitro rispetto alle controversie relative a presunte violazioni del diritto d’autore sul web. Il procedimento scatta con la presentazione di un’istanza da parte del titolare del diritto. Pertanto, l’autorità non si comporterà come uno sceriffo e non agirà d’ufficio, il che esclude che i provider siano chiamati a svolgere un’attività di monitoraggio della rete. Rapidissimi i tempi: entro 5 giorni dall’apertura dell’istruttoria sia l’uploader (il titolare dei server che conservano i file) che i gestori delle pagine che consentono ai navigatori di scaricare il contenuto dovranno presentare controdeduzioni difensive oppure procedere, nel giro di tre giorni, alla rimozione del contenuto incriminato interrompendo così la procedura avviata dal titolare del copyright.
LE SANZIONI
Severe le sanzioni per chi viola le regole. Si va dalla rimozione selettiva dell’ “opera digitale” che viola il diritto d’autore alla chiusura del sito qualora la violazione sia considerata eccessiva. La riforma colpisce anche nel portafogli: in caso di trasgressione rispetto all’ordine di rimozione dalla rete è prevista una sanzione pecuniaria compresa tra 10 e 250 mila euro.
L’Agcom ha anche istituito un comitato tecnico formato da rappresentanti di tutti gli stakeholder che avrà il compito di favorire la promozione dell’offerta legale. «La lotta alla pirateria non può limitarsi all’opera di contrasto – ha infatti chiarito l’autorità – ma deve essere accompagnata da azioni positive per creare cultura della legalità».
LE REAZIONI
Soddisfazione per il via libera al regolamento dal mondo dell’industria culturale. Per il presidente della Federazione editori, Giulio Anselmi, l’Agcom «ha optato per una soluzione di grande equilibrio e trasparenza, attraverso la previsione di efficaci misure di enforcement che coniugano perfettamente la difesa della libertà della rete con l’eliminazione di comportamenti parassitari». «È un primo risultato nel segno della legalità, dell’educazione dei consumatori, della valorizzazione dell’industria culturale italiana» ha spiegato il presidente della Siae, Gino Paoli. Via libera anche Confindustria cultura, Confindustria Radio Tv, Anica e Federazione editori musicali. Di diverso orientamento i deputati in commissione trasporti del MoVimento 5 Stelle, secondo i quali il presidente Agcom Cardani, «ha pensato bene di non venire a riferire sulla materia nella sede istituzionale referente: si tratta di uno schiaffo al parlamento». Critiche anche dal Pd: «L’Agcom non ha atteso il varo di una legge, con una decisione che crea dubbi di carattere formale» ha polemizzato Vincenzo Vita.