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 2013  dicembre 13 Venerdì calendario

LE CENERI IN LAGUNA E IL CARO ESTINTO DIVENTA CARISSIMO


Venezia. A Venezia tutto costa molto, dal giro in gondola al caffè, per non parlare di una notte in albergo. Ma non tutti sanno che perfino disperdere in natura le ceneri di un familiare ha un prezzo che non ha paragoni in Italia: se il defunto non era residente, bisogna sborsare 363 euro. Gratis invece per i veneziani. Tre i luoghi deputati: un’area all’interno del bosco di Mestre, nella laguna nord o direttamente in Adriatico, comunque a non meno di 700 metri dalla costa. I numeri non sono da business, ma visto il trend potrebbero diventarlo. «Dal 2011, quando è diventata operativa la legge regionale del Veneto, abbiamo eseguito 336 dispersioni di ceneri in natura, e i non residenti sono stati circa un terzo» precisa Gilda Zennaro, responsabile dei servizi ambientali del Comune di Venezia. Molti di questi erano stranieri. Scorrendo i registri, alla voce provenienza si trova scritto Colorado, Virginia, Sussex, Leicester. Tra gli italiani, uno da Pantelleria. «A volte si tratta di veneti emigrati, altre del desiderio, l’ultimo, di lasciar disperdere le proprie ceneri in un posto amato» spiega ancora la funzionaria. In Italia la cremazione è in continua crescita. Gli ultimi dati Istat risalgono al 2012, quando se ne sono registrate 101.842 (su un totale di decessi di 612.883), con un 15 per cento in più rispetto al 2011. Ma i dati variano molto da nord a sud. Il record di cremazioni va alla Lombardia (25,7 per cento), seguita dal Piemonte (13,7 per cento) e dal Veneto (12,3 per cento). Mentre la Sardegna (+63,9 per cento) ha il maggior aumento percentuale rispetto al 2011. Del resto ogni Regione legifera per sé, come stabilisce la legge 130 del 2001. E ogni Comune può a sua volta disciplinare in dettaglio la materia. Il che determina una scacchiera di divieti, tra distanze dai centri abitati (dai 200 metri in su), terreni (anche privati, ma solo se il proprietario è d’accordo e senza compenso) e luoghi, dalle montagne ai fiumi, ai laghi. Su un solo particolare ci sarebbe unanimità: la dispersione non può essere autorizzata in mancanza di esplicita richiesta scritta da parte del defunto. Ma è solo teoria. In realtà molto spesso basta la volontà espressa da un familiare.