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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

SINGAPORE


Singapore ha una superficie di poco inferiore a quella della città di New York e sta per esaurire lo spazio a disposizione dei suoi 5,4 milioni di abitanti. La città-stato si è ingrandita verso l’alto, con edifici residenziali alti fino a 70 piani, ha confiscato proprietà non utilizzate per destinarle all’edilizia immobiliare, ha espanso le coste per ricavarne quanto più terreno possibile. Ma essendo una delle città più popolose al mondo, e con stime che calcolano in 1,5 milioni l’aumento dei suoi residenti entro i prossimi 15 anni, Singapore si ritrova con poche alternative. Tante quanto lo spazio ancora disponibile. Per tutti questi motivi Singapore sta prendendo in considerazione una nuova opzione: costruire sottoterra, creare una città nel sottosuolo estesa e interconnessa, dotata di centri commerciali, snodi per i trasporti, spazi pubblici, aree pedonali e addirittura piste ciclabili.
«Singapore è piccola. A prescindere dal fatto che la popolazione arrivi o meno a 6,9 milioni di abitanti, ci servirà altro spazio » dice Zhao Zhiye, direttore a interim del centro per lo spazio sotterraneo all’Università tecnologica di Nanyang. «Utilizzare il sottosuolo potrebbe essere un’alternativa valida per Singapore ». Le restrizioni imposte in altezza agli edifici che sorgono nelle aree circostanti le basi aeree e gli aeroporti hanno impedito ai costruttori immobiliari di edificare ancora più in alto. E c’è anche un limite a quanta terra può essere ricavata dall’oceano: fino a questo momento si tratta di una superficie pari a un quinto di Singapore, ma sono aree esposte all’innalzamento del livello dei mari legato al cambiamento del clima. Le restrizioni hanno portato alla chiusura di numerose proprietà immobiliari antiche e aree militari, per lasciare spazio a cantieri di edilizia residenziale e industriale.
Costruire sottoterra non è una novità per Singapore: già ora esiste una rete sotterranea di circa 12 chilometri di strade a scorrimento veloce e di un’ottantina di chilometri adibite a linee di trasporto pubblico. Sempre sotto il paesaggio urbano sono collocati i sistemi di drenaggio e i tunnel per le società di servizio. Ma adesso Singapore ha deciso di andare ben oltre e di dare avvio ai lavori per la realizzazione di un grande bunker petrolifero chiamato Jurong Rock Cavern: quando sarà completato, saranno stati sbancati circa 60 ettari di terreno, equivalenti a sei impianti petrolchimici. Un altro progetto allo studio è la Città sotterranea della scienza, con una quarantina di grotte collegate tra di loro nelle quali saranno ospitati i centri di informazione e ricerca e laboratori per lo sviluppo, utili alle industrie del settore biomedico e biologico. Il centro scientifico coprirà un’area di venti ettari, sarà di trenta piani, sorgerà sotto una zona di Singapore ovest anch’essa adibita alla scienza, e potrà ospitare fino a 4.200 scienziati e ricercatori.
«Se sapremo utilizzare al meglio lo spazio sotterraneo, potremo trasferirvi molte strutture», dice Zhao. «All’inizio forse potrebbero insorgere problemi di natura psicologica, ma se garantiremo luce e ventilazione adeguate, poco alla volta la gente riuscirà a superare l’idea di lavorare e vivere nel sottosuolo». I progetti sotterranei possono arrivare a costare il triplo di quelli in superficie, a causa delle più alte spese di costruzione. Ma l’idea di lavorare e vivere sottoterra è stata accolta con scetticismo dall’opinione pubblica. «Nel corso degli anni molti di noi si sono trasferiti dai kampong, i tradizionali villaggi malesi sulle pa-lafitte, in eleganti appartamenti governativi», dice Joseph Tan, 69 anni, contabile in pensione. «E proprio quando ci siamo finalmente abituati a vivere in questi edifici residenziali adesso dovremmo andare a vivere sottoterra? Alla mia età spero di vivere con un po’ di confort».