Fulmini 27/4/2013, 27 aprile 2013
ACQUA «È
una storia che si tramanda fin dai tempi antichi. Pare che l’acqua di Herdecke rafforzi il fisico e che lo renda più vigoroso. Ma forse ci siamo fatti un po’ suggestionare» (Jurgen Klopp, allenatore del Borussia Dortmund sull’acqua “miracolosa” che fa bere alla sua squadra).
FILOSOFIA «Un ragazzo bravo a 23 anni deve aver giocato una cinquantina di partite in Serie A. Un 16-17enne deve giocare con i più grandi in campionati competitivi, ma disputare due-tre gare l’anno in A. La filosofia che sta a monte è che il giovane deve giocare...» (Guy Roux, storico allenatore dell’Auxerre).
ME «Come calciatore non ero né bravo né facile da gestire. Spero di non dover mai allenare uno come me» (Corrado Orrico, nuovo allenatore del Gavorrano, serie B).
VINCERE «Vincenzo è un leader fantastico. Mi aiuta, mi consiglia, mi corregge. Sono orgoglioso di essergli al fianco. Avrebbe potuto già essere suo, il Giro d’Italia. Quest’anno Wiggins viene per vincerlo? Anche Nibali. Anche noi» (Fabio Aru, ciclista)
SOGNO «Se non hai un sogno ogni giorno sei poca cosa, specie in un ambito in cui la competizione è tutto. Nessuno è più forte dei risultati. Tutti si ricordano l’ultimo tiro, non come ci sei arrivato» (Andrea Trinchieri, allenatore della squadra di pallacanestro Cantù).
RANCORE «Ora che la mia vita è salva, credo che nessuno mi debba niente e non porto rancore verso questo sport. L’unica cosa che voglio è che sia migliorata la sicurezza sia in gara che nei test e voglio collaborare, anche per ringraziare i team che mi hanno dato supporto dopo l’incidente. Quando mi sono svegliata, per me io ero ancora Maria De Villota pilota di test di F.1. Non potevo concepire di non avere un occhio. Poco a poco, però, ho preso coscienza della fortuna avuta: che aver perso l’occhio era molto meno importante rispetto a ciò che era rimasto, la vita. Oggi guardo alle cicatrici [104 ferite sul volto, ndr] come parte della mia storia, le “indosso” con grande orgoglio» (Maria de Villota, la tester di F1 che rischiò la vita durante un test al Duxford Airport).
MORIRE «Credo si possa correre a 300 all’ora limitando il rischio al minimo. Occorre sedersi ad un tavolo insieme ai rappresentanti della federazione e ai costruttori. Bisogna impegnare uomini e soldi nella ricerca del migliore compromesso tra sicurezza e spettacolarità. Nessuno ci ha ordinato di correre in F1, ma non siamo pagati per morire» (Ayrton Senna).