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 2013  luglio 10 Mercoledì calendario

ITALIA, UN MILIONE DI SPIATI


[Aldo Giannuli]

Tra richieste di asilo politico (negato da 21 Paesi, tra cui l’Italia) e proposte di matrimonio (da parte dell’ex spia Anna Chapman, che gli darebbe la cittadinanza russa) non si ferma la spy-story di Edward Snowden, il contractor Cia che ha svelato al mondo lo schema Prism: intercettazioni a tappeto della National Security Agency americana sugli account Facebook, Google e Apple di tutto il mondo, ma anche di ambasciate straniere e leader europei. A cui sono seguite rivelazioni a catena: l’ultima è un’inchiesta di Le Monde, secondo cui anche gli 007 di Parigi intercetterebbero fax, email e cellulari dei cittadini francesi.

Succede anche in Italia? «Lo escluderei», spiega l’esperto di intelligence Aldo Giannuli, che ha appena firmato una nuova edizione del suo Come funzionano i servizi segreti. «I nostri servizi non hanno software sofisticati come quelli americani e tradizionalmente privilegiano fonti umane più che tecnologiche. Nell’archivio dell’ex Direzione centrale della polizia di prevenzione c’è un milione di dossier personali, di aziende, di partiti: atti giudiziari e note di confidenti, ma poche intercettazioni. E mai raccolte a strascico, come in Prism, ma mirate».
Quindi basta non avere niente da nascondere per sentirsi sicuri?
«Non proprio. I nostri scambi online rimangono su un server, che non è inviolabile».
Ma a chi possono interessare?
«Oggi, a nessuno. Domani chissà. Potrei essere testimone di qualcosa, e il mio silenzio si comprerà trovando nei server la mail in cui sparlavo del capo, o le mie frequenti visite a certi siti. E poi, aggregando molti discorsi, si può capire se un film avrà successo, o chi vincerà le elezioni: un servizio segreto può cederli a un’azienda e in cambio magari far assumere un proprio uomo nelle sue filiali all’estero, come copertura».
Ma nessuno controlla gli 007?
«In Italia, nessuno. Dalla magistratura li protegge il segreto. E i politici non vogliono metterseli contro, può sempre saltar fuori qualcosa: debiti di gioco, imbrogli professionali. Tambroni (premier per alcuni mesi nel 1960, ndr) scoprì che l’intelligence indagava sulla sua relazione con Sylva Koscina. Un presidente del Consiglio Dc fu fotografato con un giovane nudo».
Ci proteggono da attacchi come Prism?
«Insomma: i provider coinvolti, da Google a Facebook, non sono italiani. E di certo collaboravano con la Nsa: anche le aziende combattono, è in atto una cyberguerra».
Tra chi?
«Snowden è appoggiato dai servizi cinesi: non è un caso che fosse a Hong Kong quando è scoppiato lo scandalo, molte informazioni su Prism devono avergliele passate loro. E il Datagate è scoppiato proprio quando Obama ha protestato per lo spionaggio industriale cinese».
Sembra una guerra mondiale.
«La crisi economica logora il fair play, lo scontro è aperto».
Anche in Europa?
«Le nostre aziende faranno pressione: chi dice che Prism non facesse anche spionaggio industriale? È già successo: negli anni Novanta le intercettazioni di Echelon aiutarono l’americana Boeing a vincere una commessa contro l’europea Airbus. Già la Ue parla di interrompere i negoziati con gli Usa sullo scambio dei dati finanziari».
Ma il nostro ministro degli Esteri ribadisce che gli Usa sono un alleato.
«Frase scandalosa: è un atto di guerra economica, e Bonino commenta solo che “non è carino spiarci”. Dovrebbe dimettersi».