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 2013  luglio 10 Mercoledì calendario

INTERDIZIONE, RINVIO O ANNULLAMENTO. I TRE SCENARI —

«Nei procedimenti per reati la cui prescrizione maturi durante la sospensione» dei termini feriali, «il giudice pronuncia, anche d’ufficio, ordinanza non impugnabile con la quale è specificamente motivata e dichiarata l’urgenza del processo». Questo terzo comma dell’articolo 2 della legge n.742 esiste per tutti i processi dal 7 ottobre 1969, e in base ad esso anche i giudici di Cassazione non possono farsi prescrivere in mano i procedimenti su reati che abbiano prescrizioni imminenti pur durante la pausa estiva. Di qui ieri, nel caso diritti tv Mediaset, la fissazione al 30 luglio davanti alla sezione feriale della Suprema Corte (presidente Antonio Esposito, relatore Amedeo Franco) del processo pervenuto in Cassazione da Milano nove giorni fa con i ricorsi difensivi depositati il 19 giugno.
Prescrizione evitata
Ieri il Corriere aveva calcolato che in un periodo compreso fra il 31 agosto e il 30 settembre, ma più probabilmente il 13 settembre, si sarebbe prescritta una delle due annate di frode fiscale (il 2002 per 4,9 milioni di euro asseritamente evasi, il doppio dei 2,6 milioni del 2003 destinati a prescriversi solo nell’estate 2014) per le quali i giudici di Tribunale il 26 ottobre 2012 e di Appello l’8 maggio 2013 avevano condannato il patron di Mediaset ed ex premier a 4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. La conseguenza giuridica sarebbe stata che, anche in caso di condanna, una Corte di legittimità fissata in media dopo 7 mesi, e dunque a fine 2013/inizio 2014, avrebbe fatto passare in giudicato la colpevolezza di Berlusconi ma, non potendo operare apprezzamenti di merito sull’entità della pena, avrebbe dovuto demandare a un nuovo Appello milanese il ricalcolo della pena alla reclusione, dalla quale sarebbe dipesa (solo se ancora superiore a 3 anni) anche la permanenza o meno della pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Il precedente
Uno schema identico si è appena verificato pochi giorni fa nel processo al chirurgo Pier Paolo Brega Massone per le operazioni inutili e dannose su pazienti della clinica milanese Santa Rita: la Cassazione ha confermato la colpevolezza per lesioni volontarie ma, rilevando che 15 delle 90 lesioni contestate si erano nel frattempo già prescritte, e pur potendo in teoria commisurarsi sulla pena-base di 5 anni e 8 mesi calcolata dai giudici di merito sui reati più gravi e non prescritti, ha ugualmente ordinato un nuovo Appello ai soli fini del ricalcolo della pena.
Il rebus dei 30 giorni di termini
La fissazione al 30 luglio, cioè prima della più vicina fra le possibili date di prescrizione intermedia che la Corte d’Appello di Milano ha segnalato alla Cassazione addirittura in un teorico 1 agosto, elimina ora il rischio di prescrizioni e consegna il giudizio a un esito nitido di assoluzione o condanna. Non è però detto che il verdetto arrivi già il 30 luglio. È possibile infatti che i difensori pongano il problema dei soli 20 giorni di avviso da ieri ad allora, inferiori di 10 giorni al termine ordinario di 30 giorni. Sull’accordo tra le parti la Cassazione potrebbe dunque aggiornare l’udienza di una manciata di giorni, in agosto, comunque cominciando a incardinare un giudizio che in ogni caso arriverà a sentenza prima del 13 o 14 settembre, data più attendibile di prescrizione dell’annualità 2002.
Annullamento o conferma
La Cassazione potrà accogliere uno dei molti motivi di ricorso contro la condanna elaborati dall’avvocato Niccolò Ghedini e dal professor Franco Coppi, e in questo caso annullare la sentenza: o senza rinvio, con assoluzione secca e definitiva dell’ex premier, o con rinvio a un altro processo di Appello su specifici punti indicati poi nella motivazione. Oppure la Corte potrà far diventare definitiva la condanna di Berlusconi sia nella reclusione a 4 anni (di cui 3 già cancellati però dall’indulto del 2006) sia nella pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
Coda parlamentare
Seppure divenisse definitiva, l’interdizione avrà comunque ancora un’ultima coda, stavolta in Parlamento: spetterà infatti alla Giunta per le immunità prendere atto dell’interdizione e dichiarare, con il voto dei propri componenti, la decadenza di Berlusconi da senatore e la sua incandidabilità per 5 anni. Il Parlamento potrebbe in teoria disattendere la sentenza? Per esempio provando a prospettare che l’indulto (benché la legge del 2006 non l’abbia contemplato) cancelli anche le pene accessorie per analogia in passato con altri indulti? Non ci sono precedenti, nei pochi casi paragonabili nessuno si è spinto a questa soglia di conflitto tra poteri dello Stato; e nel 2007 lo stesso parlamentare di Forza Italia Cesare Previti, condannato per Imi-Sir, pur dopo un iniziale braccio di ferro anti-interdizione del suo partito, all’ultimo momento scelse di non andare alla conta e preferì anticipare le proprie dimissioni da parlamentare.
Luigi Ferrarella