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 2013  luglio 10 Mercoledì calendario

“UNA FRETTA ASSOLUTAMENTE INGIUSTIFICATA I GIUDICI NON RIUSCIRANNO NEANCHE A PREPARARSI”

ROMA — «Sorpreso». Di più: «Esterrefatto». Pronto a citare la famosa battuta del suo cliente Andreotti, «a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca». Il professor Franco Coppi, ultimo arrivato nella difesa di Berlusconi, non ha incertezze a criticare fortemente la decisione della Corte.
Udienza il 30 luglio: se l’aspettava?
«Assolutamente no».
È una sorpresa negativa?
«Lo è per tanti motivi, innanzitutto perché comprime le possibilità pratiche della difesa. Ghedini e io volevamo presentare motivi aggiunti e memorie, perché quelli già presentati sono solo abbozzati. Avendo già dei termini ristretti li abbiamo buttati giù, in attesa di fare ulteriori approfondimenti. Ma in 20 giorni non si può far più niente».
L’anticipo danneggia il diritto alla piena difesa di Berlusconi?
«In senso formale no, ma in senso sostanziale sì, perché taglia tempi di approfondimento assolutamente necessari».
Ha pensato di contestare la decisione?
«Giuridicamente è impossibile ».
Nel merito, la fretta è giustificata?
«Non lo è perché quotidianamente la Cassazione dichiara la prescrizione intermedia, e non c’è nessun bisogno di rinviare a un altro giudice per la determinazione della pena perché la stessa Corte può sottrarre alla pena complessiva la parte corrispondente ai reati prescritti. Punto secondo: se la prescrizione intermedia matura il 13 settembre, la Cassazione poteva fissare udienza quel giorno, e avremmo avuto un mese di tempo in più. Per due volte, proprio in Corte, ho discusso di domenica perché c’era un problema di termini. Quindi non si vede perché anticipare al 30 luglio ».
Decisione “strana” e ad hoc per Berlusconi?
«Può levare le virgolette, è una decisione che mi sorprende e mi lascia esterrefatto, e tutti sanno che non sono abituato a usare parole forti».
Per dirla col Pdl, è contra personam?
«Le rispondo come faceva un mio antico, e autorevole cliente, “a pensar male si commette peccato, ma qualche volta ci si azzecca”.
Io non voglio commettere peccati e quindi non penso male».
Ammette che esiste il nodo della prescrizione intermedia e il rischio di cancellare il processo?
«La prescrizione della frode fiscale, per il tipo contestato a Berlusconi anno per anno, matura ogni 12 mesi. Parliamo del 2002 e del 2003. Tra maggio e giugno 2014 si sarebbe prescritto il reato del 2003. Quindi l’effetto più disastroso, se fosse scaduta in settembre la prescrizione per il reato del 2002, sarebbe stata solo una sottrazione di pena. Ribadendo sempre che il processo poteva essere fissato fino al 13 settembre».
Esclude il rinvio in appello e lo scadere dei termini?
«Lo escludo nel modo più assoluto. Intanto perché non sarebbe stato necessario rinviare in appello solo per determinare la pena. Diverso sarebbe stato se la Cassazione avesse annullato l’intera sentenza. Ma non è questo il caso di cui ci stiamo occupando».
La fretta della Suprema corte non si spiega con il rischio di un possibile rinvio in appello e la necessità di lasciare ai giudici un margine più ampio di tempo?
«L’ipotesi di un nuovo giudizio di appello e di un nuovo ricorso in Cassazione possono far maturare i termini di prescrizione, salvo che non si proceda al galoppo come si è fatto fino ad ora, perché allora in pochi mesi si può fare tutto ».
Ha parlato con Berlusconi?
«Non ancora».
Con Ghedini? Come l’ha presa?
«Malissimo, come io stesso. I giudici sono bravissimi, esperti, veloci, ma “quel” giudice dovrà studiare atti, fare una relazione, spiegare agli altri di che si tratta. Venti giorni sono pochi per noi che conosciamo il processo, figurarsi per chi vi si avvicina per la prima volta. Sarebbe ipocrita nascondere questo timore, solo per contare sulla benevolenza della Corte o per passare da colomba e non mettere le penne del falco. Ma sono abituato a dire quello che penso».
Lancia già un atto di sfiducia preventivo o è un modo per mettere le mani avanti in caso sconfitta?
«Assolutamente no, non ho queste remore e timori. Sono le preoccupazioni di un uomo del mestiere che conosce la difficoltà del processo e vuole avere di fronte un giudice che sa di che si parla ».