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 2013  luglio 10 Mercoledì calendario

I CINESI ACQUISTANO UNA SPIAGGIA

Lungo la riviera romagnola sono inorriditi. Il bene supremo di queste parti, il motore dell’economia locale, cioè la spiaggia con i famosi ombrelloni, lettucci e pedalò potrebbe finire in mano ai cinesi.
Lo sgarbo è di un romagnolo doc, dinastia di bagnini, che, stanco delle tasse e della burocrazia, ha deciso di vendere. «Sì, di vendere, non di svendere», dice.
Ha sentito un po’ in giro ma nessuno ha tirato fuori il libretto degli assegni. I colleghi sono alle prese con i turisti che centellinano le spese e la crisi si fa sentire.
Un brutto momento per investire. Allora che ha fatto? Ha messo un annuncio: aaa vendesi bagno ben avviato a Marina Romea, due passi da Ravenna. Prezzo: 1,4 milioni.
Il fatto è che non ha fatto pubblicare l’annuncio da un giornale locale o da un grande quotidiano nazionale. Ma dal sito Internet vendereaicinesi.it, una pagina web in italiano e cinese che raccoglie appunto le offerte degli italiani ai cinesi: case, negozi, capannoni, aziende e ora anche un pezzo di spiaggia attrezzata a Marina Romea.
«I cinesi», assicura Alberto Toppino, uno dei fondatori di vendereaicinesi.it, «comprano e pagano, considerano un’offesa non saldare una fattura. Sono dinamici, cercano attività sulle quali investire perciò abbiamo deciso di facilitare la comunicazione tra gli italiani che hanno qualcosa da offrire e i cinesi che vogliono comprare».
Ma che tra le prede potesse esserci anche una spiaggia romagnola nessuno finora ci avrebbe scommesso. E il clichè del bagnino romagnolo dove andrà a finire, con la sua verve, il suo dongiovannilismo, il suo modo felliniano di affrontare il lavoro e la vita? Tutta da riscrivere la storia della costa romagnola: il bagnino con gli occhi a mandorla sarà la novità della prossima stagione poiché, secondo Toppino, vi è molto interesse attorno a quell’offerta e le trattative sono in corso. Con le cooperative dei bagnini esterrefatte per quanto sta accadendo.

Si scopre così uno squarcio particolare dell’economia, un luogo virtuale dove si incontrano gli italiani che offrono e i cinesi che acquistano, i primi che hanno bisogno di realizzare, i secondi che non sembrano avere problemi di liquidità. Che l’idea del sito sia stata vincente, lo dimostra il traffico web registrato (vi è perfino un numero verde di assistenza bilingue) e lo confermano gli ideatori, giovani italiani e cinesi che hanno costituito la società Mito, sede in Piemonte, appunto per mediare tra chi offre e chi domanda attività commerciali, industriali, immobiliari. Vi è già anche un sito Facebook, con lo stesso nome del sito. Il prossimo passo di questi intraprendenti imprenditori sarà l’avvio di un canale televisivo, una specie di televendita 24ore destinata ai cinesi residenti in Italia. Si offrirà di tutto, così come avviene nel sito Internet: dalle ville ai bar, dai negozi alle tabaccherie, perfino prosciutti e macchine per fare la pasta. E sui lidi ravennati oltre al bagno viene offerto anche, poco distante, un ristorante.

Del resto, proprio in Romagna i cinesi hanno messo a segno uno dei loro colpi più grossi realizzati in Italia: l’acquisizione (da parte del gigante Shandong) del gruppo Ferretti, maggior produttore mondiale di yacht di lusso. Nonostante un rallentamento, nel primo trimestre 2013 l’economia cinese è pur sempre cresciuta del 7,7%. Tra gennaio e febbraio lo shopping cinese all’estero è aumentato del 147% rispetto allo stesso periodo del 2012, per un totale di 18,39 miliardi di dollari. In particolare i flussi annuali verso l’Europa sono passati da 760 milioni di euro prima del 2008 a oltre 7,6 miliardi negli ultimi due anni.

La Cina sta diventando il primo partner commerciale di molti Paesi europei, tra cui la Germania. Entro il 2020, secondo l’analista Jim O’Neill di Goldman Sachs Group, le esportazioni tedesche in Cina saranno il doppio rispetto a quelle dirette in Francia. «Per molti Paesi, la Cina sta diventando rapidamente il partner commerciale più importante - spiega O’Neill - sempre più Paesi europei finiranno per privilegiare una partnership con Pechino, snobbando le Nazioni più vicine».

Insomma, la Cina è vicina e www.vendereaicinesi.it lo ha capito. «Un terzo dei cinesi residenti in Italia - afferma Toppino - possiede la partita Iva ed è alla ricerca di nuove opportunità di business».

Il portale ha pubblicato finora 3mila annunci e registra 4mila accessi giornalieri, segno di una grande effervescenza confuciana, confermata dal fatto che l’università di Bologna ha avviato un collegio cinese, che promuove scambi tra studenti italiani e cinesi, che l’ex-presidente del consiglio Romano Prodi è spesso in Cina a tenere lezioni di economia, che il romagnolo Andrea Babbi, neodirettore dell’Enit, ente turistico nazionale, ha impostato una campagna per calamitare turisti cinesi in Italia e, per aiutarlo nell’impresa, a Rimini compaiono nei ristoranti i primi menù in ideogrammi: dopo la Russia (che ha tenuto a galla le sorti del turismo romagnolo negli ultimi anni) sembra che il nuovo Eldorado vacanziero potrà essere proprio la Cina.

«I turisti cinesi sono globe shopper», dice Babbi, «si spostano per fare acquisti griffati e scattare foto da mostrare una volta rientrati. La capacità di spesa pro-capite di quelli che viaggiano verso l’Europa ammonta a circa 11mila euro. Sono attratti dall’Italia e dal nostro mare». Ma come la prenderanno i turisti cinesi se atterrati in Romagna troveranno ad accoglierli, in spiaggia, un connazionale che gli apre l’ombrellone?