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 2013  giugno 26 Mercoledì calendario

SEMPRE MENO NASCITE, SALDO NATURALE A PICCO

Siamo quasi sessanta milioni ma abbiamo praticamente smesso di crescere. Anzi, nel 2012 l’Italia ha toccato il punto più basso di sempre per quanto riguarda il saldo naturale tra nati e morti. È molto negativo, per le prospettive di sviluppo del Paese, il “Bilancio demografico nazionale” 2012 presentato ieri dall’Istat, aggiornato con i dati del Censimento 2011. Se, infatti, nel corso dell’anno la popolazione è cresciuta di 291.020 unità (+0,5% rispetto al 2011), arrivando a quota 59.685.227 persone (di cui 4,3 milioni di cittadinanza straniera, pari al 7,4% del totale), nello stesso periodo, osservano i ricercatori dell’Istituto di statistica, il saldo naturale tra nati e morti ha toccato «un picco negativo mai raggiunto prima». Nel corso dell’anno preso in considerazione, sono stati registrati 534.186 nati (12mila in meno rispetto all’anno precedente) e 612.883 decessi (19mila in più), arrivando a un saldo naturale (dato dalla differenza tra nati e morti) negativo per 78.697 unità, il peggiore di sempre. Peggio persino di quello, già molto elevato, del 2003, quando la mortalità, osservano gli esperti dell’Istat, «fece registrare valori particolarmente elevati nei mesi di giugno-agosto a causa di una eccezionale ondata di calore». Per il 2012, l’aumento dei morti è invece da imputare al freddo polare dei mesi invernali, periodo che ha fatto registrare «il maggior incremento della mortalità».
Anche nel 2012 è quindi proseguito l’andamento negativo delle nascite già registrato a partire dal 2009. Il leggero incremento fatto segnare negli anni precedenti, «era dovuto principalmente – spiegano all’Istat – all’apporto alla natalità delle donne straniere», proseguito anche nel 2012. Dal 2000, infatti, il contributo delle straniere alla natalità è passato dal 4 ,8 % (circa 30 mila nati) al 14,9% (pari a 80mila nascite) registrato lo scorso anno.
«Tuttavia – sottolineano all’Istat – l’incremento che le donne straniere danno alla natalità non compensa la diminuzione dovuta a quello delle donne italiane».
Tra le cause di questa sofferenza demografica, l’Istituto di statistica mette la crisi economica, che ha «prodotto effetti negativi anche sulla natalità, come peraltro potrebbe essere avvenuto per la concomitante diminuzione dei matrimoni, registrata proprio negli ultimi tre anni».
Infine, il Bilancio demografico fa il punto sulla consistenza delle famiglie; quelle anagrafiche sono 25 milioni e 873mila, per un numero medio di componenti pari a 2,3 per nucleo. Il valore minimo è di 2 e si rileva in Liguria, mentre il massimo è di 2,7, riscontrato in Campania, che è la regione dove sin conta il maggior numero di famiglie numerose. Quella familiare è la condizione di vita del 99,5% della popolazione residente in Italia al 31 dicembre 2012. Il restante 0,5% della popolazione, pari a circa 326mila persone, vive invece in convivenze anagrafiche, quali caserme, case di riposo, carceri e conventi.