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 2013  giugno 24 Lunedì calendario

FUNZIONA SEMPRE IL METODO “SICURO” DEL RE INDISCUSSO DEGLI APPALTI


Ricordate Alfredo Romeo? È quell’imprenditore napoletano, titolare dell’appalto per la manutenzione delle strade di Roma per 80 mila euro l’anno ogni chilometro, che divenne famoso nel dicembre 2008 quando la capitale finì sott’acqua, come era capitato solo nel 1937, a causa dei tombini otturati. Proprio in quei giorni, arrestato con quattro assessori napoletani, l’imprenditore si fece 79 giorni di carcere, per l’accusa di turbativa d’asta, da cui poi furono tutti assolti.
Di umili origini, cameriere per pagarsi gli studi in legge, il sessantenne Romeo, originario del casertano, inventò alla fine degli anni Ottanta un sistema di gestione di intere città, dalla manutenzione delle strade agli affitti degli immobili di proprietà comunale, fino ai cimiteri, su cui ha costruito un’immensa ricchezza. Per anni ha macinato appalti su appalti a Napoli, Roma, Milano, Firenze, Venezia, per conto dell’Inps, dell’Inpdai, di dodici ministeri, tra cui l’Economia, l’Interno, la Difesa, il Consiglio di Stato e anche il Quirinale.
“Escluderlo dalla gara non si poteva - ha raccontato di Romeo l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini - visto che la sua era l’offerta di gran lunga più bassa. Pensammo però che lasciare le case popolari milanesi alla sua gestione avrebbe potuto essere un disastro. E per questo decidemmo di suddividerle in tre lotti, per contenere i possibili danni se avessimo preso un bidone”. Il meccanismo spiegato da Albertini era semplice: Romeo faceva la gara al ribasso e la vinceva; poi accumulava risorse grazie allo scompenso tra prestazioni erogate e compenso ricevuto. E così era pronto per un’altra gara al ribasso. Fino a diventare un gigante.
Nell’aprile scorso Alfredo Romeo è stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli a tre anni di reclusione per corruzione. Ma in un paese che dimentica o perdona tutto, il suo business continua a moltiplicarsi. Ha appena vinto un a gara da 48,2 milioni con la Sea per servizi negli aeroporti di Milano, una bella goccia in un mare di nuovi appalti, come quello che gli ha affidato la Consip, la società interamente posseduta dal ministero del Tesoro che organizza gli acquisti dello Stato e gestisce amministrativamente tutti gli immobili e gli edifici pubblici. Ma, soprattutto, ha vinto la gara bandita dalla Associazione dei comuni italiani, diventando partner dell’ Anci Riscossione, la società costituita per riscuotere i tributi delle amministrazioni comunali al posto di Equitalia. Al momento della gara, presidente dell’Anci era il neo ministro del governo Letta, Graziano Delrio, e segretario generale il neo deputato del Pd Angelo Rughetti, personaggi generalmente stimati, su cui non grava alcuna ombra . Entrambi sono considerati vicini a Matteo Renzi la cui Fondazione BigBang ha ottenuto nel 2012 un finanziamento di 60 mila euro da una società di Romeo, come ha segnalato Il Sole-24 Ore. Un finanziamento sicuramente regolare ed esplicito. Ma su Renzi, come possibile candidato alla segreteria del Pd e/o candidato alla presidenza del Consiglio, si concentrano ormai le speranze di rilancio di una parte consistente del centrosinistra. Per cui sarebbe opportuno che il sindaco di Firenze illuminasse ogni possibile ombra futura, chiarendo ufficialmente se ha rapporti e quali con il chiacchierato re degli appalti pubblici.