Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 24 Lunedì calendario

PARENZO FUORI TEMPO VUOL COPIARE FUNARI


La generazione del ’68 sta bloccando la crescita dei giovani italiani, rifiutando di cedere i posti di comando cruciali per lo sviluppo del paese? In Italia è in corso una lotta generazionale per la conquista del potere? A questi e altri interrogativi di non poco conto ha provato a rispondere la seconda puntata de «La guerra dei mondi», nuovo talk show di Raitre condotto da David Parenzo (venerdì, ore 21.10). I due mondi in guerra sono quello dei giovani (ricordiamo che in Italia si è giovani fino a 45 anni) e quello dei «maturi», rappresentati da due «squadre» di ospiti e portavoce ideali: tra gli altri, Camila Raznovich, l’ex viceministro Michel Martone (professore ordinario dall’età di 29 anni, un caso molto virtuoso), Pigi Battista, Clemente Mastella e Philippe Daverio. Cresciuto professionalmente nei palinsesti di Telelombardia, Parenzo sta provando a raccogliere l’eredità televisiva di Gianfranco Funari: il ruolo che gli riesce meglio è quello del cerino che accende le discussioni, fomenta gli animi, innesca lo scontro forte di opinioni, anche sulla scorta del successo del programma radiofonico «La Zanzara», in cui Parenzo fa da spalla a Giuseppe Cruciani, l’unico ad aver trasformato il politicamente scorretto in format. Anche in «La guerra dei mondi», un talk tutto basato sull’idea della contrapposizione e della lotta (verbale), Parenzo funareggia molto, dà la parola a qualche rappresentante del pubblico in studio, ciascuno portatore della sua storia emblematica, quasi sempre molto arrabbiato. La vera domanda da farsi è se esiste ancora un’audience per questo modello di tv, soprattutto sulle reti generaliste e in prima serata. Chi è ancora disposto a resistere fino alla fine di quasi due ore di discussione animosa, che difficilmente porta a segnare dei punti fermi? E per rifare «Aboccaperta» si invitano Battista e Daverio?