Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 20 Giovedì calendario

MILT – MOTHER I’D LIKE TO TWEET


Il pericolo maggiore dell’essere madre amorevole di bambini piccoli è la perdita del senso dell’umorismo. Si infila la testa nel tunnel delle seste malattie e si imparano a memoria i nomi dei Teletubbies, ma poi si guardano gli amici con aria attonita: scusa, non l’ho capita. La battuta, la barzelletta, il pettegolezzo. Scusa, ma di chi parli? Chi sono le sorelle Kardashian? Mai sentite. Kate Moss? Non erano gli anni Novanta? L’ultimo film con Leonardo Di Caprio? Questa la so: Titanic. Le serie americane? No, io in tivù vedo solo Spongebob. Là dove c’era una ragazza divertente, adesso c’è l’enciclopedia del buon pediatra, che nessuno invita alle cene perché tanto non può mai, ma soprattutto per paura che si metta a parlare di creme per gli arrossamenti da pannolino. Kelly Oxford, trentacinque anni, tre figli (incidentalmente: bellissima, un’aria da ragazzina sfrontata) faceva la mamma a tempo pieno quando ha cominciato a scrivere battute in Rete proprio sulla vita familiare (prima con un blog, poi, nel 2009 è arrivata su Twitter): adesso ha cinquecentomila follower, ha pubblicato un libro che è entrato nei bestseller del New York Times, fa la sceneggiatrice a Hollywood, tutti vogliono comprare quello che scrive e Lena Dunham, sceneggiatrice e interprete di Girls, dice di lei: «È come la tua babysitter cool che ti insegna il sesso e il sarcasmo in un modo non raccapricciante. Il suo libro fa desiderare che i tuoi genitori siano sempre fuori a cena». Diablo Cody, che ha scritto Juno e Young Adult, la descrive come «una boccata d’aria fresca in un mare di leccaculo hollywoodiani. Lei è divertente, calda, e la bugiarda più sincera che io abbia mai incontrato». Il suo libro si intitola infatti Everything Is Perfect When You’re a Liar, è una raccolta di saggi brevi e pieni di humour, aneddoti di vita familiare, ricordi dei favolosi anni Novanta, e contiene anche disposizioni precise per il suo funerale: «Voglio che Ryan Gosling e George Clooney ballino con il mio cadavere, come con Bernie in Weekend con il morto». Non si sente una comica, e di fatto non lo è, ma è riuscita a essere divertente in centoquaranta caratteri con tre bambini per casa («Scrivevo quando loro non erano interessati a giocare con me»): loro adesso hanno undici, nove e tre anni, e una madre tweet-star stupita di tutto questo successo (con contratti a sei zeri). E un padre ingegnere ambientale che ha deciso di smettere di lavorare e restare a casa con i ragazzi, perché era più conveniente scambiarsi i ruoli. Ha riscattato le madri emarginate da ogni conversazione brillante, ma anche per questo le donne la detestano: «Gli uomini non si preoccupano, ma le donne, beh, ci sono un sacco di donne del tipo: oh, quella non è grassa, è carina, è divertente, io quella la odio». Il senso dell’umorismo post maternità fa lo stesso effetto della pancia di Belen a una settimana dal parto: ma come si permette? Com’è possibile che i comici di Hollywood seguano su Twitter Kelly Oxford, che twitta mentre carica la lavatrice, mentre porta il piccolo all’asilo, mentre aiuta i grandi a fare i compiti, e intanto dice, come un tempo Nora Ephron: «Beh, è tutto materiale». Forse il suo segreto è questo: niente la mette in imbarazzo. Non ha filtri. Sente di poter raccontare tutto, di sé, dei figli (dietro ricompensa), dice che l’unico limite è quello che è accettabile e quello che non lo è. Non lo è quando si ferisce qualcuno. Principio che non vale, però, per le Kardashian: «Se conoscete i nomi di cinque Kardashian, ma non conoscete almeno cinque stati dell’Asia, attaccatevi con un coltello a una presa elettrica».