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 2013  giugno 20 Giovedì calendario

FERMI A «SEI MINUTI DA MEZZANOTTE»

Di tanto in tanto, come fosse cosa da poco, si riparla di bombe atomiche. Non quelle ipotetiche che potrebbero costruirsi gli iraniani. No, gli arsenali che già esistono, le 10mila bombe che russi e americani hanno già. Fra queste, le 2.202 balistiche americane e le 2.787 russe "operative", capaci di essere usate subito e volare da un continente all’altro. Come ai tempi del Dottor Stranamore. La Guerra fredda è finita ma non c’è epoca della Storia che non lasci le sue scorie in eredità alla successiva. Se calcoliamo anche le bombe in disuso, più quelle attive di Cina, Gran Bretagna e Francia, gli altri soci del "club legale"; e anche gli ordigni dei "fuorilegge" India, Pakistan, Israele e Nord Corea, nel 2013 ci sono in giro ancora 19.500 bombe. L’"approssimazione" è del Bulletin of the Atomic Scientists - 18 premi Nobel e altre teste d’uovo del pianeta - il quale ricorda che esistono altri 40 Stati che conservano materiale fissile per fabbricare una bomba. Una trentina hanno la capacità tecnologica per assemblarne una e renderla operativa con un vettore. La conseguenza tratta dagli scienziati del Bulletin è che il mondo continua a essere a "sei minuti dalla mezzanotte", cioè dall’armageddon nucleare. Nel 2010 Usa e Russia avevano firmato il trattato START II per ridurre a 1.550 ciascuno gli arsenali strategici. Ma non è accaduto nulla. Emoziona ancora l’offerta di ridurre di un terzo tutti gli arsenali, lanciata di nuovo da Barack Obama nell’allegorico scenario di Berlino, la ground zero della Guerra fredda, quando Usa e Urss avevano più di 50mila testate? Forse non più.