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 2013  aprile 27 Sabato calendario

L’ARTE CINESE DI SPOSARE UN MILIONARIO


Cercasi marito per mia figlia: nato max nel ’70, con buone abitudini e casa di proprietà, stipendio minimo 8mila yuan al mese (mille euro). Mia figlia: nata sotto il segno del cavallo il 25/01/1978, nubile, 1,62 cm, 60 kg, college. È carina, gentile, brava in cucina. Chiamare 134.3479.5792.
Al Lotus Hill Park di Shenzhen, oltre agli aquiloni, una sala da thé e chioschi di pollo, ci sono quelli che cercano marito alle figlie single. Madri e padri, con tanto di vestito buono, attaccano inserzioni sugli alberi, con lo scotch. «Se si mette una foto è più facile. Appendere l’annuncio al tronco costa 70 yuan (8,5 euro)», spiega l’improvvisato agente matrimoniale. Qui puoi trovare giovani, meno giovani, altezza, peso. E ovviamente il salario minimo del marito ideale». Poco più in là domina sul parco la statua di Deng Xiaoping, il leader che cambiò la Cina di Mao aprendo le porte al capitalismo al motto di «arricchirsi è glorioso». Se per arricchirsi vale anche sposare un buon partito meglio, sostengono le donne cinesi. Secondo un sondaggio della Chinese Association of Marriage and Family e della All China Women’s Federation che ha intervistato 32mila donne, tra le qualità che queste cercano nel partner al primo posto c’è il portafoglio, al secondo le buone maniere e in terz’ordine il carattere. Non c’è da stupirsi: in Cina i milionari sono oltre un milione e secondo il Report 2013 del Centro Hurun di Shanghai, che ha steso una classifica dei 1453 miliardari del mondo, di sino-re Mida che hanno oltre un miliardo di dollari ce ne sono ben 317. Per non parlare del numero degli scapoli cinesi che entro il 2020 arriveranno a 24 milioni, una sproporzione rispetto all’altro sesso dovuta alla politica del figlio unico e all’aborto selettivo a favore dei maschi.
Se poi, fra le donne cinesi qualcuna ancora ignora l’arte di amare un milionario, ci pensa Shao Tong, autrice del manuale Perché sarai tu a sposare un uomo ricco? La scrittrice ha fondato e ideato anche una serie di corsi, di moda anche a Shenzhen e a Shanghai, che già dal nome promettono: Sposerai un milionario. Il Beijing Moral Education Center for Women organizza per ragazze da 21 a 49 anni corsi di 30 ore per la modica cifra di 20mila yuan (circa 2400 euro) dove si insegnano tecniche per sedurre un milionario, dal trucco all’etichetta. Punto primo, scrive Shao Tong: analizzare il lato sinistro del volto, quello che svela la personalità, passare quindi a quello destro, il lato social. La donna a caccia del portafoglio deve saper simulare e dissimulare, rimanere impassibile di fronte a un regalo costoso e non sembrare materiale, puntare alla propria educazione, leggere molto per affrontare una conversazione senza banalità, conoscere l’arte, la cucina, il vino. Frequentare i locali più cool, fare attività fisica, rinunciare ad abiti troppo sexy. È importante essere flessibile e, all’occasione, cambiare lavoro: gli uomini ricchi vogliono dottoresse, funzionari e insegnanti, non amano molto hostess e giornaliste. E ancora: sedute in un caffè, scegliete sempre e solo un punto luce dietro la schiena che offra luminosità al volto, possibilmente con un angolo di 30 o 45 gradi. «Ma quanto sono poi 45 gradi?», sorride Jade, insegnante dell’università che di anni ne ha 35, «in Cina se sei single e hai più di 27 anni ti danno della sheng nu, donna scarto: il Ministero dell’Educazione ha aggiunto il termine al lessico ufficiale. I miei vicini di casa pensano che abbia un problema psicologico, non riescono a capacitarsi del fatto che esistano donne indipendenti. Certo anch’io voglio un marito, che abbia uno stipendio almeno pari al mio. Altrimenti che senso ha il matrimonio? Il materialismo si respira ovunque in Cina, ma non è un aspetto negativo, piuttosto una scelta. «Qui il femminismo non c’è stato», continua Jade, «e oggi sposarsi un uomo ricco è più facile che diventare milionaria, ma la Cina cambia velocemente e ci arriveremo anche noi. Il mio uomo ideale? Ricco ma non troppo, intelligente, con una casa sua, possibilmente un suv e senza genitori a cui badare».
Nel 2010 avevano fatto il giro del mondo le parole di una concorrente del reality cinese You are the one, sino-versione di Uomini e Donne. Dopo la frase, di fronte a milioni di telespettatori: «Preferirei piangere sul sedile di una BMW piuttosto che ridere sul sellino della tua bicicletta», e la State Administration of Radio, Film and Tv ha dovuto emettere un comunicato: «Errati valori sociali e l’adorazione del denaro non dovranno essere presenti negli spettacoli». In effetti, la BMW, auto icona di lusso, è diventato nel gergo comune “Be My Wife”.
«A volte va bene anche solo sembrare ricco»: il 27enne Chen, impiegato, ha l’aria di saperla lunga: «Il problema restano i genitori, se la famiglia si oppone e pretende che tu abbia una casa, si può ricorrere a piccoli escamotage. Mia suocera aveva posto una condizione prematrimoniale: avrei dovuto comprare una casa a Hong Kong, dove i prezzi vanno dagli 8.700 ai 13.500 euro al mq. Come è finita? È rimasta incinta, ci siamo sposati e ora siamo in affitto». Uno studio del 2009 di Thomas Pollet, psicologo della Newcastle University, ha messo in relazione il piacere sessuale delle donne con il conto in banca del partner. L’indagine, che ha coinvolto 5mila donne cinesi, sembra aver dimostrato come la frequenza dell’orgasmo femminile sia direttamente proporzionale ai guadagni del compagno. «Non hanno un briciolo di romanticismo, le ragazze cinesi di oggi, sono tutte materialiste»: è sconfortato Yan, 29, single, «la prima domanda che ti fanno è quanto prendi, la seconda se hai una casa. Per me, che provengo da una famiglia non ricca, è difficile trovare una ragazza».
Secondo i risultati di uno studio del Dipartimento di Psicologia della Chinese University di Hong Kong sul mutamento della società cinese dal 1983 al 2008, i numerosi cambiamenti culturali dei valori hanno riguardato la diminuzione di importanza della verginità e un aumento del valore finanziario. Se un tempo non era annoverata fra le tradizioni cinesi, oggi sempre di più si afferma anche in Cina l’usanza di regalare l’anello di fidanzamento con tanto di diamante, oggetto che sulla donna cinese ha un forte impatto spirituale ed emozionale. Secondo uno studio di Bain & Company la Cina, insieme all’India, raggiungerà il 36% del consumo totale globale di diamanti entro il 2020, superando gli Usa. Il diamante, simbolo di eternità e status sociale, ha un potere di scambio molto forte dal momento che è uno dei regalini preferiti che lo sugar daddy, il “paparino” cinese vecchio e ricco a caccia di sesso promette alle giovanissime. Il fenomeno inizia a destare preoccupazioni dal momento che molte di queste ragazze smettono di frequentare l’università e diventano mantenute senza interessi. In una scuola elementare del Guandong è stato avviato un corso per non cadere nelle grinfie del sino-Papi. «Insegniamo alle ragazzine a farcela da sole, puntando sull’autostima e sul miglioramento personale», ha detto il preside Miao Meixian.
Verso sera nel Lotus Hill Park di Shenzhen, un’anziana madre appende il suo annuncio all’albero: «Sarebbe meglio una casa, ma anche senza può andare bene. L’importante è dare a mia figlia un po’ di felicità». Qualcuno, anche qui, ancora resiste.