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 2013  aprile 28 Domenica calendario

MPS-NOMURA, IL GIP ORA FRENA NO AL SEQUESTRO DI 1,8 MILIARDI

Il gip di Siena stoppa il se­qu­estro miliardario ordinato die­ci giorni fa dai pm toscani che indagano sul derivato Alexandria. Il decreto firmato da Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giusep­pe Grosso non è stato dunque convalidato dal giudice per le in­dagini preliminari Ugo Bellini, se­condo il quale non vi sono le ra­gioni d’urgenza per «congelare» il miliardo e ottocento milioni di euro alla banca giapponese Nomura, poiché l’accordo tra que­st’ultima e Monte dei Paschi per la ristrutturazione del derivato Alexandria- operazione conside­rata dalla procura «disastrosa» per la banca toscana e decisa­mente troppo favorevole per l’istituto di credito nipponico - è già in essere dal 2008.
Ma anchel’impianto accusato­rio dei pm senesi viene pesante­mente incrinato dalla decisione del gip, che non sembra affatto convinto dalle più gravi ipotesi di reato formulate a carico dei verti­ci delle due banche, cinque ma­nager (Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci per Nomura, Mussari, Vi­gni e Baldassarri per Monte dei Paschi) considerati responsabili dell’operazione e indagati: in par­ticolare il gip è «perplesso» sul­l’applicabilità sia dell’usura con­trattuale che della truffa aggrava­ta (ipotesi quest’ultima proposta dalla procura nel decreto di se­questro come alternativa alla pri­ma). L’usura, secondo il giudice Bellini, non sarebbe infatti configurabile, in quanto nel 2008 le condizioni di Mps non sarebbe­ro state di tale difficoltà da con­sentire a Nomura di approfittar­ne. Stesso discorso per l’imputazione di truffa aggravata: il teore­ma dei pm, che sostenevano che gli ex vertici di Mps Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianlu­ca Baldassarri ave­ssero ingannato con artifizi e raggiri gli stessi or­ganismi interni della propria banca,impendendo di compren­dere la reale natura dell’opera­zione, secondo il gip non regge.
A Rocca Salimbeni, secondo il giudice, in molti avevano espres­so la propria contrarietà alla ristrutturazione e ai contratti a es­sa collegati, ma semplicemente Mussari e compagni avevano ignorato le posizioni contrarie. La truffa, per il gip, potrebbe sem­mai configurarsi nei confronti di Bankitalia, che non era nelle con­dizioni di conoscere nei dettagli i vari aspetti dell’operazione di ri­strutturazione. Anche il sequestro dei 14,5 mi­lioni di euro a disposizione di Mussari, Vigni, Baldassarri, ordinato dalla procura lo scorso 16 aprile, ieri non ha trovato la con­valida del gip. E dunque, nel po­meriggio, i pm senesi hanno firmato l’ordine di dissequestro del­le somme. In realtà il grosso della cifra che i pm avevano intenzione di congelare non era stata ancora tocca­ta dagli inquirenti. Il 16 aprile scorso, gli uomini del valutario delle fiamme gialle, guidati dal generale Bottillo, avevano chie­sto la collaborazione di Bankita­lia per sequestrare 1.866.314.150,79 euro depositati da Mps a favore di Nomura «a tito­lo di marginazione», e considera­te profitto dell’ipotizzato reato d’usura, nell’ambito dell’opera­zion­e di ristrutturazione del deri­vato Alexandria. Ma gran parte di quei soldi, pri­ma dell’arrivo dei finanzieri del nucleo di polizia valutaria in via Nazionale, avevano già cambia­to indirizzo, perché trasferiti tem­po prima dalla banca d’affari giapponese a un istituto di credito tedesco. E la Bundesbank ave­va rifiutato di procedere con il blocco della somma residua (cir­ca 1,7 milioni, dopo il congela­mento in Italia di 120 milioni rife­ribili a Nomura) in mancanza di una rogatoria internazionale. Che, dopo il no del gip al seque­stro preventivo d’urgenza, a que­sto punto non verrà avviata dai magistrati senesi.