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 2013  aprile 28 Domenica calendario

IL PREFETTO SPOSTATO PER I VETI INCROCIATI: «PER ME E’ TUTTO NUOVO. OBBEDISCO» —

La telefonata è arrivata alle 16.30, mezz’ora prima dell’annuncio ufficiale. A chiamare Anna Maria Cancellieri è stato il presidente incaricato Enrico Letta e poco dopo le ha passato il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Sapevano che il suo desiderio — una volta confermata nella squadra di governo — era quello di rimanere al Viminale. Ma sapevano anche che non si sarebbe tirata indietro. «Abbiamo bisogno di te alla Giustizia», le hanno spiegato. «E io obbedisco», ha risposto lei, pur senza nascondere le difficoltà.
«Affronto un mondo che mi è del tutto nuovo, ma lo farò con il solito entusiasmo e con la convinzione che il nostro Paese stia affrontando una fase delicatissima», ha sottolineato.
Per la prima volta un prefetto approda in via Arenula. Non è un mistero che quello della Giustizia fosse uno dei nodi più difficili da sciogliere in un governo formato da Pd e Pdl. Perché lo scontro tra politica e magistrati non appare affatto sopito e le vicende giudiziarie che coinvolgono Silvio Berlusconi continuano a dominare la scena. Le trattative sono andate dunque avanti in maniera serrata, con la convinzione — condivisa anche dal presidente Napolitano — che fosse necessario affidarsi a un tecnico. Nei giorni scorsi era stata esplorata la possibilità di far rimanere Paola Severino, oppure di puntare sul presidente della Consulta Ettore Gallo. Ipotesi tramontate e in ogni caso lei aveva dichiarato: «L’esperienza al governo è stata molto soddisfacente, ma la reputo conclusa. Torno al mio lavoro di avvocato».
Anche il nome di Michele Vietti era circolato nelle ultime ore. Sembra che il capo dello Stato fosse d’accordo sulla scelta dell’attuale vicepresidente del Csm, ma poi la trattativa politica non ha consentito di raggiungere l’accordo. E ambienti vicini allo stesso Vietti ieri sera accreditavano la possibilità che a opporsi rispetto alla sua nomina sia stato Berlusconi. Certamente il gioco dei veti incrociati ha reso complicato il negoziato e quando si è capito che altre caselle potevano «saltare» si è deciso di far traslocare Cancellieri dall’Interno alla Giustizia.
Fino a ieri all’ora di pranzo non c’era stato alcun contatto di Cancellieri con il Quirinale o con emissari del Pd o del Pdl. In questi giorni l’unico segnale era arrivato dal Cavaliere che dagli Stati Uniti aveva negato di essere contrario alla sua presenza nel governo, ma nulla di più. Lo scenario è cambiato ieri pomeriggio quando è arrivata la telefonata dal Quirinale e Cancellieri ha cominciato a pensare alla squadra. Il comunicato diramato ieri sera per ringraziare Napolitano, Letta e «Monti per questi 16 mesi trascorsi al Viminale, un’esperienza che mi rimarrà nel cuore», fanno ben comprendere che cosa significasse per lei quel posto. Ora si dice pronta per la nuova esperienza: «So che alla Giustizia c’è molto da fare. Non mi tiro certamente indietro».
Il suo rapporto di amicizia con Severino, cresciuto in questo anno a mezzo trascorso insieme nel governo guidato da Mario Monti e in alcuni momenti diventato di vera complicità, certamente l’aiuterà a individuare le priorità in materia di giustizia e soprattutto i settori nei quali — sia pur tra le mille difficoltà di una materia che ormai da vent’anni è oggetto di contesa — è necessario intervenire con urgenza. Al ministero dell’Interno si apre una nuova fase e tra i primi impegni nell’agenda del nuovo ministro Angelino Alfano c’è la nomina del nuovo capo della polizia, il successore di Antonio Manganelli.
Fiorenza Sarzanini