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 2013  aprile 28 Domenica calendario

BEA E NUNZIA PROMOSSE, AMAZZONI FURENTI

Nunzia la tosta e Bea la dolce. Le chiamano così, nel Transatlantico di Montecitorio, le due neo-ministre del Pdl, Nunzia De Girolamo (Politiche agricole) e Beatrice Lorenzin (Salute), segno tangibile di una rivoluzione femminile arrivata al governo. E se diversi sono i pesi dei due ministeri loro assegnati (pesante la Salute, leggera l’Agricoltura), diverse sono anche loro due, Nunzia e Bea. Il loro rapporto di ferro, personale e diretto, è sia con il segretario, Angelino Alfano, che con il Cavaliere. Nunzia e Bea, però, non sono mai appartenute (e ci tengono a ricordarle) al clan delle «amazzoni» composto dalle varie Santanché, Biancofiore, Santelli, Calabria, etc. Amazzoni che, si dice, ieri fossero particolarmente infuriate. Sia per essere rimaste a bocca asciutta in termini di poltrone sia per aver dovuto subire l’onta della promozione delle loro rivali. Né hanno gradito le due nomine ministeriali altre donne pidelline a loro volta vicinissime al Cav come Gelmini, Bernini e Ravetto.
GRUPPI INTERNI
Chi sono, dunque, Nunzia e Bea? Il pubblico tv, ormai, si è abituato a conoscerle: la De Girolamo è onnipresente in molti talk show (La 7 e Agorà su tutti), la Lorenzin ha presenze mediatiche più mirate ma di grande audience, da Ballarò a Porta a Porta. Nella vita, però, il temperamento è tutto ed è qui che divergono molto le due ministre.
Classe 1975, beneventana, avvocato civilista, alla seconda legislatura, coordinatore provinciale del Pdl (memorabili i suoi scontri con la componente ex-An guidata da Nespoli, da lei spazzato via), la De Girolamo conquistò il Cav riempiendogli un intero palazzetto dello sport, quello di Benevento. Protagonista, con la Giammanco, di uno scambio di amorevoli bigliettini con l’ex premier a inizio della scorsa legislatura, non è mai stata, però, una berluschina facile, la De Girolamo, ma combattiva, battagliera e abituata a non mandarle a dire, nel Pdl.
Il 23 dicembre 2011 sposa Francesco Boccia, colonnello delle truppe lettiane e, il 9 giugno 2012, nasce Gea, la loro amatissima figlia. Galeotto, per la scintilla, fu «VeDrò», il think-tank bipartisan che ogni anno Enrico Letta organizza in Trentino. La love story trasversale viene presto a galla e Nunzia e Francesco non fanno nulla per nasconderla ma sulle idee politiche di entrambi erano e restano intransigenti: si favoleggia di animate discussioni anche in famiglia.
Secchiona quanto brillante, rigorosa quanto delicata, Beatrice Lorenzin è anche nota, tra i suoi colleghi, come «la Meg Ryan» del Pdl, cui assomiglia molto. Romana, classe 1971, Lorenzin si è fatta tutta da sola. Entra in politica nel 1996, tramite Forza Italia, poi si fa tutto il cursus honorum, sgobbando ma senza sgomitare: consigliere di municipio, comunale, coordinatrice regionale.
NIENTE CENE
E’ il passaggio nella segreteria tecnica di Paolo Bonaiuti, vicinissimo al Cavaliere, che permette alla Lorenzin il grande salto nella stanza dei bottoni, poi arriva il seggio alla Camera, nel 2008 e la riconferma nel 2013. In buoni rapporti coi colleghi democrat, da cui è stimata per la competenza, la Lorenzin non ama né partecipa a cene e festini nelle ville del Cav, preferisce invitare gli amici a casa per cene informali e dedicarsi, anche in quanto single, alla sua creatura più amata. Le Governiadi, giochi di ruolo della politica di target bipartisan che lei e la sua squadra (giovani e preparati tecnici di area Pdl) organizzano ogni estate sul lago di Bolsena. Governiadi che, peraltro, sono la risposta di un centrodestra «rinnovato» al lettiano VeDrò, di cui De Girolamo è una delle colonne. E, anche qui, tutto torna.